NAPOLI. Corsi per salvare i bimbi dai più consueti incidenti che si possono verificare in classe, una legge che arriva anche in Campania. A promuoverla, tra gli altri, Carmine Mocerino, Presidente della Commissione speciale Anticamorra e Beni confiscati, che in qualità di Consigliere del Gruppo Caldoro ha presentato l’iniziativa legislativa.
“La tutela dei più piccoli, la protezione dei nostri bambini passa da provvedimenti concreti e non dalle ‘inutili’ battaglie ideologiche”, spiega, “ieri ho presentato alla Presidenza del Consiglio regionale, quale primo firmatario, la Proposta di Legge: ‘Diffusione delle tecniche salvavita e dei concetti di prevenzione primaria quali la disostruzione pediatrica e la rianimazione cardiopolmonare’, una proposta che mi piace sintetizzare, senza enfasi e con basi scientifiche, nel ‘salva bambini’. Un tema delicato che merita grande attenzione”. Il testo è sottoscritto anche dai colleghi Stefano Caldoro, Mario Casillo, Armando Cesaro, Rosa D’Amelio e Raffaele Topo e nasce dalla fattiva collaborazione dell’Associazione SalvaBimbi onlus.
“In Italia, secondo i dati ufficiali dell’ISTAT, il 27% delle morti classificate come “accidentali”, nei bambini avviene per soffocamento da inalazione di cibo o di un “corpo estraneo”. Gli incidenti, che provocano danni seri, sono sempre più numerosi e i casi fatali aumentano. I dati sono allarmanti: è stimato che in Italia ogni anno perdono la vita 50 bambini, circa un bambino a settimana. Nella Regione Campania – è scritto nella relazione che accompagna la legge – nel 2013 hanno perso la vita due bambini, uno era a scuola ed uno a casa con i propri genitori”.
“Alcune Regioni italiane – sottolinea Mocerino – (Lombardia, Veneto, Piemonte) hanno già avviato iniziative analoghe per contrastare ed evitare simili tragedie”.
“La mancanza di competenze specifiche in questo campo può essere dannosa e a volte letale. Abbiamo un ritardo incredibile da recuperare. Secondo i dati prodotti dalla SIP (Società Italiana Pediatria) solo il 5% della popolazione, compreso il personale sanitario, è abilitato ad effettuare le manovre di rianimazione cardiopolmonare pediatrica di base, mentre, per esempio in Giappone, circa il 57% della popolazione sanitaria e laica è a conoscenza delle relative tecniche.
“Imparare alcune semplici tecniche di primo soccorso può risultare decisivo per la vita del piccolo. Ci sono manovre, codificate a livello internazionale, secondo un preciso algoritmo e definite “salvavita” che vanno conosciute. Questo tipo di manovre possono essere utilizzate sia sui lattanti che sui bambini ma anche su adulti”.
“La finalità che si vuole raggiungere è quella di formare persone sull’importanza e sulla conoscenza delle ‘tecniche salvavita’ e sui concetti di prevenzione primaria, persone che, a loro volta, sensibilizzeranno altre persone creando, con il tempo, una rete ‘virtuosa’ di soggetti in grado di interviene tempestivamente.
Con questa proposta coinvolgeremo le scuole, gli insegnati, le famiglie e gli studenti. Con meccanismi premiali incentiveremo i percorsi”.
“L’addestramento formativo verrà svolto da operatori sanitari e soggetti/enti formatori accreditati dal sistema sanitario di emergenza urgenza e si perfeziona con il rilascio di un attestato di qualificazione, in collaborazione con il Servizio di Emergenza Territoriale 118 del Servizio Sanitario Nazionale e con il contributo delle realtà del territorio” conclude Mocerino.
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