NAPOLI. Da due giorni bevono solo spremute e cappuccini e stanno dormendo negli spiazzali di fronte al tribunale di Napoli, sono tre avvocati dell’associazione forense “Nuova avvocatura democratica”: il presidente Salvatore Lucignano ed i colleghi Ciro Sasso e Giuseppe Scarpa. La loro una battaglia che riguarda tutti gli avvocati.
“Contro la Casta forense, contro le istruzioni forensi che nonostante giovani avvocati muoiono di fame e si cancellano dagli albi a centinaia continuano a farsi stipendi e prebende faraonici”, così spiega Lucignano lo sciopero della fame cominciato due giorni fa, “Loro ignorando la situazione di crisi e rendono le cariche istituzionali dell’avvocatura uno strumento per lucrare cospicui guadagni. Naturalmente ci rivolgiamo anche ai cittadini per sottolineare come la politica forense sia diventato un mestiere che non tiene conto condizioni crisi colleghi, più volte chiesto loro di rinunciare indennità per questioni di crisi e siamo stati ignorati, deciso di uscire dal ‘flipper’ e promuovere sciopero fame e contestuale presidio h24 davanti tribunale che andrà avanti fino alle estreme consegue: ci lasceremo morire di fame se questi signori non rinunceranno alle loro indennità”.
Alla base della protesta degli avvocati napoletani le indennità di carica e i gettoni di presenza che vanno ai componenti della cassa di previdenza forense e del consiglio nazionale forense.
“Organi che si sono attribuiti cospicui indennità che arrivano a 92mila euro all’anno lordi”, aggiunge il presidente Lucignano, “e quindi noi ritenuto questo grave momento di crisi in cui ci sono avvocati che non riescono a sopperire alla tassazione e si cancellano dagli albi questa disparità non sia accettabile. Quelle cariche non dovrebbero essere un mestiere, ma un servizio per i colleghi. Il nostro sciopero è cominciato a mezzanotte del 27 gennaio e sono già sono migliaia i colleghi che stanno diffondendo la notizia, che stanno venendo a darci solidarietà. Noi siamo al secondo giorno di digiuno, nelle prossime settimane quando avremo perso 20 chili e saremo a rischio di morte sappiamo che forse saranno coinvolti tutti”.
Quello che gli avvocati chiedono è anche attenzione e massima diffusione dei link con i loro appelli. Tra i primi nell’area vesuviana a sostenere la battaglia di “Nuova avvocatura democratica”, l’avvocato Raffaele Annunziata: “Cari colleghi Avvocati credo sia opportuno informarvi che in queste ore vi è un presidio di avvocati in sciopero della fame a sostegno e per un miglioramento della nostra categoria. Il presidio si trova davanti il Tribunale di Napoli lato via Porzio. Tra le motivazioni della loro protesta vi sono lo sproporzionato esborso per la cassa forense e la pressione fiscale. Condividiamo e sosteniamo la protesta”.
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