giovedì 18 Aprile 2024
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Clan Mallardo, sequestrati beni per oltre 17milioni di euro

Giugliano. Il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli ha proceduto, su disposizione della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli,
alla confisca, tra Campania e Lazio, di un ingente patrimonio del valore di 17.600.000 euro riconducibile a Michele PALUMBO, nato a Villaricca (Napoli) nel 1952, appartenente al
clan MALLARDO.
Le Fiamme Gialle hanno acquisito al patrimonio dello Stato 17 unità abitative tra i comuni
di Giugliano (NA), Aversa (CE), Mentana (RM), e Monterotondo (RM), 11 terreni nel
comune di Mentana (RM), oltre a quote e immobili relativi a una società operante nel
settore immobiliare con sede a Fonte Nuova (RM), riconducibili al “prevenuto” e al suo
nucleo familiare.
L’attività trae origine da indagini delegate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ed eseguite dagli specialisti del G.I.C.O. partenopeo che hanno eseguito, nel periodo dal 2010 al 2021, diversi provvedimenti di sequestro preventivo e di misure di prevenzione patrimoniali disposti dai Tribunali di Roma e Napoli nei confronti, tra gli altri, del PALUMBO.
In questo contesto criminale, come evidenziato in sentenze dello stesso Tribunale di
Napoli, il clan MALLARDO ha investito i propri proventi illeciti in attività immobiliari facenti capo al PALUMBO e ad una sua società operante nel settore edile; il sodalizio era stato favorito dal genero del PALUMBO, Giuseppe D’ALTERIO, nato a Villaricca nel 1977,
esponente di rilievo del clan MALLARDO, per conto del quale si interessava di diversi
settori economici quali quello edilizio, immobiliare nonché della distribuzione del caffè agli esercizi commerciali del giuglianese e del casertano, ove acquisiva commesse anche in zone controllate da clan camorristici alleati, come il Clan dei Casalesi.
Il presupposto per l’applicazione dell’odierna misura di prevenzione patrimoniale deriva
dall’accertata appartenenza del PALUMBO al clan MALLARDO, sancita da una condanna a 12 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e scaturisce dagli accertamenti economico-patrimoniali effettuati dalle Fiamme Gialle.
Infatti, il monitoraggio effettuato dal G.I.C.O. di Napoli ha fatto emergere, grazie ai riscontri sviluppati anche attraverso l’utilizzo delle banche dati in uso al Corpo e agli accertamenti bancari, una marcata sproporzione tra le fonti di reddito lecite di cui il soggetto disponeva
ufficialmente e il patrimonio di beni mobili e immobili di rilevante valore negli anni
accumulato.

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