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Il Giocatore: prima nazionale al Bellini di Napoli

 

Napoli. Martedì 14 febbraio in uno dei più prestigiosi templi partenopei dell’arte, Il teatro Bellini, debutterà in prima assoluta IL GIOCATORE

Tratto dall’omonima opera breve edita nel 1866 che Fëdor Dostoevskij  redasse in meno di un mese, sarà in scena dal 14 febbraio sino al 26 Marzo 2017. Un evento importante per la cultura nazionale, in quanto non si tratta soltanto di un avvincente spettacolo, ma di una rappresentazione teatrale di grande impegno sociale, che risveglia le coscienze su un tema oggi spaventosamente attuale, il gioco d’ azzardo.

Il giocatore rappresenta la III tappa della “Trilogia della libertà”, tre spettacoli prodotti dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, con i quali viene affrontato il concetto di libertà e di perdita della stessa.

Una complessa operazione drammaturgica realizzata mediante il riadattamento per il teatro di Vitaliano Trevisan con la regia di Gabriele Russo e un cast affiatato: Daniele Russo –  Aleksej/Fëdor Dostoevskij, Marcello Romolo – Il generale, Camilla Semino Favro -Polina/Anna Grigor’evna, Paola Sambo – Baboulinka, Alfredo Angelici – Mr. Astley, Martina Galletta – M.lle Blanche, Alessio Piazza – Il croupier, Sebastiano Gavasso – De Grieux; costumi Chiara Aversano, disegno e luci Salvatore Palladino, movimenti scenici Eugenio Dura.

La rilettura di Natalino Trevisan con la regia di Gabriele Russo porteranno il protagonista Aleksej Ivanovic sulla scena di una tragicommedia senza tempo, ambientata in una fittizia città termale tedesca che attira a sé nobili da tutta Europa per il suo Casinò e che sin da nome “Roulettenburg”, già preannuncia il tragico esito della storia. Il giovane precettore Aleksej finirà per essere trascinato nel vortice del gioco d’azzardo, dove perderà tutti i suoi averi, l’amore, se stesso:

[…] ciò a cui assistiamo è il progressivo inaridimento morale di un giovane, nel cui cuore la roulette prende il posto della fanciulla di cui è innamorato. Prende il posto di tutto, a dire il vero, finché alla fine, Aleksej, cioè il nostro giocatore, si sarà “fatto di legno” (Natalino Trevisan).

Il Giocatore_foto FSqueglia_3768

Il “gioco” d’azzardo è quindi il leitmotiv della rappresentazione, un tema che spesso cattura l’interesse del dibattito politico e mediatico odierno. Per la maestria con cui Dostoevskij ha realizzato un’ inarrivabile descrizione del mondo legato al gioco d’azzardo e del Casinò, dovuta alla sua conoscenza diretta di quegli ambienti e dei personaggi che li popolano, non può che essere considerato oggi punto di partenza imprescindibile per chi intenda, come in questo caso, realizzare un’operazione drammaturgica mirata a rappresentare un fenomeno patologico di estrema gravità:

Erano diversi anni che avevo voglia di affrontare in teatro il tema del gioco d’azzardo e, dopo aver letto molti testi contemporanei sull’argomento, più andavo avanti nelle ricerche più mi convincevo che nulla era più adatto de “Il giocatore” di Dostoevskij (Gabriele Russo).

Un’ opera “minore” e forse meno conosciuta rispetto ai capolavori dello scrittore come il coevo  Delitto e Castigo, ma non per questo di minor interesse per la riflessione moderna alla quale presta un amplio repertorio filosofico ove la creazione di nuovi linguaggi drammaturgici, trascina la letteratura nel grande vortice atemporale del teatro:

Per amplificare e sostenere il dialogo con la nostra contemporaneità senza  perdere il rapporto con il testo e con la narrazione, ho scelto un’ambientazione che fosse “atemporale”, creata da contaminazioni fra passato e presente, antico e moderno; questo vale per la scena, per i costumi, per le musiche e, naturalmente, per il linguaggio (Gabriele Russo).Il Giocatore_foto FSqueglia_3505 (1)

Mediante un dialogo diretto con il testo se ne è voluto ricostruire il processo creativo durante la messa in scena, nel gioco di intrecci tra biografia dell’autore e il suo alter ego:

Abbiamo deciso di raccontare anche la genesi del romanzo, intrecciando la storia di Aleksej con la vicenda di Dostoevskij che scrisse “Il giocatore” praticamente sotto ricatto. Una sorta di sfida nella sfida, o per meglio dire: di scommessa nella scommessa. Dunque, al principio abbiamo un uomo (Aleksej) che è soprattutto il ricordo di un uomo: ciò che resta di lui quando è posseduto da un vizio. Il vizio e l’uomo sono raccontati da un altro uomo (Dostoevskij), vittima della stessa schiavitù dalla quale riesce a liberarsi solo dopo averla prima vissuta e poi raccontata. Una sorta di catarsi non lineare, che traccia il racconto di due percorsi paralleli ma opposti. Aleksej diventa Dostoevskij e viceversa: si fondono, lungo la strada l’uno nell’altro. E mentre l’uno affonda, l’altro risorge (Gabriele Russo).

[…]dopo aver letto la storia del giocatore, rileggo “Il giocatore”. Da qui, nella mia testa, le due cose sempre insieme: se penso al “Il giocatore”, penso anche alle circostanze in cui è stato  scritto (anzi dettato; dettaglio importante, perché, da subito, entra la voce) e viceversa. Ed è una grande fortuna perché sette anni dopo, al primo incontro con il regista Gabriele Russo,  ho qualcosa da dire. Concordiamo sul fatto che l’intreccio tra il romanzo e le circostanze in cui fu composto, sia drammaturgicamente intrigante. Dunque entrare ne “Il giocatore” con  occhio drammaturgico (Vitalino Trevisan).

Nell’estate del 1865, Dostoevskij fu costretto da congiunture sfavorevoli a sottoscrivere un contratto con il suo editore Stellovskij, che prevedeva la consegna di un inedito entro il novembre dell’anno successivo. Ma l’autore dissipò un anno e mezzo viaggiando per l’Europa, perdendo alla roulette, indebitandosi con gli amici sino a trovarsi sull’orlo della rovina. Entro il I novembre 1866, avrebbe dovuto consegnare il manoscritto all’ editore, ma non aveva neppure cominciato nonostante avesse ben chiara nella propria mente la nuova trama, e rischiava in caso di mancata consegna, di perdere  per nove anni i diritti di tutte le sue opere edite e inedite. A questo punto, in preda quasi alla disperazione, con l’ausilio di una stenografa che poi diverrà sua moglie, in una sorta di sfida con se stesso e in una corsa contro il tempo redigerà Il giocatore.

I fili della narrazione nella rilettura teatrale si dipanano in percorsi paralleli, tra il susseguirsi di comico e tragico, vanità, brama di denaro e di vincite.

Non sarà semplicemente la letteratura ad irrompere nel teatro, ma la vita dell’individuo che precipita vorticosamente in una progressiva autodistruzione, quando è vissuta come un ‘azzardo’.

 

 

dal 14 al 26 marzo 2017

(Durata dello spettacolo 2h compreso intervallo)

Prezzi

MARTEDÌ

1′ SETTORE 22€ – 2′ SETTORE 18€ – 3′ SETTORE 14€

 

MER/GIOV/VEN/SAB/DOM

1′ SETTORE 32€ – 2′ SETTORE 27€ – 3′ SETTORE 22€

 

OVER 65/CRAL/CONVENZIONI

1′ SETTORE 28€ – 2′ SETTORE 23€ – 3′ SETTORE 18€

Esclusivamente per le repliche del mercoledì, giovedì, venerdì e sabato pomeriggio

 

UNDER 29 15€

 

Orari

MARTEDÌ, GIOVEDÌ, VENERDÌ, MERCOLEDÌ 22 MARZO E SABATO 25 MARZO ORE 21.00 –  MERCOLEDÌ 15 E SABATO 18 MARZO ORE 17.30 – DOMENICA ORE 18.00

 

Teatro Bellini di Napoli

http://www.teatrobellini.it/

Via Conte di Ruvo, 14
80135 – Napoli (NA)
Tel. +39 081.5491266
Fax +39 081.5499656

Orario Botteghino Teatro

Tel. 081.5499688

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Rosa Auriemma
Rosa Auriemmahttps://www.facebook.com/lalingua.langue/?fref=ts
Ha conseguito la laurea triennale in Lettere e Magistrale in Filologia Moderna presso L'università degli studi di Napoli "Federico II" con il massimo dei voti, discutendo una tesi in Storia della lingua italiana su un autore napoletano secentesco. Sin da piccola ha coltivato la passione per la scrittura e il giornalismo. Appassionata di linguistica e dialettologia, per scopi di ricerca ha fondato un blog tematico "La Lingua Langue", corredato da canale youtube al fine di divulgare contenuti multimediali e multiculturali.

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