Qui resteremo e Kufia
due mostre per la Palestina a Pomigliano D’Arco
(8-16 maggio 2025)
Nel mese di maggio 2025, la città di Pomigliano D’Arco accoglierà la mostra Qui resteremo, fotografie da Gaza e Cisgiordania, e Kufia, matite italiane per la Palestina, allestite negli spazi della Sala Convegni ex Distilleria, Via Roma 287.
L’inaugurazione ci sarà il giorno 8 alle ore 17,30.
La Mostra resterà aperta dalle ore 10 alle ore 13.30 e dalle 16,30 alle 19.30. Sabato 10 e Domenica 11 maggio l’apertura sarà dalle ore 10 alle ore 13.30 .
L’iniziativa è promossa dall’Ass Città Aperta, CGIL Campania, LAB, UDS, E ZEZI Gruppo Operaio in collaborazione con l’associazione Gaza Fuorifuoco Palestina.
La prima mostra raccoglie una sequenza di immagini scattate dal novembre 2023 ad oggi da fotografi palestinesi che, in un paesaggio sfigurato dai bombardamenti israeliani, hanno continuato a lavorare nonostante le poche attrezzature disponibili e l’intermittente blocco delle comunicazioni oltre frontiera.
In questi tragici mesi, i loro occhi ostinati e ribelli hanno guardato anche per noi, superando censure mediatiche e complicità politico-militari. Per noi, e per il loro futuro incerto, hanno consegnato a distanza un riassunto quotidiano della distruzione di città e villaggi palestinesi, della morte venuta dall’alto ad opera di ordigni sofisticati o proibiti, comprese armi rimaste in disuso negli arsenali statunitensi o europei e man mano smaltite dal cielo di Gaza per far posto alle nuove. Per noi, per una giustizia uguale per tutti, hanno resistito all’assedio, alla perdita dei familiari e dei propri beni, alla volontà di espellerli per sempre dalla terra di origine, guardando dall’obiettivo di macchine fotografiche o cellulari cosa accadeva intorno a loro. Nel farlo molti sono stati cercati e uccisi in virtù di quello sguardo inatteso e costante, della semplice verità che ogni inquadratura rivelava sull’operazione «Spada di ferro» e il suo «intento genocidiario», come giudicato dalla Corte penale internazionale dell’Aja.
Nel mirino dell’esercito di Tel Aviv e dei suoi cecchini, i reporter e i fotografi sono stati, e sono ancora, un bersaglio prioritario: disturbano il racconto unidirezionale dei media, sfuggono al controllo ossessivo dei linguaggi coloniali, praticano una battaglia visiva sconosciuta alle redazioni mainstream. Ad oggi oltre duecentotrenta sono gli uccisi (diciannove nei trent’anni precedenti), mentre altri cento e più sono imprigionati, talvolta in luoghi sconosciuti, per «violazione della libertà di parola e incitamento al terrorismo», queste le surreali accuse ai sopravvissuti. Come altri prigionieri, privati di ogni diritto, hanno subito gravi privazioni, trattamenti disumani e torture denunciate da organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch. A inizio marzo erano sessantadue i prigionieri palestinesi morti in carcere dall’ottobre 2023.
In mostra, alle fotografie scattate durante le operazioni militari dell’Idf, costate cinquantamila morti, oltre diecimila dispersi, decine di migliaia di feriti e la polverizzazione delle strutture sanitarie, scolastiche e assistenziali, dei servizi idrici ed elettrici, si sono aggiunte le fotografie del contro esodo iniziato il 19 gennaio. Quelle del ritorno dei sopravvissuti alle macerie abbandonate, della speranza di ritrovare familiari e memorie personali, del trovar pace, del rendere onore ai corpi insepolti. Realizzate da altri fotografi, alcuni giovanissimi, nel corso di una breve tregua infranta da nuovi bombardamenti, aggiornano la dura realtà sul campo,
Nel loro insieme, nella qualità compositiva che le contraddistingue da quanto siamo abituati a vedere normalmente, da quanto giunge ai nostri occhi ed è costruito e diffuso per allontanarci dal dolore degli altri, per farci estranei al mondo e ai conflitti, per prenderne le distanze, le fotografie di Qui resteremo pongono la questione della vicinanza dei luoghi e del dolore comune, dell’intensità di ogni vita recisa e offesa, di una loro potenziale e preziosa esistenza, di una violenza altrimenti invisibile e di cui siamo responsabili se non agiamo. Ci chiedono se vale la pena girarsi dall’altra parte mentre, per conquistare terre, oro e potere, una minuscola parte del mondo pretende sopprimere il resto.
In esposizione, alla sequenza fotografica, costituita da trentatrè immagini, si affiancano quindici illustrazioni del portfolio Kufia, matite italiane per la Palestina, realizzate da vari maestri del disegno italiani, palestinesi e israeliani, accompagnate da testi di Stefano Benni e Guido Piccoli, pubblicate dal Comitato Bir zeit, la Cuen e l’Alfabeto urbano di Napoli nel 1988.
L’8 maggio 2025, alle ore 17.30 all’inaugurazione delle mostre intervengono Tommaso Sodano Città Aperta, Ali Rashid (ex Segretario dell’Ambasciata Palestinese in Italia, Nicola Ricci Segr.Reg.CGILI,Mariangela Punzo- Presidente ANPI Pomigliano (ed altri nomi associazioni organizzatrici…. , Patrizio Esposito (associazione Gaza_Fuorifuoco_Palestina)
Visite degli studenti ed altre attività culturali saranno programmate durante tutto il periodo delle esposizioni e saranno comunicate tempestivamente (letture poetiche, proiezioni…
Il montaggio video di un’ampia sequenza di fotografie da Gaza e Cisgiordania, realizzato da Roberto-C. con musiche originali di Antonio Raia, sarà proiettato nella sala Orologio
fotografi: Abdul Akim Khaled Abu Rayash, Bilal H. Elnabilh, Issam Rimawi, Muhannad Abdulwahab, Mahmoud Elyan, Mahmoud Illean, Mohamed Moana, Omar Abu Nada, Yasser Qudaih, Mohamad Al Baba, Musa Al-Shaer, Wala Hatem Sabry, Soha Sukkar, Hashem Zimmo, Mohammad Al Masri, Bilal H. El Nabih, Abnal Masri, Kamel Bulbul (e altri fotografi palestinesi) –
illustratori: Igort, Andrea Pazienza e Marina Comandini, Guido Crepax, Sliman Mansour, Giuseppe Palumbo, José Muñoz, Daniele Scandola, Massimo Giacon, Magnus, Milo Manara, Lorenzo Mattotti, Oreste Zevola, Arnon Ben-David, David Reeb, Taleb Dweik, Tayseer Barakat, Nabil Hanani, Vauro, Altan, Vincino

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