sabato 20 Aprile 2024
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Giornata della memoria, i libri che raccontano la Shoah

Giornata della memoria, i libri che raccontano la Shoah,  Anna Frank, Primo Levi, Elsa Morante e altre terribili testimonianze degli anni più bui della storia.

Anni terribili, anni d’orrore, anni incancellabili, anni in cui l’umanità si rese cieca di fronte ad uno dei crimini più terribili della storia: la Shoah. Sei milioni di Ebrei morti terribilmente, strappati alle loro famiglie, separati dai lori affetti, dalle loro case. Nessuno era risparmiato, donne, uomini, bambini, anziani e con  loro omosessuali, disabili e chiunque fosse considerato imperfetto per la razza “ariana”. Un tunnel buio, in cui l’umanità abbandonò ogni consapevolezza del crimine che si stava compiendo. In questi 74 anni, si è vissuti con la speranza  del “mai più” e le nuove generazioni hanno ripercorso lo studio della storia, con libri che hanno testimoniato la vita di quegli anni, i sogni spezzati, il terrore vissuto. Il primo e indiscusso è sicuramente:

-“Il diario di Anna Frank” le memorie di una ragazzina ebrea vittima dell’Olocausto, costretta a nascondersi con la sua famiglia in un alloggio segreto negli uffici del suo papà. Sulle pagine del suo diario si intersecano le emozioni di una giovane adolescente, con il terrore di essere arrestata con la sua famiglia. Paura che purtroppo si materializzò, Anna morì con tutta la sua famiglia nel campo di concentramento di Bergen-Belsen.

-“Se questo è un uomo” e “La Tregua” di Primo Levi, sono le terribili testimonianze dello scrittore torinese che reduce da Auschwitz, pubblicò il suo primo manoscritto nel 1947. La descrizione dell’inferno vissuto nei campi di sterminio, la dignità dei condannati a morte. Terribile e soprattutto veritiero, l’abiezione dell’uomo di fronte ad un genocidio. “La Tregua”, invece, descrive il viaggio di ritorno in quei terribili posti di morte, la sofferenza nel ripercorrere quei “tunnel”, con la differenza di essere però questa volta un uomo libero che porta con se, stampati indelebilmente, gli orrori della Shoah.

– “La Storia” di Elsa Morante, la penna della grande autrice italiana racconta la vicenda di Ida Ramundo, ebrea di parte di madre, vittima sacrificale degli orrori della guerra. Vittima di uno stupro rimane incinta. Da sola con il suo piccolino, percorre tutta la fasi della II guerra mondiale dalla deportazione del ghetto romano, ai bombardamenti, alla Roma città aperta, fino alla fine del terribile conflitto. Il dramma di anni orribili, si consumerà nell’immediato dopoguerra con un tragico epilogo, frutto di quegli anni maledetti.

-“L’amico ritrovato” di Fred Uhlman una storia di amicizia e affetto tra due ragazzi. Ma negli anni’30 un ragazzino ebreo non può essere amico di un ragazzo “ariano”, la guerra, l’odio, la discriminazione razziale ne incrina i rapporti. La fuga in America, il ritorno, la scoperta che l’odio dei grandi non ha avvelenato il cuore dei bambini.

-“Qui Radio Londra” di Vanna Cercenà , storia ambientata nel nord Italia durante l’occupazione nazista e la resistenza partigiana. Un’Italia in balìa dei venti d’odio che viaggiano come la Bora e tutto sfocia in una guerra tra fratelli. Anche i bambini ne sono coinvolti, depredati della loro infanzia dovranno fare i conti con le battaglie dei grandi.

-“Storia di una ladra di libri” di Markus Zusak, è la storia di Liesel che durante il terribile conflitto, nella Germania nazista, ruba libri nei quali trova l’unica ragione di resistenza e di esistenza, di fronte a quei terribili orrori. Lo scontro con la realtà avverrà quando la sua famiglia adottiva nasconderà in casa un ragazzo ebreo.

-“Il bambino con il pigiama a righe” di John Boyne è la storia di amicizia tra due bambini. Uno è figlio di un militare nazista, l’altro è un ebreo. La loro amicizia si instaura attraverso il filo spinato del campo di concentramento. Bruno è libero e abita in un alloggio poco lontano destinato alle famiglie degli ufficiali, Shmule invece è prigioniero del campo. Il filo spinato, l’odio per gli ebrei, non scalfiranno l’amicizia nata, che purtroppo finirà in un modo terribile. La colpa: l’odio.

-“Il violino di Auschwitz” di Anna Lavatelli, la storia di Eva Maria del suo strumento divenuto oggi il simbolo degli orrori del lager. Deportata con la sua famiglia, riuscì la ragazza, grazie al suo violino, a vivere per un breve periodo con la sua musica, unica ancora di salvezza. Tutto però finì quando il violino si ruppe. Anni dopo la sua cassa armonica svelò un segreto. Oggi le sue corde risuonano per Eva Maria e per le milioni di vittime della Shoah.

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