sabato 20 Aprile 2024
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Gli studenti del liceo Calamandrei intervistano il sindaco di Volla

Volla. Gli studenti della 2 H del Liceo Piero Calamandrei, indirizzo Classico, che fanno parte della Redazione del KalaNews hanno
intervistatl il sindaco di Volla.

Giovedì 1 giugno 2023, noi studenti della classe 2H del Liceo Piero Calamandrei di Napoli abbiamo avuto l’opportunità di intervistare un politico di rilievo locale: il Sindaco di Volla Giuliano Di Costanzo.
Abbiamo potuto beneficiare di questa esperienza di educazione civica su campo grazie al nostro preside, Vincenzo Falco, e alla nostra professoressa di italiano e latino, nonché Caporedattrice ed editor del KalaNews, Sandra Castiello.
Il colloquio tra noi ed il Sindaco si è svolto nell’ufficio del Sindaco stesso dalle ore 15 alle 17, quindi in un orario non scolastico. Di Costanzo ci ha accolti con cortesia ed entusiasmo e si è mostrato molto disponibile durante tutta la conversazione.
Ecco di seguito riportata l’intervista:

A turno, ciascuno di noi della classe inizia a porgere le domande, elaborate in precedenza con la nostra prof:
«Perché ha deciso di diventare sindaco?»
«[…] La vita ci apre porte che non avremmo mai immaginato. Io avrei voluto fare tutt’altro nella vita, tuttavia non sono mai riuscito a realizzare il mio sogno. Prima di essere sindaco, ho lavorato come educatore, ho gestito una scuola. Se mi dovessero chiedere riguardo il futuro, adesso non saprei cosa immaginare; per me il futuro è un luogo buio e spaventoso, un po’ come lo potrebbe essere per voi ragazzi […]».
«Quali sono i requisiti necessari per diventare sindaco?»
«[…] Non ci sono requisiti necessari in realtà. Bisogna, però, essere una persona che abbia empatia verso gli altri. A dimostrazione di ciò, ci fu un vecchio sindaco di questa cittadina, il quale rimase in carica per un cospicuo numero di anni e riscosse notevole successo, che era semianalfabeta, tuttavia questo non fu un limite per lui. […] Oggi, però, i tempi sono cambiati ed è impensabile che ci siano persone semi-analfabete come guida di un paese. Non ci sono, dunque, requisiti specifici per essere sindaco, ma ciò che è indispensabile è l’empatia e la pazienza poiché al ruolo del sindaco vengono addossate tutte le cose brutte. Se qualcosa va storto, la colpa cade sul primo cittadino, anche se magari non ne ha responsabilità.»
«E cosa la incuriosisce?»
«Mi è sempre piaciuto scrivere, il mio sogno era quello di diventare giornalista, ma poi la vita mi ha portato a fare altre scelte. Quello che mi piacerebbe fare dopo è sicuramente viaggiare, girare un po’ in più e, magari, sulla base delle esperienze che farò, trovare ispirazione per intraprendere una nuova attività. Mi piacerebbe cambiare. Io ho sempre sostenuto che la vita è una, ed ognuno di noi deve fare tutto il possibile per riuscire a realizzare ciò che ama.»
«Cosa faceva prima di diventare sindaco?»
«Io sono di professione educatore. Durante il periodo universitario ho lavorato in una comunità per minori gestita dal comune di Milano; quest’esperienza mi ha cambiato profondamente. Dopodiché per 15 anni ho gestito una scuola dell’infanzia per bambini dai 18 mesi ai 5 anni».
«Ha intenzione di continuare a fare questo lavoro dopo che il suo mandato da sindaco sarà concluso?»
Premettendo che il ruolo del sindaco è molto precario – potrebbe terminare domani oppure tra 10 anni – e non è fisso, è molto difficile dire cosa farò dopo. Uno dei sogni che avevo durante il periodo scolastico era quello di diventare un giornalista, invece adesso mi trovo a fare un lavoro che, seppur molto gratificante, è nato per caso. Per una questione di stimoli personali sicuramente non tornerò a fare ciò che facevo prima e che vi ho raccontato nella risposta precedente. Dunque non so cosa farò quando non sarò più Sindaco».
«Abbiamo notato il dipinto ad acquerelli che ha appeso sulla parete del suo ufficio, ritraente i giudici Falcone e Borsellino. Già era nel suo ufficio quando è arrivato per la prima volta o l’ha portato lei?»
«Questo dipinto è mio, in effetti è l’unico che ho portato io. Falcone e Borsellino erano due grandissimi uomini, ricordo perfettamente quando avvennero gli attentati. Avevo intorno ai 15 o 16 anni quando appresi da mia madre che Falcone era stato ucciso dalla mafia… lo ricordo nitidamente. Credo che siano stati uomini che ancora oggi rappresentano un esempio per tutti noi, non solo dal punto di vista della giustizia ma proprio nel loro stile di vita: si sono interessati di una materia pubblica comune a tutti i cittadini, la politica. Hanno dato la loro vita per gli altri. Se tutti noi donassimo anche solo un po’ del nostro tempo per dare un contribuito, sicuramente riusciremmo a fare la differenza».
«Qual è, più specificamente, il lavoro che c’è dietro l’uscita di un’ordinanza sindacale come quella per un’allerta meteo e la chiusura delle scuole?»
«Soffermandoci sul caso dell’allerta meteo, bisogna dire innanzitutto che la chiusura delle scuole è una scelta frutto di un confronto di tutti i sindaci delle zone vesuviane che, viste le condizioni metereologiche, valutano una possibile chiusura, considerando anche la difficoltà di alcuni alunni e parte del personale scolastico nel raggiungere l’istituto da zone più lontane. Successivamente, si passa all’aspetto burocratico del decreto che consiste nel riportare una serie di norme e di codici contenuti all’interno del bollettino della protezione civile della regione Campania».
«Quanto tempo è durato l’incarico del sindaco precedente?»
«È durato due anni circa, Volla ha una storia difficile per quanto riguarda il mantenimento nel tempo degli incarichi politici.»

«Quanto tempo è rimasto sindaco quello durato più a lungo nella storia di Volla?»
«Cinque anni, che è il mandato massimo.»

«Ci si può ricandidare?»
«Sì, si ci può ricandidare, quindi si possono fare fino a dieci anni complessivi da sindaco. Ci sarà qualche pazzo che deciderà di farlo (ride, n.d.r.)».
«Cosa le piace dell’essere un sindaco?»
«Sicuramente il fatto di poter conoscere tantissime persone e, soprattutto, di cercare di dare delle risposte ai cittadini; però spesso ti rendi conto che la realtà è diversa da quello che pensi e quindi, a volte, questi ultimi non si accontentano delle tue risposte. Tuttavia, per il cittadino già è importante essere partecipe, perciò ascoltare, essere vicino è determinante, ed è una caratteristica che non tutti i sindaci riescono ad avere, e che forse neanch’io riesco sempre ad avere, perché si è così presi dai problemi che, a volte, è impossibile ricevere tutti, potete immaginarlo; ci vorrebbe uno staff molto più ampio, ma a me piace presenziare ad ogni iniziativa, così come con voi oggi, e di cogliere questi inviti che per me sono un arricchimento personale, nonché un piacere».
«Come ha vissuto il periodo della campagna elettorale?»
«Di solito la campagna elettorale dura trenta giorni e questi trenta giorni sono stati il periodo più bello della mia vita. Lo sono stati perché ho incontrato, ho conosciuto, delle persone che si sono confidate con me, raccontandomi i loro sogni, i loro obiettivi, anche se non ho promesso nulla a nessuno, né ho preso spunto per i progetti che, oggi, in qualità di sindaco, attuo sul territorio di Volla. lo, poi, sono una persona molto timida ma ho imparato a gestire questo sentimento perché in quei trenta giorni sono stato “obbligato” a parlare con le persone, con i politici, e ho imparato anche a gestire i miei battiti cardiaci che, come sapete, aumentano sempre di più nei momenti di ansia e di stress. Quindi il periodo della campagna elettorale, sì, è stato stressante ma è stato, allo stesso tempo, una grande emozione.
«Lei collabora con un giornalista o con un giornale?»
«No, direttamente no, sono i giornali che poi ti contattano su certe tematiche. Periodicamente i giornalisti contattano da giornali diversi per sapere di certi argomenti e per indagare riguardo voci che si sono diffuse».
«Qual è il suo rapporto con la politica?»
«L’uomo è un animale politico, così recita una famosa citazione tratta dall’opera La Politica di Aristotele. Il filosofo spiega come per natura l’uomo sia portato a vivere in una comunità civile, in quanto l’unico fra tutti gli esseri viventi ad avere la parola e il solo in grado di percepire il bene e il male. Tutti noi dovremmo avere un’opinione riguardo la politica, poiché essa ha il compito di migliorare la società in cui viviamo. È proprio questo il motivo che mi ha spinto a voler diventare sindaco: aiutare la comunità a progredire. Oggi, grazie soprattutto ai numerosi progetti che la Scuola organizza, quest’ultima permette ai giovani di avere un’ampia conoscenza in ambito politico. Ai miei tempi l’Istituzione scolastica era parecchio più rigida e limitava quasi completamente la libertà di espressione».
«Che ruolo ha avuto la Scuola, in particolar modo il Liceo Classico, nella sua vita?»
«Ho sempre avuto una certa sensibilità per certe tematiche, come l’arte o le scienze umane in generale. Dopo il liceo classico ho studiato presso la facoltà universitaria “Scienze dell’educazione”; come professione, per gran parte della mia vita, ho fatto l’educatore e ho gestito scuole dell’infanzia. Confrontandomi con i miei fratelli, che hanno una formazione culturale e professionale completamente diversa dalla mia (scientifica, uno dei due è un ingegnere), prendo atto che anche nei nostri hobby ci rivolgiamo verso aspetti differenti, ad esempio mentre a me può interessare più una mostra d’arte, i miei fratelli sono molto più razionali, quindi il liceo classico ha sicuramente avuto un’influenza rilevante per la mia persona».
«A parer suo, qual è la prima problematica che grava di più sull’istituzione scolastica italiana?»
«Quando mi ritrovo a confrontarmi con l’istituzione scolastica, ad esempio durante manifestazioni e/o iniziative, e conoscendo gli enti pubblici locali, credo che la scuola sia l’ente pubblico che svolge meglio il suo lavoro, anche se l’opinione altrui risulta essere discordante. Le scuole certamente hanno delle difficoltà, ma la domanda “cosa si può migliorare nelle scuole?” penso che debba essere posta ai docenti delle scuole stesse».
«L’articolo 9 recita: La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Cosa pensa a riguardo? Come pensa di tutelare il paesaggio e promuovere lo sviluppo della cultura all’interno del Comune di Volla?»

«Volla è divenuta un Comune a sé circa settant’anni fa ed in precedenza era parte di San Sebastiano al Vesuvio. Nel 1953 raggiunse la sua autonomia ma, non avendo una vera e propria sede comunale ed essendo un paese di soli contadini, si sviluppò come una sorta di periferia. Nel corso degli anni, molte masserie contadine, che sono oggi un patrimonio culturale, sono andate perse per via della mancanza di tutela. Le più importanti che oggi possiamo ammirare sono: la masseria Russo in via Monteoliveto e la casina borbonica in località Lufrano; stiamo provando a “riprenderle” dal punto di vista culturale per restituire la sua storia al nostro Comune. Sempre in Località Lufrano, dal punto di vista paesaggistico, ci sono i cosiddetti canali Borbonici che furono progettati e portati a compimento dai Borboni per portare l’acqua di irrigazione a tutti i campi limitrofi. Stiamo cercando di recuperarli con l’intenzione di creare un parco fluviale. L’idea, anche se ottima, non è priva di ostacoli, in quanto bisogna prima creare il progetto e, successivamente, per vedere l’opera completa, devono passare molti anni. Tutto ciò porterebbe un arricchimento culturale, oltre che ambientale, per la nostra zona e, recuperandoli, rispetteremo a pieno l’articolo 9 della Costituzione. Per quanto riguarda gli eventi culturali, siamo impegnati a promuovere, soprattutto tra le nuove generazioni, diverse iniziative con la promozione di bandi finanziati dalla città metropolitana o dalla regione. Progettiamo concorsi di poesia, letterari ed anche sportivi per poter promuovere la cultura dello sport».
«In quale articolo della Costituzione italiana si rivede?»
«I miei genitori insieme alla scuola mi hanno da sempre insegnato ad essere umile nei confronti delle altre persone, a trattarle allo stesso modo e con gli stessi diritti. L’articolo della costituzione italiana in cui mi rivedo è, quindi, il terzo che afferma: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Purtroppo questo articolo in Italia non è pienamente rispettato, così come nel resto del mondo e ne danno conferma i tanti casi di violenza fisica e verbale di cui noi tanto sentiamo parlare come i femminicidi e lo sfruttamento, il cosiddetto mobbing, che avviene sul posto di lavoro. Quindi è importante non imporre in nessun modo a chi ti è di fronte ciò che tu credi sia giusto e, come dice la vostra professoressa Sandra Castiello (la quale interviene e dialoga più volte con noi ed il sindaco nel corso dell’intervista, ricordando, tra l’altro, che Volla è sede dell’antico fiume Sebeto, la cui presenza è riportata da Virgilio e nei miti locali), dobbiamo prima difendere noi stessi e la nostra dignità e poi proteggere gli altri, sì da trovare, in un certo senso, la Giustizia».
«Cosa pensa del piano urbanistico comunale di Volla?»
«Uno dei momenti principali e di maggior coinvolgimento dei dipendenti comunali è quello del Bilancio, dal quale poi dipendono le diverse attività di miglioramento della città, nonostante le risorse siano davvero scarse/irrisorie. Volla è un paese particolare per quanto riguarda il verde pubblico perché il solo “non zona rossa”, cioè zona in cui non è possibile più edificare nuovi appartamenti; ciò ha permesso che nel corso degli anni tutti gli interessi di questo genere si andassero a riversare sulla nostra cittadina, con un’urbanizzazione altissima e con molte indagini in corso. Il PUC (piano urbanistico comunale) a Volla manca da circa 40 anni, dal momento che esso, avendo regole ben precise per quanto riguarda le costruzioni, non ci permette di farne uso. Non rispettando queste regole, Volla è finita in speculazioni, agendo in deroga, o spesso in amministrazioni illecite da parte di altri sindaci. Adesso noi cerchiamo di portarlo avanti affrontando come primo step quello strutturale e poi quello operativo un po’ più snello; quindi approvare il piano regolatore potrebbe essere la svolta per salvaguardare le poche aree rimaste.
«Ritornando sull’argomento dei social media, chi gestisce gli account ufficiali del comune di Volla?»
«Inizialmente avevo un collaboratore che mi aiutava a gestire i vari account sui social media, ma adesso, per via del poco budget, li gestisco io con l’aiuto delle persone a me più care e vicine».
Il sindaco ha, poi, posto a noi una domanda, precedentemente posta da noi a lui, «Come vediamo noi i social?».
La nostra risposta:
«I social sono una fonte di guadagno per quanto riguarda gli influencer che fanno delle sponsorizzazioni e quindi, guadagnano, facendo vedere i prodotti di alcune aziende» – afferma una ragazza della 2h.
«I ragazzi di 2H, a tal proposito, hanno anche realizzato un articolo riguardo i social e gli influencer» – continua la prof.ssa Castiello.
A questo punto, nel dialogo che si sviluppa spontaneo, prendendo anche pieghe più ampie, il sindaco, rivolgendosi a noi, ci elargisce un complimento di cui siamo fieri:
«Avendovi conosciuti – dice – è cosa certa che prima di intraprendere questo vostro encomiabile cammino di giornalismo, comunque, avete avuto una solida ed approfondita preparazione alle spalle. Diventa per me naturale, quindi, offrirvi una collaborazione “lavorativa”… Vorrei proporvi di diventare il mio Ufficio Stampa ed i miei social media manager. Che ne dite? Possiamo iniziare da piccole cose: come preparare voi il contenuto del post che pubblicherò oggi sui social che gestisco, in cui evidenzierò la bella occasione di dialogo avuta quest’oggi con voi. Ragazzi, oggi è stato uno dei quei giorni in cui sono stato veramente bene a lavoro! Grazie e a presto».
A questo punto ci siamo congedati dal Sindaco, non prima di riunirci tutti intorno a lui per una foto ricordo.

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