giovedì 25 Aprile 2024
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Omicidio a Pomigliano, fermato noto imprenditore locale

POMIGLIANO D’ARCO. Omicidio a Pratola Ponte, fermato Vincenzo La Gatta, 47 anni, un noto imprenditore della città.

L’accusa con la  quale è stato fermato l’imprenditore – al momento agli arresti domiciliari in attesa di eventuale convalida da parte del gip della procura di Nola – è di omicidio. Sarebbe lui, sebbene l’esatta dinamica non è ancora del tutto confermata, il responsabile dell’omicidio di Giuseppe Di Marzo, il 35enne pregiudicato, avvenuto poco dopo la mezzanotte di oggi. La vittima è morta sul colpo, raggiunta alla tempia sinistra da una pallottola esplosa, a distanza ravvicinata, da una pistola calibro 9 – un’ogiva deformata e un bossolo dello stesso calibro 9, sono stati rinvenuti poco dopo l’omicidio dai carabinieri del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna sulla scena del delitto.

La dinamica. Da una prima ricostruzione dei fatti tutto sarebbe iniziato dalla visita, nella tarda serata di sabato, di Giuseppe Di Marzo presso un agriturismo di Pomigliano d’Arco: «Io appartengo ai cavallari» (soprannominati un tempo quelli del clan Foria, ad oggi quasi estinto), così si sarebbe qualificato il pregiudicato all’ingresso del locale facendo, inoltre, capire di ‘volere qualcosa’. Al locale però il titolare in quel momento non era presente – questi si trovava, sempre da una prima ricostruzione dei fatti da parte degli inquirenti, in un altro locale a Marigliano in compagnia di alcuni amici, tra i quali lo stesso imprenditore di Pomigliano d’Arco. L’uomo, il pregiudicato, sebbene gli fosse stato chiesto di andare via, non ha assecondato le richieste e avesse deciso, al contrario, di aspettare il titolare del locale, che di lì a poco è arrivato. Tra di loro a quel punto è iniziata una discussione – secondo quanto raccontato da un testimone – andata via via crescendo in una lite più accesa, sarebbe stato in quel momento che l’imprenditore, con l’intento di sedare e separare l’amico dal pregiudicato, avrebbe esploso un colpo – partito forse accidentalmente – dalla pistola da lui legalmente detenuta che ha ferito mortalmente Giuseppe Di Marzo morto sul colpo.

L’imprenditore dopo poche ore si sarebbe lui stesso recato in caserma per denunciare l’accaduto ai carabinieri del Nucleo investigativo. La posizione così come il capo d’imputazione per Vincenzo La Gatta restano da confermare, intanto la procura di Nola ha disposto gli arresti domiciliari per l’imprenditore, al momento accusato di omicidio, che resta a disposizione dell’autorità giudiziaria.

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