Somma Vesuviana. Un attentato programmato e ben calcolato nei minimi dettagli. Un aspetto che fa riflettere. Fermo restando che un atto intimidatorio deve sempre far pensare, peggio è quando per metterlo in atto si utilizzano metodi propri della criminalità organizzata. Questo è quanto emerge dai primi fatti analizzati rispetto a quanto accaduto ieri allo studio del consigliere comunale Giuseppe Nocerino.
Ritrovato ordigno esplosivo davanti allo Studio di un consigliere comunale
Gli attentatori sono arrivati a via Aldo Moro a bordo di una Fiat Punto bianca, ma hanno avuto l’accortezza di coprire la targa con una fitta pellicola. L’uomo che ha materialmente consegnato il pacco-bomba, indossava due cappucci, quello di una felpa e quello di un giubbino, oltre alla mascherina che gli travisava il viso ed i guanti. E’ arrivato al portone ha citofonato allo studio Nocerino e a due persone incontrate nell’androne ha proprio chiesto dove fosse “lo studio Nocerino”. Ecco perchè da un primo momento si è subito detto che l’attentato fosse rivolto al consigliere comunale che nella vita è un commercialista. Nello studio con lui lavorano anche la consigliera comunale Adele Aliperta e l’assessore al Bilancio Raffaele Irollo, ma come spiegato la bomba era indirizzata proprio all’ex capgruppo di “Siamo Sommesi”. Nocerino aveva aperto la porta e questo probabilmente lo ha salvato. L’attentatore infatti aveva acceso la miccia dell’ordigno (che era in un busta di plastica azzurrina da cui usciva soltanto la lingua rossa della miccia accesa) e lo aveva lasciato attaccato alla porta (che infatti si è in parte bruciata). Quando il consigliere ha visto la fiamma ha sbattuto con forza la porta e questa deve aver spento la miccia.
Ieri sul posto, fino all’una di notte, i carabinieri di Castello di Cisterna, gli artificieri, i vigili del fuoco, la polizia locale e un’ambulanza, fatta arrivare sul posto per sicurezza mentre si prelevata la bomba dallo zerbino dello studio. Poi è stata portata in una zona di aperta campagna di Somma Vesuviana e fatta brillare con una deflagrazione “fortissima”. L’area intorno al palazzo era stata delimitata per un diametro di circa 200 metri e le persone nel palazzo invitate ad allontanarsi dalla porta e dalla zona delle scale.
Non si hanno ancora i risultati delle indagini tecniche, ma sembra che l’ordigno fosse abbastanza potenze da poter distruggere il primo piano dello stabile dove si trova appunto lo studio. Un episodio grave su cui indagano gli uomini dell’Arma che a lungo hanno rivolto domande proprio a Nocerino per provare a capire chi possa esserci dietro all’attentato fortunatamente mancato.
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