venerdì 29 Marzo 2024
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I Litografi vesuviani dicono “No” allo sgombero della sede

SAN GIORGIO A CREMANO. Infiamma la protesta  della cooperativa sociale “Litografi vesuviani” contro il Comune della cittadina sangiorgese, per la decisione di far lasciare la struttura di via Sandriana dopo ben quindici anni di attività. L’appuntamento per la manifestazione di protesta è a piazza Municipio, venerdì 5 dicembre alle 10.

Sgomento e rabbia da parte degli operatori della cooperativa sociale “Litografi vesuviani”, che da quindici anni si prefiggono lo scopo di inserire nel mondo del lavoro i pazienti psichiatrici del territorio, nei confronti del Comune di San Giorgio a Cremano dopo la decisione di far abbandonare  la struttura di via Sandriana che li ospita, la motivazione è “risparmio per i cittadini di un fitto passivo”. La cooperativa, nata quindici anni fa per volontà della allora amministrazione comunale e del dipartimento di salute mentale Asl Na 3 sud, nello specifico si occupa di prestare  alle persone affette da malattie psichiche un’assistenza di tipo riabilitativa mediante attività  lavorative, nello specifico stampa di materiale tipo-litografico, attività che ha portato un risparmio alla città di circa 150 mila euro annui, per l’ assistenza sociale  . Il , in un primo momento, collaborava con la cooperativa attraverso convenzioni che  però negli ultimi anni non sono state più rinnovate. I “Litografi vesuviani” tra mille difficoltà hanno comunque continuato ad aiutare chi ne aveva bisogno inserendo  nel mondo del lavoro, e quindi nella società, circa duecentotrenta pazienti. Per la cooperativa questa situazione rischia di far perdere il lavoro a quindici persone ed intralciare  l’operato di altri attualmente impiegati. In una nota il presidente della cooperativa Annunziata D’Aiello spiega: “ grazie al supporto del Comune di San Giorgio a Cremano, la cooperativa  ha potuto avere una funzione fondamentale nella vita di persone che senza aiuto non avrebbero avuto una  vita serena, inclusione sociale, inserimento lavorativo dignitoso”, prosegue “ospitare la cooperativa ha determinato e determina la sostenibilità economica della stessa”, conclude il presidente D’Aiello “insieme possiamo  permettere che questa realtà, che quindici anni fa era soltanto un sogno, di continuare ad essere reale e viva”. I membri della cooperativa, quindi, invocano “giustizia sociale” perché hanno bisogno di speranze, di credere al futuro,  loro sono la società e solo con il lavoro possono dimostrare a loro stessi e al mondo che c’è ancora una possibilità di recupero.

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