venerdì 19 Aprile 2024
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Lavoro, imprese, sviluppo: l’importanza del fattore tempo per Francesco Urraro

Lavoro, imprese, professionisti e sviluppo dell’Italia. Francesco Urraro, riconfermato Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Nola conferma l’importanza del ruolo dei professionisti, e degli avvocati in particolare, per la crescita del Paese.

Una crescita che necessita dell’intervento giurisdizionale su temi come famiglia, lavoro, previdenza e diritto commerciale. Uno sviluppo che ha bisogno dell’attenzione del prossimo Governo su punti come semplificazione, aumento degli investimenti, diminuzione dei costi, effettivamente sproporzionati, per l’accesso alla giustizia.

Riconferma alla Presidenza dell’ordine degli avvocati di Nola ed affluenza record alle elezioni

È un grande onore ed una grande responsabilità, vi è stata una massiccia partecipazione, più dell’80 % degli avvocati ha partecipato alla elezione. È un foro che è cresciuto tanto, quantitativamente e qualitativamente. Contiamo quasi 3000 iscritti all’albo degli avvocati, quasi 2000 iscritti al registro dei praticanti spalmati su un territorio di 4 comuni per quasi 700 mila abitanti, rispetto ai 500 avvocati iscritti all’albo di Nola del 1994 siamo arrivati a qu esti numeri. Un Foro che è cresciuto, che ha celebrato nel 2014 il ventennale con la presenza di tante istituzioni nazionali e territoriali, che ha un riconoscimento sia come magistratura che come avvocatura. Una avvocatura che si fa sentire, rispettare, rinnovata nella nuova veste sociale. Una funzione sociale consacrata nella riforma  dell’ordinamento forense che abbiamo avuto nel 2012 che attendavamo da oltre 80 anni e che si propone verso nuove sfide, soprattutto in questo territorio dove tutto è più difficile, fare impresa, amministrare ed esercitare la professione di avvocato

Per lo sviluppo dell’Italia è necessaria una evoluzione delle PMI italiane. Parallelamente allo sviluppo delle aziende, lei ritiene ci debba essere un’altrettanta evoluzione dei professionisti? Cambia il ruolo dell’avvocato?

Sicuramente cambia il ruolo dell’avvocato. È cambiato il ruolo dell’avvocato nel corso degli anni. La nostra è una professione in una evoluzione veramente importante, soprattutto nel mezzogiorno d’Italia, dove si ha un approccio radicalmente diverso rispetto ad altre zone del paese. Sicuramente per lo sviluppo del paese è importante l’evoluzione del mondo dell’imprenditoria, delle piccole e medie imprese che in particolare rappresentano un po’ l’asse portante del paese come anche nella nostra aerea, nel circondario di Nola insiste uno dei distretti logistico imprenditoriali più grande del mezzogiorno, il Cis-interporto-vulcano, dove è evidente il  ruolo riferito allo sviluppo attraverso le PMI. I professionisti e l’avvocatura diventano centrali in un processo di  sviluppo anche territoriale perché l’avvocato raccoglie tante istanze grezze di giustizia che dobbiamo trasformare in domanda reale di giustizia.

Un corretto esercizio della giurisdizione è sempre necessario. Ci sono temi che hanno bisogno di un’attenzione particolare?

Determinati settori rappresentano i gangli vitali non solo dello sviluppo di un territorio ma anche del buon vivere civile. Pensiamo a temi come famiglia, minori, lavoro, previdenza, diritto commerciale e quindi economia, fallimentare e recupero crediti. Pensiamo ai riflessi sociali che può avere uno scorretto esercizio della giurisdizione, compreso il ruolo dell’avvocatura, su questi temi. Il riflesso sociale di un mancato recupero di un credito per un azienda, che magari non riesce a recuperare in tempi ragionevoli. Il fattore tempo lo stiamo portando all’attenzione, all’ordine del giorno e del dibattito istituzionale. Il fattore tempo diventa un fattore prioritario anche per materie peculiari come quella del lavoro, della previdenza.

Per evitare le lungaggini si parla di misure alternative al processo

Pensate che l’ultimo titolo del congresso nazionale forense era “la giustizia fuori dal processo”. La giustizia sta andando fuori dal processo. Si parla di degiurisdizionalizzazione e per evitare le lungaggini e il sovraccarico degli uffici giudiziari si sta andando verso misure alternative come negoziazione assistita, arbitrati, conciliazioni per un ventaglio di materie molto ampie. L’avvocatura non si è fatta trovare impreparata rispetto ad un processo di degiurisdizionalizzazione che meriterebbe un cambio anche culturale che forse manca in territori come i nostri in cui il tasso di litigiosità è altissimo.

L’avvocato percepisce la sfiducia dei cittadini in un sistema che troppo spesso pare non soddisfare l’esigenza di certezza del diritto?

Di fronte ad un dato costituzionale, normativo di certezza del diritto, ci scontriamo, attraverso il raccoglimento delle varie istanze di giustizia, con la sfiducia dei cittadini verso il sistema giustizia e verso l’esercizio della giurisdizione del territorio. Badate, i tribunali e gli uffici giudiziari, in particolare quelli del mezzogiorno, hanno un sottodimensionamento spaventoso dell’organico dei magistrati, un sottodimensionamento spaventoso degli organici degli amministrativi. Vi è una avvocatura che deve fare i salti mortali, insieme alla magistratura, per poter contribuire all’arricchimento della “macchina giustizia”. Ovviamente diventiamo l’interfaccia del cittadino con cui interloquiamo ricevendo tante criticità, dettate soprattutto dalle lungaggini, dal diniego di accesso alla giustizia rappresentato dai costi e dall’aumento ingiustificato dei costi stessi. Guardiamo l’aumento dei contributi unificati per accedere al settore giustizia, quasi per tutti i settori in particolare per la giustizia amministrativa, il cittadino che vuole avere un riconoscimento per interessi legittimi violati, deve pagare tanto per poter soltanto accedere alla giustizia, aldilà  delle competenze e del compenso dell’avvocato che speriamo finalmente equo attraverso l’introduzione “dell’equo compenso” per tutte le professioni che è un principio di dignità dell’avvocatura e di qualità della prestazione che più volte, attraverso la lotta al ribasso,  potrebbe essere baipassata.

Gli avvocati come tanti altri professionisti, talvolta, vivono momenti di difficoltà. Cosa andrebbe migliorato subito e cosa chiederebbe al prossimo Governo?

Mi auguro innanzitutto che il prossimo governo possa interloquire in una maniera ancora più netta e forte con gli operatori del diritto. Noi, talvolta, ci troviamo con l’assunzione di provvedimenti senza essere consultati a pieno. Il primo intervento che mi sentirei di suggerire al Governo, è l’inserimento dell’avvocatura in pianta stabile negli uffici legislativi del ministero, essenziale per noi perché significa poter contribuire con maggiore forza alla redazione degli atti e dei provvedimenti utili per la classe, e quindi, alla luce del ruolo di “mediatore sociale” dell’avvocato, per i cittadini. Così si migliora l’interlocuzione e la preparazione degli atti legislativi. Si chiede al governo semplificazione, aumento degli investimenti, diminuzione dei costi, effettivamente sproporzionati, per l’accesso alla giustizia. Potenziamento delle risorse, investimenti nel personale amministrativo e magistratuale. Tutto questo accompagnato dalla destinazione delle spese di giustizia, mi permetto di dire, solo per il settore giustizia attraverso il Fondo Unico Giustizia. Se andassimo a verificare la contropartita in termini di servizi offerti ai cittadini, prima ancora che all’avvocatura e agli altri operatori del diritto, potremmo notare che non vi è una contropartita adeguata rispetto a quanto erogato per accedere alla giustizia. Partendo dalla edilizia giudiziaria, dai plessi, dalle strutture,dalle aule di giustizia, dalle cancellerie, dal materiale di cancelleria, dalla informatizzazione degli uffici. Questa è la nuova frontiera del processo telematico che sicuramente  è stata una grande risorsa ma meriterebbe una iniezione di risorse economiche fornire mezzi materiali e formazione del personale. Poi l’avvocatura si fa trovare preparata talvolta anche a pagamento, frequentando corsi a pagamento, e gradiremmo, sempre nell’ottica della tutela dei diritti dei cittadini che costituzionalmente difendiamo, un attenzione particolare per la destinazione delle spese di giustizia.

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