venerdì 19 Aprile 2024
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‘Il violino di Auschwitz’ , il grido di libertà di Eva Maria e della sua musica

Libri. ‘Il violino di Auschwitz’  di Anna Lavatelli commuove l’Italia. La storia di una giovane ebrea e del suo violino nel campo di concentramento di Birkenau.

Non è un racconto, non è un romanzo, è una storia di vita vissuta attraverso il filo spinato di un campo di concentramento. Il freddo, la fame, la morte che circonda inesorabilmente la vita di una giovane fanciulla, alla quale l’odio razziale ha spezzato i suoi sogni di musicista, l’ha svuotata dell’affetto dei suoi cari. Eva Maria Levy viene sventrata nell’anima dal nero vento del nazismo, nel campo di concentramento di Birkenau ad Auschwitz, deportata nel dicembre del ’43. A raccontare la sua storia è la famosa autrice novarese Anna Lavatelli nel libro “Il violino di Auschwitz”, che con la sua penna delicata è riuscita con semplicità a far rivivere al lettore la tragedia di quei terribili anni. Ma sarà un particolare testimone che parlerà alla Lavatelli, il Collin- Mézin di Eva Maria, il suo prezioso violino. In quella notte dicembrina la giovane porta con se il suo strumento, lo stringe al cuore tanto che il legno assorbe i suoi battiti impauriti. Gli rimangono nelle corde per decenni, fino a rivibrare oggi nel ricordo di quelle sei milioni di vittime innocenti. Sarà il violino a custodire il segreto di Eva Maria, nella sua cassa armonica verrà ritrovato, solo successivamente alla sua morte, un biglietto arrotolato con la frase in tedesco “La musica libera” . Questo rotolo consunto dal terrore, era stato scritto da Enzo suo fratello, che tramite un messaggero incontrato nel lager era riuscito a farlo recapitare a sua sorella. Purtroppo da quel terribile viaggio sarà solo il giovane a far ritorno e a portare con se il violino, rotto sia nel suo legno che nella sua anima. Lo strumento musicale, solo nel 2014, fu ritrovato dal collezionista Carlo Alberto Carutti, e oggi attraverso le sue note, continua a gridare il nome di Eva Maria e del suo sogno di libertà infranto dalla malvagità umana. La raccolta di informazioni, le ricerche, i percorsi svolti dall’autrice hanno fatto sì che si ricostruisse una parte di vita dei Levy, di come quell’armonia familiare, di quei sogni fanciulleschi fossero interrotti dal vento della discriminazione razziale. Anna Lavatelli ci racconta: ” E’ stato il violino a venirmi incontro, a permettermi di temperare il dolore con la speranza, la brutalità con l’armonia, nello svolgersi e nel precipitare del racconto verso uno spaventoso destino.” Continua: “La libertà sognata che si mantiene viva con la musica è stata la mia guida nella narrazione, l’immagine drammatica e preziosa che lascia intravvedere un pallido chiarore anche nel buio inferno del campo. Al violino, alla bellezza della musica mi sono aggrappata con forza, per poter raccontare, misurando le parole, trattenendole quasi, affinché fossero precise e vibranti, ma anche caute, sommesse, per il rispetto dovuto a sei milioni di vittime innocenti. Anche per questo ho dato la mia voce al violino, il testimone che tutto ha visto e conservato nella sua cassa armonica”. All’interno del libro le illustrazioni della famosa disegnatrice italiana Cinzia Ghigliano, hanno reso l’opera ancora più commovente. Il libro ‘Il violino di Auschwitz’, nel 2018, ha vinto il Premio Nazionale Della Resistenza. Il famoso e prezioso strumento, di recente in occasione del concerto dell’Epifania, ha fatto tappa nella città di Napoli e a suonarlo la famosa musicista Alessandra Sonia Romano che nella struggente interpretazione del tema della colonna sonora di “Schindler’s list”, ha ridato ancora voce alla libertà della nostra Eva Maria.

 

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