di Emilia Ferrara
Al sassofono blu, il romanzo di Serena Venditto. I gatti dimostrano di avere un’assoluta onestà emotiva. Gli esseri umani, per una ragione o per l’altra, quasi sempre riescono a nascondere i propri sentimenti. I gatti no.
Con questa frase di Ernest Hemingway si apre l’ultimo romanzo di Serena Venditto “Al sassofono blu” edito dalla casa editrice Homo Scrivens.
Il suo ultimo romanzo è il terzo della serie che vede come investigatore un gatto nero di nome Mycrosoft. Come disse la Venditto durante una presentazione, l’invenzione di questo particolare investigatore che convive insieme alla padrona Malù, archeologa; Ariel traduttrice italolamericana di romanzi rosa; Kobe pianista giapponese e Samuel un rappresentante di articoli per gelaterie di origini sardo-nigeriane; i cinque coinquilini di via Atri, vi offriamo l’incipit del testo.
Driiiiiin!
«Andrea?»
«Ariel?»
«Andrea, scusa, ti chiamo per dirti che… insomma, non
è molto semplice da spiegare al telefono… beh, è successo un macello».
«Non mi stupisce, Ariel, neanche un po’. Succede sempre
un macello quando ci siete di mezzo voi quattro».
«Cinque».
«Cinque?»
«Cinque, quattro più uno. Dimentichi Mycroft. Te lo dimentichi
sempre, e sbagli».
«Ah, già, dimenticavo il gatto. E allora, che avete combinato
stavolta?»
«Ci hanno portato in commissariato».
«Tutti e cinque?»
«Tutti e cinque»
«Meow!»
Le vicende di Mycrosoft sono nate grazie a un esercizio della bottega del corso di scrittura creativa, diretto dall’editore della Homo Scrivens Aldo Putignano e dallo scrittore Giancarlo Marino. Vincitrice di tanti premi per la letteratura di genere, ha accettato la nostra intervista. L’autrice è frizzante con uno spiccato humor, che si percepisce anche attraverso la sua scrittura.
Serena, questo è il suo quarto romanzo, terzo della letteratura di genere, con quale titolo si è divertita di più a scrivere?
Forse Al Sassofono blu, perché avevo fin da subito un’idea molto precisa di cosa doveva accadere e quindi dovevo solo concentrarmi sulla scrittura
Quale ha richiesto più lavoro di ricerca?
Non saprei, forse C’è una casa nel bosco, ma naturalmente non posso rivelare perché.
Quale tra i personaggi ama descrivere di più?
Forse Malù, è il personaggio più complesso e contraddittorio: razionale ed empatica, divertente, ma arrogante… insomma, è una sfida
Una caratteristica comune ai suoi romanzi è il velo d’ironia pronta e intelligente, a suo avviso è una delle sue caratteristiche più evidenti?
Penso di sì, è quello che mi auguro
So che è una grande appassionata di calcio, e scrive anche articoli in merito, c’è qualcosa che farebbe pur di vedere una partita?
Ho fatto cose che voi umani…
L’amore per il Napoli e a volte le soddisfazioni che ti dà potrebbe essere paragonato ad un rapporto con partner?
Ho con il Napoli calcio lo stesso rapporto che ho con Napoli città: è come stare con un fidanzato stronzo: bello, passionale, innamorato, ma molto stronzo. A volte ti fa soffrire, spesso ti fa godere
Mi elenca 10 titoli di libri preferiti?
Anna Karenina, La schiuma dei giorni, L’ amore ai tempi del colera, Teresa Batista stanca di guerra, Parti in fretta e non tornare, Il nome della rosa, Dolce come il cioccolato, L’assassinio di Roger Ackroyd, Uno studio in rosso, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
Cosa la colpisce di un libro e cosa le piace di più descrivere?
La cura del linguaggio. Più che le descrizioni amo scrivere i dialoghi.
Quali sono le cose a suo parere da evitare assolutamente in un racconto o romanzo?
La banalità, la rozzezza del linguaggio… tutto quello che mi dà fastidio anche nella vita reale.
Se le venisse data la possibilità di incontrare un autore del passato, chi vorrebbe incontrare?
Quella romanticona di Jane Austen. E dato che ormai è passato a miglior vita, Gabriel Garcia Marquez.
Visto la sua bravura in cucina come anche nella scrittura, qual è una ricetta per un buon noir?
A differenza del giallo, il noir è un’atmosfera, più che una struttura, quindi direi alludere più che spiegare.
Progetti futuri?
Da gennaio presentazioni, presentazioni, presentazioni. Il 7 gennaio andiamo al Nabokov, sono finalista con C’è una casa nel bosco. E poi vedremo…
Serena Venditto è nata a Napoli nel 1980, un giorno dopo Harry Potter. Ha esordito con una commedia rosa, Le intolleranze elementari (Homo Scrivens 2012), più volte ristampata e da cui è stata tratta una rappresentazione teatrale a cura della compagnia Parole Alate; nel 2014 ha pubblicato la commedia gialla Aria di neve, il primo romanzo in cui compaiono i 4+1 di Via Atri 36 e il gatto detective Mycroft, vincitore del premio della critica Costadamalfilibri 2015, seguito l’anno successivo da C’è una casa nel bosco (Menzione speciale al Giallo Garda 2016).
Ha partecipato all’Enciclopedia degli scrittori inesistenti 2.0 e a Faximile. 101 riscritture di opere letterarie, entrambi editi da Homo Scrivens; cura la rubrica Bar Sport per il sito Napoliclick.it. Ama i libri e i colori: oltre a leggere e scrivere gialli, ha i capelli rossi, gli occhi verdi e un gatto nero.

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