giovedì 28 Marzo 2024
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Gli incendi boschivi nel Parco Nazionale del Vesuvio: ecco come ripristinare l’ecosistema

OTTAVIANO. Nel 2017, i boschi dell’Italia meridionale sono stati interessati da numerosi incendi, esacer-bati dal decorso estremamente arido della stagione primaverile-estiva. Nel Parco Nazionale del Vesuvio oltre il 50% della superficie forestale, equivalente a oltre 3.000 ettari di foresta, è stato percorso dal fuoco.
Circa 500 ettari di pinete mature di pino domestico e pino marittimo, altamente suscettibili al fuoco, sono state completamente distrutte dal fuoco. L’elevata severità degli incendi ha in-crementato il rischio di instabilità meccanica degli alberi, riducendo la fruibilità principalmente lungo i percorsi turistici e naturalistici del Parco, compromettendo molteplici servizi ecosistemici.
Nel territorio del PNV, i servizi culturali (es. Ricreazione ed ecoturismo), sono cruciali per i benefici socio-economici forniti. Il bordo del cratere del Vesuvio e le successioni primarie, che hanno colonizzato le colate laviche più recenti sono luoghi turistici di rilievo internazionale. In questo scenario, la gestione post-incendio delle aree percorse dal fuoco riguarda prioritariamente gli interventi di messa in sicurezza rivolti al suolo e al soprassuolo.
Sin dall’autunno successivo, molti ricercatori del Dipartimento di Scienze Agrarie (Università di Napoli Federico II) sono stati coinvolti in un progetto volto a ridurre i rischi connessi all’uso delle aree e dei percorsi turistici e al ripristino dei servizi ecosistemici con un approccio fortemente interdisciplinare.
Gli obiettivi principali del progetto di restauro ambientale sono: i) analisi della gravità degli incendi attraverso immagini satellitari e dati raccolti sul campo; ii) analisi del rischio idrologi-co post-incendio; iii) aggiornamento degli scenari di rischio post-incendio in seguito al cam-biamento della struttura e del carico del combustibile post-incendio (ad es., biomassa legno-sa bruciata, copertura di erbe e arbusti); iv) pianificazione della gestione forestale per facili-tare il recupero di specie arboree autoctone e pianificazione dei rimboschimenti mediante materiale di propagazione autoctono prodotto nei vivai locali; v) comunicazione alle popola-zioni locali.
Un approccio quali-quantitativo multi-criteriale è stato scelto come il metodo più adatto, poi-ché consente un’esplorazione più approfondita e completa delle complesse questioni relative agli impatti degli incendi sui servizi ecosistemici. In dettaglio, il nostro studio, al fine di definire strategie di ripristino e gestione e di identificare meglio le aree prioritarie, introduce un approccio fortemente interdisciplinare volto a misurare l’effetto dell’incendio, oltre che sulla foresta stessa, sull’insieme di tutti i servizi ecosistemici.
Un’analisi multi-criteriale, in ambiente GIS, è stata utilizzata per integrare, a scala paesaggi-stica, l’insieme delle informazioni derivanti dai vari task del progetto, attraverso una combi-nazione lineare ponderata di criteri selezionati (aspetti socio-economici e ambientali, ad e-sempio severità dell’incendio, rischio idrogeologico, rischio di incendio, ecc.). L’analisi multi-criteriale ha consentito di definire le aree a priorità di intervento, tenendo conto dell’erogazione di servizi ecosistemici (ad esempio idoneità turistica, biodiversità, produzione primaria). A partire da queste aree, sono state prontamente definite le attività necessarie per la riduzione dei rischi e, almeno in parte, il recupero di biomassa bruciata per compensare il danno economico a carico dei privati proprietari di superfici forestali. Sono state, inoltre, definite linee guida a lungo termine che garantiscano una successione post-incendio con specie autoctone, resistenti e resilienti al fuoco e linee guida sugli interventi di ingegneria naturalistica finalizzati alla riduzione del rischio idrogeologico.

“Dopo gli incendi dell’estate scorsa .– dichiara il presidente Agostino Casillo – era neces-sario uno studio scientifico dettagliato per verificare gli impatti del fuoco sulle diverse aree del Parco e i relativi habitat naturali. Grazie alla Convenzione, siglata tra Ente Parco nazio-nale del Vesuvio e Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II” finanziata con risorse proprie dell’Ente Parco, abbiamo investito i massimi esperti in materia che oggi hanno presentato i primi risultati dello studio che stanno approntando. Questo stu-dio – continua Casillo – servirà ad avere le indicazioni necessarie che come Ente Parco daremo, per quanto di nostra competenza, ai proprietari dei fondi danneggiati come linee guida da seguire per gli interventi post-incendio.

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