martedì 8 Luglio 2025
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Fondi per le attività socioeducative dei minori: il bancomat del Comune e il rischio sprechi

A Torre Annunziata, il ritardo cronico nei finanziamenti governativi per le attività socioeducative dei minori rischia di trasformarsi, ancora una volta, in un gioco al ribasso. La lotta alla povertà educativa? Può aspettare.

L’Avviso 2025 per i centri estivi, destinato a sostenere servizi educativi e ricreativi per i ragazzi, arriva agli Enti Locali con colpevole lentezza, ma c’è chi, invece di correre ai ripari, sembra preferire che quei soldi rimangano fermi in un cassetto. Non è una questione di burocrazia: è una scelta comoda, che permette di gestire fondi pubblici come un bancomat personale, svuotandoli per iniziative lontane dallo scopo originario.

La storia si ripete. Negli anni passati, anche con i Commissari Straordinari, decine di migliaia di euro sono finiti in mercatini natalizi, eventi distanti dai quartieri più bisognosi o attività oratoriali legate alle parrocchie, che poco hanno a che fare con il potenziamento dei centri estivi. Quest’anno, quasi 50mila euro rischiano di seguire la stessa strada. Mentre altri comuni, nonostante i ritardi di Roma, hanno già pubblicato bandi trasparenti per destinare le risorse, a Torre Annunziata il denaro resta in attesa di essere “spalmato” su progetti fantasma, spesso ideati a tavolino per compiacere reti di interessi più che bisogni reali e offerti ad associazioni di comodo che organizzano eventi senza alcun legame con le proprie attività, ma solo per compiacere interessi degli assessori o dei funzionari del Comune.

C’è un paradosso amaro: i fondi arrivano tardi, ma anziché accelerare, c’è chi rallenta. Gli uffici comunali, invece di agire con urgenza per garantire servizi ai ragazzi, sembrano preferire la comodità di un conto corrente sempre aperto, da utilizzare per iniziative discutibili. Concerti al lume di candela in chiese semivuote o eventi estemporanei sostituiscono progetti strutturati, lasciando interi quartieri senza sostegno educativo. Intanto, le famiglie attendono risposte che non arrivano.

La soluzione non è complicata: mappare le aree più fragili, coinvolgere comitati e realtà locali, destinare i fondi a chi lavora sul campo. Ma per farlo serve volontà politica, trasparenza e un cambio di mentalità. Prima che quei soldi svaniscano in attività inconsistenti, sarebbe ora di ricordare a chi amministra che i centri estivi non sono un optional: sono un diritto per i ragazzi e un dovere per chi gestisce il bene comune. A Torre Annunziata, purtroppo, qualcuno sembra averlo dimenticato.

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