venerdì 19 Aprile 2024
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“E verrà un altro inverno”. Carlotto narra di imprenditori della valle

Abbiamo intervistato il grande scrittore Massimo Carlotto, parlando della sua ultima fatica letteraria “E verrà un altro inverno” edito da Rizzoli. Qualsiasi descrizione di Massimo Carlotto, sarebbe superflua, nasce a Padova, il 22 luglio 1956 è uno scrittore, drammaturgo, giornalista, saggista, fumettista e sceneggiatore italiano. Parlare Massimo Carlotto è piacevole soprattutto perché è una persona che mette a proprio agio l’interlocutore dimostrando molta professionalità e rispetto per gli altri.

La trama del libro è molto particolare, ma il lettore non corre rischi di perdersi, grazie al lavoro descrittivo dello scrittore. Carlotto nel libro narra di Bruno Manera e della seconda moglie Federica Pesenti. Apparentemente sembrano una coppia felice. Lui è un ricco cinquantenne proveniente dalla città, mentre Federica ha trentacinque anni ed è l’erede di una dinastia di imprenditori della “valle”, operoso distretto del Settentrione dove dominano i maggiorenti, l’élite dei capitani d’industria che ha costruito l’ordine del duro lavoro per tanti, del profitto per pochi e delle menzogne per tutti. Su insistenza di Federica, Bruno accetta di trasferirsi in paese, varcando la frontiera invisibile della provincia profonda. Ma quando Manera comincia a subire una serie di gravi atti intimidatori, la situazione precipita.

Il titolo del romanzo si presta a più interpretazioni, a prima vista è rassicurante mentre poi leggendo il libro… Carlotto, la sua intenzione qual era?

La mia idea del titolo è dare un senso di continuità della vita della valle, dove non cambia mai nulla.  Mentre qualcuno ha interpretato il titolo come qualcosa di rassicurante, che ritorna di sicuro, dove fa freddo fuori e caldo in casa…..

Dopo la fortunata serie dell’alligatore e romanzi come La signora del martedì, con pochi protagonisti, qui ci troviamo quasi un romanzo corale, dove i protagonisti sono tanti e articolati, una scelta dovuta a qualcosa in particolare?

Lavoro sulle storie e non sui personaggi. L’alligatore uscirà tra un bel po’ di tempo. Questa è una storia che sto seguendo da otto anni, mi sono ispirato a una storia vera, ma che ho dato poi delle mie personali svolte ed epilogo.

Carlotto, la trama è assolutamente particolareggiata e molto reale, quanto è stato difficile costruirla?

Io ho provato a semplificarla molto per non far perdere il lettore, la trama apparentemente è semplice, ma costruirla non è stato per nulla facile. I personaggi sono complessi, e la valle è la vera protagonista di questo romanzo.

I maggiorenti quanto influiscono nella vita di Bruno Manera, e nella sua “caduta”?

Anche Bruno è un maggiorente, ma è di città e quindi considerato uno straniero. La valle è un posto dove tutti quelli che non sono nati lì, sono visti con diffidenza e non sono accettati. Bruno solo molto tardi si renderà conto che nonostante le apparenze, non è mai entrato davvero nella cerchia di chi è nato in paese.

Le donne di questo romanzo sono molto determinate e hanno il senso del futuro, ce n’è una a cui è più affezionato?

Tra i personaggi femminili mi è piaciuto descrivere Sabrina una shampista che sogna il matrimonio, e anche Federica. Quest’ultima, nonostante voglia andar via dal paese e abbia delle idee chiare presenta delle fragilità, dal punto di vista del padre ha fallito completamente. Sono donne che agiscono per sistemare le situazioni anche complicate, create dagli uomini. È una società arcaica dove predomina il matriarcato e Il matrimonio viene visto come l’unico ruolo importante che una donna deve ricoprire.

Pensa che i pettegolezzi sui social siano più ”pericolosi” di quelli di “paese”, oppure si è solo amplificata la situazione?

La situazione si è amplificata. Il pettegolezzo e le fake news girano sui social molto più velocemente, anche attraverso tutti questi profili falsi, dove molte persone riversano le proprie frustrazioni. I social sono uno strumento usato in maniera erronea da tanti. È un mondo dove siamo entrati senza conoscerlo a fondo, ci vorrebbe un’educazione civica per i social.

Quanto secondo lei la provincia come la valle è rimasta arretrata?

La provincia è diversa da zona a zona, poiché tutta l’Italia è diversa, la provincia veneta è differente da quella campana. In alcuni paesi non esistono librerie, biblioteche, cinema. Dovrebbe essere compito della letteratura l’evoluzione. Molte zone sono rimaste agli anni ’60, ’70, e per questo motivo occorrono rimedi culturali differenti da zona a zona. E anche per questo motivo questi paesi si stanno desertificando contro la super congestione delle città.

Caeloto quale sarà il prossimo lavoro?

Un romanzo ambientato a Padova

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