giovedì 25 Aprile 2024
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Piccoli judoka scrivono al loro maestro

SOMMA VESUVIANA. Al Busen Club Marino si sono svolti i tradizionali esami per il passaggio di cintura di judo. Ecco quali sono le sensazioni, le emozioni, i pensieri dei piccoli judoka sullo sport.

Ansia, timore, preoccupazione. Poco prima di svolgere gli esami di judo al Busen Club Marino qualche giorno fa, erano queste le emozioni dipinte sui volti dei piccoli judoka che erano lì per confrontarsi con i Maestri e ricevere la cintura di grado più alto. E subito dopo gli esami ecco la gioia, la soddisfazione, il compiacimento per aver superato al meglio una importante prova. Questa volta i tecnici del Busen e il Maestro Salvatore Iovine, amministratore della Società, hanno chiesto ai bambini qualcosa in più: non solo di cimentarsi nelle varie tecniche specifiche della disciplina, ma anche di esprimersi sullo sport e il judo attraverso un tema. Poche righe scritte dai bambini, spesso con l’aiuto dei genitori, dalle quali è emerso un profondo legame che unisce i piccoli al loro sport preferito, agli amici di corso, agli insegnanti.
Ciò che proponiamo è un sunto, una sorta di collage, che racchiude in un’unica lettera le frasi più significative dei piccoli Judoka del Busen Club Marino, parole semplici, spontanee ma soprattutto vere e appassionate.

«Caro Maestro,
Ho iniziato a fare judo alcuni anni fa. Ricordo ancora la mia prima lezione, la mia paura di fare la capovolta (che ora ho imparato e faccio proprio bene), il mio stupore nel vedere tanti bambini con il kimono e le cinture colorate. Mi ricordo che prima di incominciare il mio primo giorno di judo dissi: “Io già sono forte, poi mi metto a fare judo divento fortissimo”. Ma poi ho scoperto che non è questo il punto: il vero punto è che il judo è uno sport costruttivissimo, sano e divertente. Molta gente crede che il Judo è solo forza fisica ma si sbagliano perché si deve usare maggiormente la forza dell’avversario. Si crede anche che il judo sia uno sport di lotta e di combattimento, ma invece, io che lo pratico so che è uno sport basato sul rispetto prima di tutto dei propri avversari e poi delle cinture più alte: questo sport non è violento e per vincere devo usare la testa.
Lezione dopo lezione sto ricevendo degli insegnamenti non solo in questa disciplina ma anche nella vita reale: davvero mi ha insegnato molte cose, la prima a non piangere più e questo è molto importante, e a sapermi difendere, a rispettarmi, a rispettare le regole e a stare bene con gli altri. Da quando ho iniziato sono diventato molto forte, più sveglio e non mi fa mai paura quasi niente, sono coraggioso e mi sento sicuro di me anche se sono più piccolo rispetto ai miei compagni: ho capito che la forza e il corpo grosso non sempre servono ma quello che conta è la mente e l’intelligenza.
Inoltre, ho conosciuto un sacco di nuovi bambini che di sicuro diventeranno miei amici perché hanno la mia stessa passione. E poi mi piacciono i giochi che svolgiamo in palestra e anche se perdiamo il divertimento è assicurato.
Un giorno per seguire i miei compagni ho lasciato il judo per andare a calcio ma sono rimasto deluso. Dopo due mesi a casa senza fare nessuna attività sportiva ho deciso di ritornare: credo di ver fatto una buona scelta. Il judo non è nemmeno come il karate o il kung-fu, che si basano sulla forza, perché il judo si basa sulla dolcezza. Durante i combattimenti o le gare il momento del saluto è quello più emozionante perché devi pensare a tutte le tecniche da poter attuare a seconda delle posizioni dell’avversario e puoi misurarti con te stesso.
Sento di essere nato per questo sport e so che mi devo impegnare per raggiungere l’obiettivo che mi sono prefissato: le Olimpiadi del 2024. Quando ho iniziato questo percorso, però, non avrei mai pensato di arrivare fino a qui. Più volte la timidezza, l’insicurezza e il mio non sentirmi mai all’altezza mi hanno portato ad accarezzare l’idea di mollare, scappare lontano, dove i rimproveri non arrivavano, dove le critiche e gli ostacoli non c’erano, dove tutto era a misura di bambino. Ogni volta che varcavo la porta d’ingresso il mio cuore iniziava a battere forte, più mi avvicinavo al tatami, più il tremore e le lacrime prendevano il sopravvento, ma il dolore più grande veniva dal pensiero di deludere Lui, il Mito, il grande Maestro Raffaele. Poi un giorno tutto è cambiato. Tra un singhiozzo e l’altro un nonnino dalla barba bianca e la pancia grossa, un vero maestro di judo, il Maestro Salvatore Iovine, mi ha preso per mano, mi ha raccontato le sue prime esperienze, mi ha rassicurato, confortato ed accompagnato tra le braccia del mio eroe. Un’emozione stupenda! Un abbraccio in cui ho sentito affetto, forza e magia. Ora amo il judo. Non piango più, anzi sono estasiato quando partecipo agli allenamenti e salgo sul tatami con la gioia nel cuore. Grazie Maestri, grazie amici di corso, grazie Busen Club Marino per avermi accolto nella vostra grande famiglia dove l’unica regola da seguire è essere sereno».
FIRMATO: I bambini del Corso di Judo del Busen Club Marino

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