mercoledì 12 Novembre 2025
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Arrestato esponente del clan Gallo/Cavalieri a Torre Annunziata per intimidazioni ed estorsione

Un imprenditore denuncia dopo un anno di vessazioni: “Volevano soldi o un posto, minacciavano di bruciare tutto”. Le indagini svelano il legame col clan

I Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito oggi un arresto cautelare nei confronti di un uomo legato al clan camorristico Gallo/Cavalieri, indagato per atti persecutori e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. L’ordinanza, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura Antimafia, segue una serie di indagini avviate dopo le denunce presentate da due imprenditori del settore farmaceutico di Torre Annunziata. Le vittime avevano segnalato minacce e violenze protrattesi per circa un anno, culminate in episodi sempre più violenti negli ultimi mesi.

Le indagini, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia e condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri locali, hanno ricostruito un’ondata di intimidazioni che includevano danneggiamenti alle auto delle vittime, scritte minatorie, imbrattamenti di garage e persino il versamento di liquido infiammabile in un luogo di lavoro, con la minaccia di incendiare la struttura. Secondo gli inquirenti, l’uomo avrebbe agito per ottenere denaro o un posto di lavoro, arrivando a pedinare le vittime e i loro familiari, con un’escalation particolarmente intensa tra il 12 e il 14 agosto scorso.

Il legame dell’indagato con il clan Gallo/Cavalieri, attivo nell’area di Torre Annunziata, è stato considerato elemento centrale per l’applicazione della misura cautelare. Gli investigatori hanno evidenziato come le pressioni esercitate sulle vittime riflettessero modalità tipiche della criminalità organizzata, basate sulla reputazione del gruppo e su legami familiari. L’arrestato, già noto per precedenti legati al contesto camorristico, è stato trasferito nel carcere di Secondigliano al termine delle procedure formali.

L’operazione conferma l’attenzione delle autorità sul contrasto alle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico locale. Pur trattandosi di un provvedimento cautelare, soggetto a eventuali impugnazioni, l’episodio riaccende i riflettori sulle dinamiche di pressione illegale subite da imprenditori in aree a rischio. Resta fermo il principio della presunzione di innocenza per l’indagato fino all’eventuale condanna definitiva.

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