Dai nostri inviati Michele Falco e Ciro Castaldo
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QUESTO, INVECE, A QUELLO CON IL MEGLIO DEL BACKSTAGE
ROMA. Doveva essere un giorno di festa e lo è stato, nonostante un po’ di pioggia abbia tentato invano di infastidire i giovani, presenti già dalle prima ore del mattino, a piazza San Giovanni per il consueto appuntamento con il Concertone del Primo maggio. Pioggia mirabilmente scongiurata dagli 800.000 giovani accorsi da ogni angolo della penisola al ritmo dell’inossidabile ‘Ma il cielo è sempre più blu’ dell’indimenticabile Rino Gaetano, più volte citato anche dal palco nel corso della giornata. Doveva essere un giorno, ancora un altro, per far sentire la propria voce all’unisono a favore dei diritti dei lavoratori, e quella voce si è sentita forte e chiara! Doveva essere la vetrina per band giovani ed emergenti e lo è stata, con i Blastema, i Mamamarjas, gli Autoreverse e i Fabryca, a scaldare la piazza dalle primissime ore del pomeriggio. Poi, si sono ritrovati sul palco alcuni dei migliori artisti del panorama musicale italiano: da Caparezza ai Subsonica, da Mauro Pagani a Eugenio Finardi, da Dente ai Sud Sound System, dai Young the giant ad Alessandro Mannarino, da Noemi a Nina Zilli e tanti altri, diretti dai bravissimi presentatori Francesco Pannofino e Virginia Raffaele (a dir poco esilarante nei panni della Vanoni e del ministro Fornero). Il tema di quest’anno è stato ‘La musica del desiderio: la speranza, la passione, il futuro’. La musica, dunque, al centro del Concertone del Primo maggio, la musica come argomento, come speranza e come futuro. Un concerto che ha vissuto momenti di pura commozione, come il minuto di silenzio per le morti sul lavoro, e momenti di grande partecipazione politica, come gli appelli a non modificare l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, ma semmai a estenderlo ai luoghi di lavoro con meno di 15 dipendenti. L’eroe della serata, oltre ai giovani che hanno risposto con la solita calda partecipazione, è stato sicuramente Caparezza. Il rapper pugliese si è esibito in un vero e proprio show con le sue note divertenti e ironiche e ricche di invettive scagliate senza paura alla politica. Salito sul palco chiuso in una gabbia, vestito da eretico, è stato annunciato da Francesco Pannofino ricordando le esecuzioni di piazza del Medioevo, aprendo il suo concerto nel concerto con il brano ‘Sono il tuo sogno eretico’. Altrettanto bella la coreografia sulla canzone ‘Il dito medio di Galileo’, dove il consueto gesto del dito medio alzato “non è più rivolto come un segno offensivo, ma come segno del sapere… se lo ha fatto Galileo…” Una vera e propria rivalsa in note per l’immenso scienziato toscano, avvenuta proprio nella città dei Papi… Poi, il pezzo ‘La fine di Gaia’ è stato un’altra occasione per invocare la divinità Equitalak: “Ci sono terremoti sociali, fiumi di esodati, ti preghiamo di non estinguere noi, estingui i nostri debiti”… Di livello elevato è stata anche la performance dei Subsonica, che hanno dimostrato ancora una volta di essere una delle band più acclamante dalla platea. Di rilievo anche l’esecuzione di Samuel, voce della band, nel riproporre ‘Heroes’ di David Bowie accompagnato dall’Orchestra Roma sinfonietta diretta mirabilmente dal Maestro Mauro Pagani. Sono state ben dieci le canzoni che hanno fatto la storia del Rock a essere riarrangiate: tra i vari brani spiccano, oltre alla già citata ‘Heroes’, ‘Purple haze’ di Jimi Hendrix, riproposta dallo stesso Pagani, ‘Strawberry fields forever’ , affidata a Elisa, e ‘Like a Rolling stone’ riletta dal grandissimo Eugenio Finardi. Di grande livello anche l’esibizione di Alessandro Mannarino che ha fatto venire la pelle d’oca nell’esecuzione di ‘Serenata lacrimosa’ e nel seguente recitato come invito ai giovani a prendere coscienza delle loro potenzialità e “a non avere gli occhi da cammello, occhi che fanno sembrare i loro padroni dieci volte più grandi di quanto lo sono in realtà”. Tra gli altri artisti un posto d’onore è da riservare a Dente che con il pezzo ‘Cuore di pietra’, seppur stonando e andando fuori tempo in qualche battuta, ha omaggiato Bob Dylan presentandosi sul palco con dei cartelloni illustrati. Un omaggio spassionato da uno dei cantautori italiani emergenti che più si distingue per genio e che negli ultimi tempi sta diventando sempre più popolare. Ottima anche la prova dei Sud Sound System: ‘Le radici ca tieni’ ha fatto ballare anche le statue della Chiesa di San Giovanni e quella del Teatro degli Orrori con la stupenda e commovente ‘La canzone di Tom’ che Pierpaolo Capovilla ha voluto dedicare a tutte le morti sul lavoro. Agli Almamegretta e agli Afterhours il compito di avviare il concerto verso la fine con Noemi che, scendendo dalle scale dell’Ariston, le risale fino a Piazza San Giovanni per la sua versione di ‘Hey Jude’ , dopo aver potuto apprezzare lo straordinario assolo dell’ottimo Stefano Di Battista che ha accompagnato Raiz nella riproposizione di ‘Shine on you crazy diamond’ dei leggendari Pink Floyd. Un grande riconoscimento, come detto, va ai presentatori che hanno dato il massimo, facendo divertire la piazza, con battute sarcastiche, ma facendola anche riflettere con momenti culturali intensi come la citazione di alcune frasi di celebri autori, da Primo Levi a Whitman, da Lucio Dalla a Fabrizio De André.
Infine, un ringraziamento speciale alla città di Roma, che come sempre ha gestito al meglio la grande affluenza di persone e l’impeccabile macchina organizzatrice supervisionata dai sindacati CGIL, CISL e UIL.

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