venerdì 29 Marzo 2024
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Il ricordo della maestra Nunzia Lo Sapio, amata da alunni e genitori

di Anita Capasso

SOMMA VESUVIANA. Non riesco a crederlo. Sembrava che stessi dormendo adagiata sul tuo cuscino di filosofia. Che bella che eri Nunzia.

Sembrava che fossi assorta tra i tuoi libri, la tua cultura latino americana e la tua pedagogia. Quella rosa rossa tra le candide lenzuola ricamate, secondo la più abile tradizione sommese, non so chi l’abbia riposta, ma di certo incarna quello spirito elegante e nobile a cui ci avevi abituata. Tu personalità estrosa che nel vestiario esprimevi tutta la tua esclusiva essenza sarai per sempre scolpita nella memoria di chi sa cogliere la persona nei valori e nell’immensità interiore. Sapevi trarre da ogni tumulto un palpito di pace e una sinistra solidarietà. Arrivavi avvolta nel tuoi splendidi vestiti di seta dai colori sgargianti a quelli del deserto: tanto erano belli che sembravano degli immensi foulard. Di certo la classe era una componente della tua personalità umile e tenace. In tanti ci chiedevamo dove acquistavi quei vestiti esclusivi che ci facevano incantare e attraverso ai quali esprimevi la tua personalità. Eri una donna che amava il bello e che si circondava di cose belle, di quelle che riempiono di gioia il cuore e colorano gli affetti di speranza. A Somma ti adoravano tutti, rappresentavi la scuola e l’istruzione. Non c’è studente o genitore che non si ricorda di te, della sicurezza e dolcezza che sapevi infondere ai genitori messi in crisi dalle rivoluzioni infantili. Per te i bambini erano il centro dell’universo e proprio in quelli più difficili vedevi il senso dell’insegnamento. Gli scolari erano l’amore che ti riempiva il cuore e che coloravano le giornate di arcobaleno. La maestra Nunzia traeva la sua ispirazione dalla natura che la circondava: il verde, l’azzurro, le essenze floreali e i profumi di menta e lavanda che irradiavano il cammino di ebbrezza. Sapevi che questa vita effimera deve spingerci a vivere nella correttezza, nella lealtà e nella solidarietà. La fratellanza era il concetto a cui ci avevi abituato tendendo la tua mano all’ umiltà. Eri la famiglia che amavi tenere unita stringendo al cuore con ardore i tuoi nipoti. Quanti fotogrammi che si accavallano davanti agli occhi e che ti ritraggono sempre sorridente. Ci sarà stato un giorno in cui eri tu ad avere bisogno di noi? Non ce ne siamo mai accorti, neanche quando le sofferenze hanno tentato di rapire il tuo sorriso. Hai lottato a ,muso duro per conservare la solarità mediterranea fino alla fine come una guerriera che anche se sa che la partita è persa non deve lasciare occhi terreni umidi. Eri più preoccupata degli altri che di te: non volevi pianto e disperazione, volevi gioia, tu la primavera dell’istruzione. Ci chiedi troppo, non possiamo non piangere per una perla volata via avvolta dal male tempestoso del secolo che senza pietà scardina affetti lasciando inermi davanti a tele che resteranno eterne incompiute. Ciao Nunzia ora il paradiso è tuo e anche gli angeli sapranno apprezzare quel patrimonio di intensità interiore che ha sempre illuminato il tuo cammino. Ciao maestra Nunzia.

A Saverio Lo Sapio e alla sua famiglia giungano le condoglianze della redazione de Laprovinciaonline e del direttore Gabriella Bellini

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