venerdì 19 Aprile 2024
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Omicidio Anatoliy, confessano gli assassini: “Abbiamo agito spinti dalla fame” – Foto

CASTELLO DI CISTERNA. Omicidio di Anatoliy Korol, hanno confessato tutto gli assassini dell’ucraino eroe. “Abbiamo agito spinti dalla fame perché a casa nostra non abbiamo neanche da mangiare. I nostri mobili sono vuoti”, così hanno detto nel corso dell’interrogatorio ai carabinieri i rapinatori, gli assassini – i fratellastri Gianluca Ianuale e Marco Di Lorenzo, 19 e 32 anni – di Anatoliy Korol, il 38enne ucraino che sabato scorso cercò di sventare una rapina all’interno del supermercato “Piccolo”, in via Selva a Castello di Cisterna.

Ma è stato Gianluca Ianuale, 20 anni il 14 settembre prossimo, quello dei due ad impugnare e uccidere, dopo una feroce colluttazione con suo fratello maggiore,  Anatoliy. I due fratelli – dopo una latitanza di circa otto giorni a Scalea nel Cosentino – sono stati rintracciati e fermati, infine, dai carabinieri della Compagnia di Castello di Cisterna al comando del maggiore Michele D’Agosto, che dal momento dell’efferato omicidio hanno iniziato una caccia senza sosta ai due fratelli, figli del boss Vincenzo Ianuale attualmente detenuto nel carcere di Tolmezzo, in provincia di Udine, per associazione di stampo camorristico.

Fame, indigenza, degrado materiale e morale. Queste le ragioni ed il contesto, soprattutto, che avrebbero condotto i due fratelli (di madre ma con padri differenti), già con pesanti precedenti penali a loro carico, a mettere a segno la rapina mortale la sera del 29 agosto costata la vita ad Anatoliy. Entrambi i fratelli hanno dei precedenti: Spaccio di droga il maggiore Marco Di Lorenzo mentre Gianluca Ianuale, fu coinvolto circa quattro anni fa, nel 2011, in uno stupro di gruppo di una minorenne di Brusciano. La ragazza aveva 14 anni e uno dei suoi stupratori, Gianluca Ianuale appena 15, lo stupro avvenne nei pressi della stazione Circumvesuviana. 

Tutti i dettagli e i particolari sono stati resi noti dal procuratore della Repubblica di Nola, Paolo Mancuso nel corso della conferenza stampa che si è tenuta oggi pomeriggio alla caserma dei carabinieri di Castello di Cisterna. Una conferenza stampa dove procura e carabinieri – presente il generale Antonio De Vita, Comandante provinciale carabinieri di Napoli ed il colonnello Luca Corbellotti, Comandante del Gruppo carabinieri di Castello di Cisterna – hanno spiegato tutte le fasi della rapina, dell’omicidio dell’ucraino e della latitanza dei due fratelli. Ad entrare nel supermercato armato di pistola (l’arma attualmente non è stata ancora trovata dai militari) era stato per primo il fratello maggiore Marco di Lorenzo, 32 anni, il quale è stato disarmato dal muratore eroe. Nel frattempo Gianluca Ianuale, rimasto all’esterno a bordo dello scooter, vedendo il fratello a terra è immediatamente intervenuto in suo soccorso. Questi ha prima sferrato diversi calci e pugni contro Anatoliy, poi con una penna lo ha più volte infilzato alla nuca nel tentativo di liberare dalla forte presa dell’ucraino il fratello maggiore. Infine,  ha impugnato la pistola dalle mani del fratello, Di Lorenzo, ed ha fatto fuoco contro Anatoliy: due colpi alla gamba e all’addome, così come si evince anche dai filmati registrati dalla videosorveglianza presente nel supermercato. A quel punto – mentre Anatoliy stremato a terra faceva ormai fatica a respirare per il colpo mortale che aveva raggiunto il cuore – i due malviventi perdendo anche la borsa con il denaro appena rapinato, circa 300 euro, si sono dati alla fuga. Da quel momento è iniziata la loro latitanza.

Ma prima bisognava disfarsi del mezzo usato per la rapina (risultato rubato ad agosto a Pomigliano D’Arco), dell’arma (una pistola a tamburo calibro 38) e dei vestiti, anzi delle divise (abiti neri, maschere e casco integrale e guanti in lattice), indossate per commettere quella che alla fine si è rivelata un’efferata e cruenta rapina. Lo scooter è stato bruciato nelle campagne di Brusciano, nei pressi del cimitero la sera stessa, i rapinatori cambiati gli abiti insaguinati hanno atteso la mattina presto per fuggire dalla zona della Cisternina e rendersi così irreperibili. Gli assassini di Anatoliy Korol, come ha spiegato il procuratore Mancuso, sono stati rintracciati in una contrada di Scalea, nel Cosentino, questa notte dove conoscenti e parenti avevano portato loro vestiario e piccole somme di denaro.

Pochissimi e centellinati gli elementi sui quali hanno lavorato i carabinieri di Castello di Cisterna. Pochi ma preziosi come ha sottolineato il maggiore Michele D’Agosto. L’attenzione smisurata nel coprirsi e non lasciare che nessun segno particolare potesse svelare l’identità dei rapinatori: maschere, guanti, magliette a manica lunga per non mostrare i tatuaggi che soprattutto Marco Di Lorenzo aveva sulle braccia (tirapugni, pistole, manette, granate), segni particolari che tracciano un’appartenenza. Quindi andavano coperti. La razione del complice che doveva fare da palo (Gianluca Ianuale), che reagisce per difendere e liberare l’amico. Sintomatico di un fortissimo legame – di sangue appunto – tra i due rapinatori, un legame che andava ben oltre la complicità nel colpo messo a segno. Questi e altri piccoli particolari lasciati dai malviventi hanno costituito il filo sottile che ha condotto all’arresto di oggi. Indagini che hanno avuto il supporto dei carabinieri del C.i.o. (compagnia intervento operativo), dei Ros (Reparto investigativo speciale) per le intercettazioni ambientali.

La reazione dei due rapinatori è stata quella di una piena confessione. Alla fine, una volta fermati i responsabili hanno reso una confessione precisa, dettagliatissimi i due  fratelli nelle descrizioni rivelatisi in linea con i filmati delle telecamere del supermercato. Ma questa è solo la chiusura della prima parte delle indagini che prosegue per individuare chi ha collaborato con i due fratelli fino al ritrovamento dell’arma usata nella rapina.

Procuratore Paolo Mancuso: “Un risultato non facile dopo una settimana durissima di lavoro da parte dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisertna. Un risultato che speravamo fortemente di raggiungere sebbene sapevamo non era facile”, dichiara Mancuso alla stampa, “Si è lavorato sui particolari – spiega – la rapina è stata eseguita con  modalità quasi professionali: caschi integrali, maschere sotto i caschi, guanti. Pochi dettagli sui quali abbiamo lavorato e che ci hanno infine portato al risultato sperato. Un lavoro incessante ed encomiabile quello svolto dalla compagnia comandata dal maggiore Michele D’Agosto e dal Gruppo al comando del colonnello Luca Corbellotti”. Il lavoro investigativo è stato svolto anche con strumenti non tradizionali: fondamentale il ruolo dei social network hanno contribuito alle indagini fino all’individuazione dei due responsabili.

Generale Antonio De Vita: “Un pensiero oggi va ad Anatoliy e alla sua famiglia. Anatoliy con il suo gesto ha dimostrato un senso di cittadinanza che va ben oltre il normale comportamento di un cittadino”, dice il generale, “Giusto oggi ricordare lui e  la sua famiglia di una profonda dignità. Restare in Italia – prosegue il generale – è un gesto bellissimo da parte della famiglia. Di fronte a questo gesto noi avevamo il dovere di dare una chiara risposta e il dovere di onorare questa morte, e lo abbiamo fatto con una risposta corale da parte dell’Arma dei carabinieri: la Compagnia, il Gruppo, il Cio ed il Ros. L’operazione – conclude – sottolinea inoltre il tema della sicurezza: oggi si può dire che anche  in questi territori lo Stato c’è ed ha dato una risposta pronta e immediata oltre che un reale segno di speranza e di riscatto per questi territori”.

Commozione per la famiglia di Anatoliy immediatamente avvisata del fermo dei due ritenuti i responsabili dell’omicidio. Ha ringraziato nuovamente i carabinieri Nadiya, la moglie del 38enne ucraino Anatoliy Korol, per “l’impegno profuso nelle indagini”. Lo ha fatto piangendo quando ha saputo della notizia del fermo dei due sospettati. La famiglia di Anatolij, la vedova Nadiya e le figlie Anastasia 14enne e la piccola Lisa di un anno e mezzo, al momento è in Ucraina alle prese con le procedure per l’organizzazione del funerale che si terrà domani.

 

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