sabato 20 Aprile 2024
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Sette giorni ad aiutare per il sisma, il racconto dei volontari

SOMMA VESUVIANA. Sono stati una settimana nel Campo di Spelonga (Arquata del Tronto) per aiutare le popolazioni colpite dal tremendo sisma del 24 agosto. Oggi raccontano la loro esperienza in una lettera che volentieri pubblichiamo, sono Vincenzo Sannino, Antonio D’Avino, Michele D’Avino, Francesco Romano, volontari dell’associazione di protezione civile “Cobra 2”.

“Siamo partiti con la voglia e il coraggio di dare una mano a chi in quel momento ne aveva bisogno, non escludendo che avevamo un po’ d’ansia e timore, anche se per la nostra associazione non era la prima volta che si recava su zone colpite dal sisma, ma per la squadra che è andata sul posto, ad Arquata del Tronto era per loro la prima esperienza. Arrivati al campo in gestione della Regione Campania, abbiamo messo da parte problemi, paure, ansie, e ci siamo messi subito in gioco, a disposizione del campo e di chi ne aveva in quel momento bisogno. Abbiamo cercato, anche se era difficile perché molte persone ancora traumatizzate, spaventate, di portare sempre un sorriso a chi ne aveva bisogno. Una giornata regolare per la nostra squadra si svolgeva nella logistica del campo, che prevedeva fin dal sorgere del sole la manutenzione delle tende pneumatiche, la pulizia del campo, la cura e la supervisione del campo, in modo da creare minor disagio possibile e da rendere l’ambiente quanto più curato e vivibile, per le famiglie. Uno dei fattori che non ci ha aiutato, sono state le cattive condizioni meteorologiche, nonostante ciò però tutti i volontari del campo hanno sempre dato la forza/lavoro, superando tutte le difficoltà e cercando di essere sempre presenti vicino ad ogni singola persona. Il contattato giornaliero con le persone ci ha permesso di conoscere a fondo le loro vite, e con noi si sono aperti come se fossimo un unica famiglia grande e numerosa, non lasciamo il fatto che “Era più facile gonfiare una tenda, che strappare un sorriso a una bambina”. Tutti i volontari presenti nel campo, hanno cercato di far sì che le persone non perdessero le loro abitudini, e testimonianza che abbiamo festeggiato il compleanno di 2 bambine. Siamo stati vicini anche nel percorso di una coppia di anziani, che dalla tenda hanno scelto di andare ad alloggiare in albergo, e per regalo gli abbiamo chiesto un sorriso che ci ha riempito il cuore di gioia, e a ciò non c’è prezzo, e quel sorriso è stata la nostra “droga”, la nostra forza di aiutare ogni singolo giorno quelle persone. Dopo una settimana di piena attività, il ritorno per noi alla normalità, è stato più difficile della partenza stessa, perché nel partire avevamo con noi le nostre paure, ma arrivati lì le abbiamo sconfitte grazie ai sorrisi di quelle persone che nonostante avessero perso tutto, avevano quella voglia di vivere, e che ci trasmettevano anche a noi volontari ed era la forza che ogni singolo giorno ci faceva andare avanti. Infatti per noi distaccarci da tutto ciò, e da quelle persone stupende, è stato difficile perché la voglia di essere lì presenti a dare una mano e a regalare ancora sorrisi era più forte di quella di tornare alle nostre case, che quelle persone avevano perso!”
“Nessuno si stanca di essere aiutato. L’aiuto è un atto in conformità con la natura. Non stancatevi di riceverlo o di prestarlo.”

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