giovedì 18 Aprile 2024
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Marigliano. Venti arresti nel clan “Mariglianesi”. Tra i reati: spaccio, “stese” e pizzo VIDEO

MARIGLIANO. I Carabinieri eseguono 20 ordinanze di custodia cautelare. Colpita associazione di tipo mafioso attiva nell’area di Napoli- Est. Ricostruite le circostanze che negli anni 2015 e 2016 avevano causato una faida interna, con numerose “stese” e l’omicidio di un affiliato

I Carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea a carico di 20 indagati ritenuti affiliati al clan camorristico dei “Mariglianesi”, “costola” del clan napoletano dei “Mazzarella” attiva a Marigliano, uno dei principali centri dell’area nolana.
L’indagine ha consentito di delineare le attività di un’associazione di tipo mafioso dedita al traffico di sostanze stupefacenti che con diverse piazze di spaccio nei complessi di edilizia popolare di Marigliano forniva ogni tipo di droga 24 ore su 24 tramite una fitta rete di spacciatori.
Ricostruita anche la faida interna al clan causata dalla contrapposizione tra due fazioni che volevano imporsi nella gestione degli affari illeciti. Nel corso della lotta erano state effettuate “stese” ed era stato ucciso uno degli affiliati.
Gli inquirenti sono riusciti ad evitare un ulteriore omicidio, già pianificato, intervenendo nelle fasi immediatamente precedenti all’esecuzione del disegno criminale sequestrando un’auto rubata e due pistole che i killer avevano nascosto nell’androne di una delle palazzine popolari sotto una statua della “Madonna”.
L’organizzazione rimpinguava le casse anche tramite altri canali: oltre a taglieggiare i locali imprenditori con l’imposizione del pizzo erano state organizzate ed eseguite rapine ad alcuni tra i principali esercizi commerciali della zona (bar, tabaccherie), nel corso delle quali alcuni tra gli odierni indagati, oltre all’incasso (pari a diverse migliaia di euro), avevano sottratto stecche di sigarette e “gratta e vinci”.
Le donne partecipavano a pieno titolo alle attività delittuose, rivestendo un ruolo di spicco anche nelle scelte strategiche del clan.
Tutti i reati sono aggravati da metodo e finalità mafiosi.

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