martedì 16 Aprile 2024
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La Gala (Pd): “Sorrentino oppure il baratro della sfiducia e dell’incoerenza”

MARIGLIANO-La campagna elettorale sta per concludersi, in modo, purtroppo, da lasciare strascichi e recriminazioni per comportamenti che, in ogni caso, restano discutibili – dichiara Nello La Gala.

Oggi, tuttavia, non è il tempo ne il momento del rimpianto; è, invece, la fase in cui una vicenda che influenzerà il futuro della città in maniera importante, decisiva, tocca il suo apice: in questo senso, occorre impegno, coraggio,passione e tutta la dedizione e il talento di cui siamo capaci. Chiunque abbia a cuore il destino di Marigliano sa bene di non potersi rifugiare in espressioni numeriche e anguste interpretazioni normative; tantomeno, può ricadere nel folklore e nell’agreste, infelice visione dell’anatra zoppa. Poichè, se non vi fosse senso nello svolgimento del ballottaggio, se tutto fosse acclarato e concluso, non vi sarebbe ragione di celebrarlo e il Legislatore stesso avrebbe impedito che, in circostanze simili, la sfida fosse ulteriormente proclamata e consumata. Allora, il senso non è tredici, undici, sedici e così andando. La questione è ben altra e richiama il significato vero della politica in quanto impegno pubblico e funzione di servizio, ascolto, incontro e ricerca di soluzioni a problemi reali, in cui essa, la politica, trova la sua realtà piena, intensa. Autentica. Nella Grecia delle città-stato, nella splendida Atene democratica, Pericle non divideva i cittadini in buoni o cattivi a seconda di tavole prefisse del bene e del male, ma riteneva nocivi e pericolosi coloro che rinunciavano alla cittadinanza attiva, venendo meno alla pubblica funzione della discussione e del confronto su elementi di interesse collettivo. Questo dobbiamo chiederci: una riflessione sulla dimensione pubblica – politica!- di vivere da cittadini nei luoghi che frequentiamo da bambini, che rappresentano l’avvenire, che tutti, nonostante le critiche che a giusta ragione muoviamo, abbiamo nel cuore. Una riflessione seria e fondata sulla visione di città e di società che vogliamo scegliere, per noi e per quanti condividono l’appartenenza alla medesima comunità e territorio. Votiamo e scegliamo, non, semplicisticamente, tra due persone, Papa e Sebastiano Sorrentino, ma tra due opzioni e accezioni della vita sociale, culturale, economica e politica in antitesi, fatto salvo il senso di responsabilità che dovrebbe animare chiunque scelga l’impegno politico come cifra esistenziale. Dunque, come si può scegliere la versione di quanti ritengono che una fugace apparizione a inizio anni ’90, cui non è stato dato seguto e coerenza, possa risultare preferibile e più adeguata, rispetto a un impegno che, al di là di contingenze (per altro, tragiche o legate a salute e fisiologia), non ha conosciuto sosta? Il professore Papa merita considerazione e rispetto sul piano umano e professionale, indiscutibilmente. Ma la politica è altro dall’improvvisazione e non è tenere una lezione in un aula gremita di studenti (attività, di per sé, importante e meritoria). La politica è, appunto, questa costanza, disponibilità e vicinanza ai cittadini e ai loro bisogni; è cura per la dimensione pubblica, collettiva., per quello che chiamiamo Bene Comune. Così, come si può ritenere di affidare, nuovamente, dopo quattro anni di inerzia, il governo del territorio allo stesso Centro-Destra di sempre? Agli autori dello scempio del corso (che le chiacchiere stanno a zero, deleghe e facoltà di governo e sollecitazione dei lavori, come la possibilità di incidere e imprimere una nuova e più efficace direzione, erano nelle loro mani)? A quelli che non hanno avuto attenzione, mentre governavano, per gli allagamenti continui, per le lacune persistenti della rete idrica e fognaria, salvo impegnarsi a sanarle adesso, in campagna elettorale? Potevano farlo e non avete voluto: è evidente che le priorità fossero altrove. Come si può pensare che chi non ha avuto attenzione, cura, considerazione per il territorio, osservandolo costantemente dall’alto degli scranni istituzionali più importanti, e permettendo il deposito e lo sversamento di ogni nefandezza, possa adesso tutelarne la salute, monitorarne lo stato e impegnarsi a un intervento serio e radicale, per il diritto a un ambiente sano e a quello di vivere e respirare? Come, chi non avuto cura di un esito referendario evidente e trova, oggi, addirittura, rappresentanza nel consiglio d’amministrazione preposto, potrà occuparsi e rivisitare, sanare e tutelare i cittadini, nel rapporto con la GORI? Com’è possibile che gli stessi esponenti, incapaci nella redazione di un PUC, del PIP e di ogni intervento a sostegno delle fasce più deboli; dal punto di vista delle politiche sociali, culturali e della formazione; delle strutture sportive, della trasparenza amministrativa; e approssimativi nell’elaborazione di un piano di vocazione per la città, facendola uscire dal limbo in cui è precipitata, promettano oggi tutto quanto, senza aver neanche lontanamente sfiorato questi obiettivi nella fase in cui ne hanno avuto, per davvero e legittimamente, l’opportunità di realizzazione? Non possiamo cedere ancora a blandizie e lusinghe. Tutta l’Italia ha bocciato Berlusconi e i suoi sottoposti, scegliendo una prospettiva di impegno e determinazione; scegliendo Matteo Renzi, il PD e un’ottica di cambiamento vero, che si misura, a prescindere dall’elemento anagrafico, nella scelta della politica come servizio e ascolto; nel fare squadra e privilegiare, rispetto a interessi particolari e mire personali, il merito e la competenza nell’affrontare temi e problemi. Noi crediamo, come Partito Democratico e Coalizione di Centro-Sinistra, nella prospettiva del bene comune. Crediamo nella libertà di scegliere e competere. Continuiamo a sognare e lottare. Lasceremo sul campo ogni stilla d’energia. Dev’essere un’impresa collettiva fondata sui diritti e sulla giustizia; sul valore dell’equità sociale ed economica, della speranza. L’8 giugno scegliamo tra due due visioni della città e dell’impegno politico. SORRENTINO, tutti noi e una città intera, dobbiamo rompere, insieme, un assedio opprimente. Il tempo di vincere e vivere è ADESSO!

Nello La Gala

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