venerdì 19 Aprile 2024
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Edilizia, il ruolo dei professionisti e l’architetto da “combattere”

Edilizia, il ruolo dei professionisti e l’architetto da “combattere”.

a cura di Mario Rea, Architetto

E’ ormai cosa comune che l’architetto sia una figura da ricchi, sia un’artista, sia inferiore agli ingegneri, disegni casette e faccia giochetti strani all’università: facciamo un po’ di chiarezza su questa mitologica figura che si aggira per le nostre città, armato con tubi, porta progetti e macchina fotografica gigante.
La maggior parte delle persone pensa che chiamare un architetto per chiedere anche solo un consiglio per la ristrutturazione o la costruzione della propria abitazione, sia una di quelle “spese in più” che si possano evitare, dato già l’immane costo dei lavori da svolgere. L’architetto, in questo caso, rappresenta la garanzia tecnica che si frappone tra committente ed impresa esecutrice dei lavori, per far in modo che tutte le lavorazioni siano eseguite nel migliore dei modi e garantiscano all’utente finale la piena fruibilità di tutti gli spazi. Il tecnico diventa la garanzia, il punto di riferimento, colui di cui ci si può fidare e colui che può dispensare consigli, non va visto come quella spesa superflua di cui sopra, quel nemico da combattere perchè vuole fare per forza una cosa che va contro i nostri canoni abituali.
L’architetto non è un’artista e un’artista non è un architetto. L’estro che è generalmente riconosciuto alla figura, ha sempre basi tecniche e tecnologiche apprese dall’esperienza e dallo studio. Dalla sapienza e dalla manipolazione di queste basi scientifiche possono nascere grandi capolavori artistici, ma, essendo firmati da architetti riconosciuti dagli ordini di appartenenza, hanno la capacità (non scontata) di stare in piedi e di rendere più belle ed armoniche le nostre città.
Solo gli ingegneri possono effettuare calcoli strutturali, sanno come ottenere permessi edilizi o far reggere le costruzioni in piedi: sbagliato. Dopo più di cinquanta esami universitari, ingegneri ed architetti sono ormai figure con più o meno le stesse capacità e sono complementari tra loro. Gli architetti, dal loro canto, hanno il monopolio sulle ristrutturazioni di edifici storici e sono proprietari morali degli oggetti di design che creano.
E’ stimato che oggi in Italia ci sia un architetto ogni quattrocento persone: praticamente ce ne sono più di quanti effettivamente se ne avrebbe bisogno. Qual’è l’unica arma a favore della categoria per poter emergere in questo complicato panorama? La qualità. La qualità possibilmente non a costi elevatissimi. E’ ovvio che se ci si rivolge ad una grande firma il costo potrebbe apparire sproporzionato rispetto a qualunque mole di lavoro venga effettivamente prodotta, ma se per un attimo ci si sofferma a pensare che dietro i nomi altisonanti c’è il lavoro di tanti ragazzi, che spesso sono sottopagati rispetto a ciò che fanno, e che l’archistar di turno ormai si limita solo a firmare scartoffie e a prendersi i meriti, forse forse un opportunità all’architetto della porta accanto, alle prime esperienze, si potrebbe dare, forse chissà, il design della macchina che abbiamo appena acquistato è stato ideato proprio da quel ragazzo che ha lavorato sotto firma del grande nome di turno.
Ed allora coraggio, fate studiare ai figli quello che muove le loro passioni, e se vorranno fare gli architetti, rassegnatevi ad avere scorte di caffè e dei pazzi nevrotici che gireranno per casa ma che appena vedranno realizzato un loro progetto, avrete dei ragazzi felici. Forse il desiderio dell’uomo non è quello di rendersi immortale almeno nella memoria? Beh… all’architetto ed agli artisti, attraverso le loro opere, questo vezzo è concesso.

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