giovedì 25 Aprile 2024
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Il tenore Raffaele Sepe Cavaradossi della “Tosca” in Germania

“La notte del 22 gennaio faccio un sogno; una voce m’invita, al mio risveglio, di guardare lo spartito di Tosca … ‘strano, pensai …’, quando in mattinata ricevetti un messaggio da parte di un agente che mi diceva che se non avessi da fare il 27 gennaio, potevo cantare Tosca? Ho riflettuto, c’era troppo poco tempo per preparare la mia parte al meglio. Ma siccome le sfide mi hanno sempre appassionato, accettai!

La vita qualche volta propone una serie di episodi che rasentano la favola, ovvero l’avverarsi di sogni gelosamente custoditi nel profondo dell’anima, non rivelabili forse per pudore, per coerenza, o forse perché crediamo che non si avvereranno mai. Tante volte ci prendiamo, ma in alcune altre ci sbagliamo. Ed allora per cosa propendere? Di essere prudenti, misurare i propri limiti – magari temporali – rinunciare ad un’opportunità perché non si è sicuri di potercela fare … oppure buttarsi a capofitto tra le onde tempestose di un’opportunità, sfidando il mondo e le proprie forze sempre in nome del talento che sappiamo in noi … e volare? Se si sceglie quest’ultima ipotesi, non ci vuole solo coraggio, ma una giusta dose di incoscienza, di indole battagliera, ma anche spirito di sacrificio e dedizione totale verso le nostre passioni, specialmente se queste sono espresse in qualche forma artistica. Raffaele Sepe, tenore nolano con all’attivo esibizioni di opere liriche in mezzo mondo, nonostante la sua giovane età … si è sentito in grado di tuffarsi in un’avventura che lui stesso ci racconta, evidenziando passo dopo passo, le sensazioni più contrastanti, a tratti inverosimili, fatte di paure superate dal proprio orgoglio e dalla testardaggine ‘dell’animale da palcoscenico’ – così come viene spesso definito per grinta e determinazione messe in scena – che alberga in lui. E per lirica intendiamo l’interpretazione dei personaggi principali nelle opere quali “Carmen” di Bizet, “La traviata”, “Don Carlo” e “Requiem” di Verdi, “La Rondine” e “Tosca” di Puccini e così via. E proprio a proposito di quest’ultima opera, l’artista della Città dei Gigli, invitato ad interpretare il personaggio del “Cavaradossi” nel teatro della città tedesca di Braunschweig, in Germania, si è dibattuto nel dilemma se accettare o meno l’impegno, vista l’esiguità dei giorni a disposizione per studiarsi l’opera, che non replicava da circa cinque anni, quando si esibì a “Villa Campolieto” ad Ercolano – Na. Inutile dilungarsi ulteriormente. Sentiamo il Sepe!

“La notte del 22 gennaio faccio un sogno; una voce m’invita, al mio risveglio, di guardare lo spartito di Tosca … ‘strano, pensai …’, quando in mattinata ricevetti un messaggio da parte di un agente che mi diceva che se non avessi da fare il 27 gennaio, potevo cantare Tosca? Ho riflettuto, c’era troppo poco tempo per preparare la mia parte al meglio. Ma siccome le sfide mi hanno sempre appassionato, accettai! Il problema era riprendere un’opera (Tosca) che avevo cantato quasi 5 anni prima. Guardai lo spartito, ricordavo le arie, ma tutto il resto, com’era ovvio, dimenticato. Avevo dato la mia parola, non potevo ritornare indietro, dovevo studiare più che potevo, anche 8, 9 ore al giorno, nota per nota, parola per parola. Dopo 3 giorni di applicazione indefessa parto con destinazione il teatro della città tedesca di Braunschweig. Con poco sonno per recuperare, viaggio per 11 ore: Napoli, Monaco, Berlino, Braunschweig.

Arrivo in albergo alle ore 15,30. Tempo per una doccia e prove in teatro alle 16.00. Ho pensato ‘Dio aiutami tu!’ Mi sono dato forza e coraggio e dalle 16,00 alle 22,30 ho provato senza sosta il primo atto dell’opera. E poi chiamano i napoletani fannulloni! Insieme al 1° atto riesco a fare anche il duetto con il soprano Yannick Muriel Noah. La regia è moderna e molto complessa, anche se il mio modo di esprimermi incontra il consenso del regista. La preoccupazione sale perché il giorno successivo avrei avuto la recita, perché non avevo provato tutto il secondo atto e il terzo, più la mia “atipica morte”, ma soprattutto non avevo provato con il direttore e l’orchestra. Il giorno dopo inizia con il mio solito rituale: colazione abbondante, esercizi di respirazione, vocalizzi e così via. Prendo un appuntamento con il bravo direttore d’orchestra, Christopher hein per decidere i tempi, poi provate le scene del secondo atto e terzo, mi resta giusto il tempo di mettere il costume da scena e trucco ed iniziare. Al mio ingresso ho sentito un brivido dentro che chi solo crede in quest’arte può capire: un mix di calma paradisiaca e adrenalina a mille. Concludo il primo atto, il secondo, il terzo senza pause e … alla mia “morte atipica” seguono 15 minuti di applausi del numerosissimo pubblico intervenuto, che decretano un successo per tutti! Per la splendida Tosca yannick Muriel Noah, per il bravo Scarpia oleksanar pushniak, per l’orchestra, il coro e tutto il cast.

A mente fredda, adesso, vengo pervaso dai sentimenti più variegati: appagamento, orgoglio e soprattutto dalla consapevolezza che la mia incoscienza non ha fatto danni, grazie alla mia indole battagliera e ad una forza psico-fisica che non pensavo di possedere. Ma ci ho creduto e alla fine credo di aver scritto una delle pagini più affascinanti della mia carriera di tenore. Delle mie tante esibizioni in America, Giappone, Lettonia, Israele … e in tanti teatri italiani, questa esperienza tedesca la ricorderò in modo particolare. E si capisce perché!”. Ad Majora, Raffaele!

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