sabato 12 Luglio 2025
HomePoliticaA Torre Annunziata il bagarinaggio mette in pericolo la sicurezza dei bagnanti

A Torre Annunziata il bagarinaggio mette in pericolo la sicurezza dei bagnanti

Non servono solo controlli sui costumi (da bagno), ma anche sul “malcostume” che inquina l’accesso al mare

Con l’avvio della stagione estiva, il litorale di Torre Annunziata si scontra con le stesse criticità di sempre: un mare ancora inquinato, una spiaggia libera priva di servizi essenziali e il Lido Santa Lucia chiuso da anni e lasciato all’incuria. A peggiorare il quadro, l’assenza di un presidio sanitario fisso, i controlli sporadici delle forze dell’ordine e il “mappatella” – l’arenile pubblico – salvato dall’incuria solo grazie al lavoro dei volontari.

In questo contesto di vuoto istituzionale – tra uno Stato latitante nelle politiche ambientali e sulla sicurezza, un Comune in ritardo nella definizione di regole chiare per i concessionari e gestori poco attenti ai bisogni collettivi – si inserisce una pratica illegale, questa volta compiuta dagli stessi utenti dei lidi: il mercato nero degli abbonamenti stagionali, con tessere per il solo ingresso alla spiaggia rivendute illegalmente.

Gli abbonamenti, che includono servizi base come ombrellone, sedie e sdraio, offrono anche un numero di accessi al mare spesso superiore alle esigenze degli acquirenti. Proprio questi ingressi “in eccesso”, vengono ceduti a terzi, sfruttando la fiducia dei gestori, i quali raramente verificano l’identità degli utenti. Il meccanismo alimenta un circuito parallelo: sui gruppi Facebook, i titolari degli abbonamenti mettono in vendita i biglietti residui, ammortizzando così le spese iniziali.

La pratica non viola solo i contratti, ma sabota apertamente le norme nazionali che garantiscono il libero accesso alla battigia, rivendicato con forza dai movimenti per le “spiagge libere”. Nonostante ciò, molti stabilimenti impediscono i passaggi, spingendo i cittadini a ricorrere al “bagarinaggio”. Un circolo vizioso in cui il disagio sociale alimenta l’illegalità, e viceversa. Le conseguenze superano il danno amministrativo: nell’estate 2024, una sparatoria in un lido – fortunatamente senza feriti, anche per l’intervento tempestivo dei gestori – ha rivelato i rischi della mancata identificazione degli utenti.

«Se il costume da bagno è un diritto, il malcostume è un abuso» denunciano i movimenti per l’accesso libero alle spiagge, che chiedono interventi duplici: fermare la rivendita illegale e introdurre sistemi di riconoscimento agli ingressi dei lidi. Intanto, la “zona rossa” istituita vicino ai lidi comunali si rivela un fallimento: nella villa comunale, ragazzini in sella a motorini elettrici illegali sfrecciano indisturbati, mentre ieri una nuova rissa ha riacceso l’emergenza sicurezza.

Permettere il passaggio libero attraverso i lidi, come impone la legge, potrebbe interrompere il mercato nero degli abbonamenti e sostenere chi chiede un accesso equo e sicuro al mare. Ma senza una presa di posizione netta delle autorità, il rischio è che diritti e illegalità continuino a confondersi, lasciando la costa in balia al solo senso del dovere dei gestori dei lidi.

Sostieni la Provinciaonline

Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.

Articoli recenti

Rubriche