venerdì 19 Aprile 2024
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Vertenza Princes-Mitsubishi, l’ appello delle parlamentari del M5s

PRINCES-MITSUBISHI, M5S: NO AL TRASFERIMENTO, TUTTI FACCIANO PROPRIA PARTE

“Suscita non poche perplessità la condotta di Princes-Mitsubishi che ha deciso di trasferire in tronco 55 dipendenti da Angri a Foggia. Il trasferimento – a cui tutti i dipendenti si sono opposti con fermezza – dovrebbe diventare effettivo dal 1 marzo. Stiamo seguendo da vicino la questione ma i dipendenti denunciano una situazione anomala nei confronti dei rappresentanti dei lavoratori. Il silenzio complice dei sindacati riconosciuti dal contratto collettivo, ovvero Cgil e Cisl, ha portato i lavoratori a rivolgersi al sindacato autonomo, non riconosciuto dall’azienda in quanto non firmatario del contratto collettivo nazionale. Ciò ha spinto i lavoratori rappresentati dal sindacato autonomo, alla denuncia di atteggiamento antisindacale”, dichiarano la Senatrice Luisa Angrisani e la Deputata Virginia Villani del MoVimento 5 Stelle. “Chiediamo dunque all’azienda di trattare con tutti i rappresentanti sindacali e di rinunciare al trasferimento forzato dei dipendenti a Foggia. A rischio vi sono la salute ed il benessere dei lavoratori”.
“Un’azienda che opera come etica e si prefigge di essere il leader etico del settore non può assolutamente prescindere dal garantire la tutela della collettività e dell’individuo al tempo stesso. Nonostante questo però si sta continuando a proseguire sulla strada del trasferimento forzato, in antitesi sia con gli interessi della stessa azienda, che intende materializzare nei suoi prodotti gli obiettivi 2030 delle Nazioni Unite, i principi dell’ETI e più in generale l’approccio delle responsabilità sociali d’impresa sia con la sostenibilità sociale, la vita delle persone e della collettività di cui essi fanno parte. Ribadiamo dunque il nostro forte appello al ‘No’ al trasferimento. La decisione sembra una ignara percezione delle soluzioni tecnologiche e digitali in essere o, peggio ancora, una maturata volontà di licenziare i dipendenti di Angri”, concludono Villani e Angrisani.

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