SOMMA VESUVIANA. Scarcerato dal tribunale del Riesame Franco D’Avino. Fratello del capoclan Giovanni era stato arrestato nel corso dell’operazione “Blusky” portata a termine il 10 maggio con l’arresto, tra Somma Vesuviana e Sant’Anastasia, di 21 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo camorristico, tentato omicidio, spaccio di stupefacenti, estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Franco D’Avino rispondeva di associazione a delinquere di tipo camorristico ed in particolare la sua figura era salita alla ribalta della cronaca per la candidatura della figlia alle elezioni comunali del 2013, candidatura per la quale avrebbe chiesto proprio l’aiuto e i voti della famiglia, una famiglia coinvolta negli arresti, oltre al fratello Giovanni, considerato dagli inquirenti il capo dell’omonima cosca, erano finiti anche due nipoti Stefano e Ferdinando.
Il tribunale del Riesame ha accolto la linea difensiva portata avanti dagli avvocati Salvatore Di Sarno e Sergio Morra che hanno puntato a chiarire proprio l’aspetto della candidatura della ragazza alla carica di consigliere comunale. E’ stato letto tutto l’integrale dell’intercettazione dal quale sono emersi altri aspetti della vicenda che hanno convinto i giudici, sono venute meno dunque le esigenze cautelari. Da ieri sera non è più in carcere ed è tornato a casa.
Su alcuni aspetti della vicenda pone la sua attenzione proprio l’avvocato Di Sarno: “La candidatura della figlia di Francesco D’Avino fu una iniziativa personale, aderendo alla richiesta avanzata dal compianto candidato a sindaco Dr. Ferdinando Allocca, al solo fine di dare un minimo di visibilità alla figlia Concetta (Titti) neolaureata. Tengo a precisare che quella candidatura fu avulsa da qualsivoglia dinamica “misteriosa”, a cui invece si vorrebbe far pensare, tant’è che raccolse pochissime preferenze, non beneficiando di alcun “particolare” aiuto. Infine, e non per minore importanza, l’annullamento della misura cautelare si è avuta per la carenza dei gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato e non solo,evidentemente per l’assenza di esigenze cautelari da tutelare. Questo provvedimento, ovviamente, lascia ben sperare per il processo che, forse, il D’Avino dovrà affrontare. Abbiamo piena fiducia nella Magistratura e siamo certi che il prima possibile si farà piena luce sull’estraneità ad ogni coinvolgimento di Francesco D’Avino in attività che non gli sono mai appartenute e che anche per gli altri indagati dovranno essere accertate in sede dibattimentale”.

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