giovedì 25 Aprile 2024
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Giornata Nazionale contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari l’impegno dell’asl Napoli 3 Sud

Il 12 marzo 2023 si è celebrata per la seconda volta in Italia la Giornata Nazionale di Educazione e Prevenzione contro la violenza nei confronti degli Operatori Sanitari e Socio-Sanitari, istituita con il decreto attuativo della legge n. 113 del 14 agosto 2020.
Un tema che negli ultimi anni ha assunto grande rilevanza per il susseguirsi di episodi di violenza compiuti nei confronti di medici, infermieri e altro personale impegnato in ospedali e ambulatori.
L’Asl Napoli 3 Sud ha posto grande attenzione al tema. Con elevata frequenza e trend in aumento si registrano episodi di violenza, più o meno gravi, nelle strutture sanitarie del territorio.
“La misura è ormai piena – ha affermato il direttore generale Asl Napoli 3 Sud Giuseppe Russo -. È doveroso è necessario avere per tutti gli ospedali e i presidi, con particolare riferimento ai Dea di primo livello di Castellammare di Stabia e Nola, un drappello di polizia. Nel contempo – ha aggiunto Russo – occorre dedicare ai pronto soccorso personale giovane e addestrato ad affrontare queste situazioni. Il personale fa semplicemente il proprio lavoro e il proprio dovere, curare i pazienti. A loro va tutta la mia solidarietà e la mia riconoscenza per quello che fanno ogni giorno: dare le migliori risposte possibili ai bisogni di salute”.
Nell’ultimo quinquennio sono stati segnalati 44 eventi significativi e, come è noto, le segnalazioni sono solo la punta dell’iceberg di un fenomeno dalle dimensioni sicuramente più ampie e dai pesanti risvolti sulla qualità delle cure e sulla sicurezza degli operatori.
Celebrare la giornata è fondamentale alla luce di tutti gli episodi di violenza verbale e fisica che gli operatori sanitari e sociosanitari hanno subito negli ultimi anni. Una violenza che spesso trova radice in un malessere generale e in una perdita di fiducia nel mondo sanitario. La pandemia da covid-19 ha ulteriormente accentuato il fenomeno, stravolgendo l’approccio dei cittadini nei confronti delle strutture sanitarie.

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