NAPOLI. Al Piccolo Bellini Lino Musella di Gomorra interpreta i sonetti di Shakespeare, tradotti in napoletano dal poeta Dario Jacobelli.
Il grande poeta inglese William Shakespeare, pilastro della drammaturgia secentesca, già protagonista della nuova stagione teatrale napoletana con un ciclo di opere dedicate alla sua attività come drammaturgo al Bellini, sarà omaggiato anche al Piccolo sino al 28 novembre, questa volta per la sua attività di poeta, con la rappresentazione di trenta sonetti tradotti da Jacobelli.
Poeta, autore e paroliere oltre ad una ricca attività di collaborazione svolta per la scrittura dei testi per 99 Posse, Bisca, Peppe Barra, Daniele Sepe e numerose sceneggiature cinematografiche, Jacobelli ha dedicato gli ultimi anni della sua vita alla traduzione reinterpretando in chiave napoletana il grande classico della letteratura inglese con i “trenta sonetti traditi e tradotti” pubblicati postumi dalla casa editrice partenopea ad est dell’equatore.
I sonetti sono, per loro natura, battute senza personaggio e, nella traduzione di Jacobelli, quelli del grande drammaturgo ritrovano teatralità. Il suo napoletano attinge da una parte a una lingua teatrale e letteraria, dall’altra a contaminazioni contemporanee che vanno dallo slang al linguaggio di strada. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra, così si esprime Musella a proposito della scrittura del fuoriclasse della scena culturale napoletana degli anni ‘70. Il volto noto della serie tv Gomorra oltre che apprezzato attore dell’Hamlet diretto da Andrea Baracco e del Natale in casa Cupiello firmato da Antonio Latella, interpreterà il ruolo di un atipico Bardo per illustrare al pubblico la nuova parola poetica shakespeariana “trad(ì)ta” in lingua napoletana.
con Lino Musella
e Marco Vidino (cordofoni e percussioni)
disegno luci Hossein Taheri
produzione Elledieffe
in scena:
Napoli, Piccolo Bellini: fino a sabato 28 ottobre (mar-sab ore 21.15-dom ore 18.30)
Caserta, Teatro Civico 14: solo domenica 29 ottobre (ore 19)
durata 55’
Una nota di Lino Musella
Dario Jacobelli, poeta napoletano scomparso prematuramente nel 2013, si dedicò negli ultimi anni della sua vita alla traduzione in napoletano e al tradimento, come amava definirlo, di 30 Sonetti di Shakespeare. Non aveva scadenze, non doveva rispettare le indicazioni o correzioni di nessun editore. Per committenti aveva i suoi amici più cari ai quali dedicava ogni sua nuova traduzione. Un legame sottile, autentico e senza alcuna pretesa speculativa lo portava di volta in volta a reinterpretare un altro numero del Bardo. E così nascevano il 55, il 116, il 150… Lo faceva per sé, per riuscire ad ascoltare fino in fondo quello che Shakespeare aveva da dirgli. Come un esercizio spirituale, come un gioco puro. I sonetti sono battute senza personaggio e nella traduzione di Jacobelli il paradosso sta proprio nel restituire una teatralità ai versi del più grande drammaturgo al mondo. Il suo napoletano attinge da una parte a una lingua teatrale e letteraria dall’altra a contaminazioni contemporanee che vanno dallo slang al linguaggio di strada. I Sonetti in napoletano suonano bene. Battono di un proprio cuore. Indossano una maschera che li costringe a sollevarsi dal foglio per prendere il volo, tenendo i piedi per terra.
Teatro Bellini di Napoli
Via Conte di Ruvo, 14
80135 – Napoli (NA)
Tel. +39 081.5491266
Fax +39 081.5499656
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