venerdì 29 Marzo 2024
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«Largo al factotum della città» il Barbiere di Siviglia infiamma il San Carlo

Napoli. Meravigliosa bellezza dell’arte ieri sera al Teatro di San Carlo a Napoli, più di cinque minuti di applausi hanno chiuso la prima dell’opera più celebre di Gioacchino Rossini “Il Barbiere di Siviglia. O sia l’inutile precauzione”. Con la regia di Filippo Crivelli, “Il Barbiere di Siviglia” replicherà sabato 9 luglio (fuori abbonamento), martedì 12 luglio, giovedì 14 luglio e sabato 16 luglio. Tratto dalla commedia “Le barbier de Séville” di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, il libretto fu curato dal letterato italiano Cesare Sterbini. In scena per la prima volta nel febbraio del 1816, ieri ha riscosso un notevolissimo successo in un uno dei teatri più importanti al mondo, il San Carlo di Napoli. Curate da Lele Luzzatti, sono state meravigliose le quattro scenografie dei due atti, suggestiva e incantevole la prima che riproduce una delle piazze di Siviglia.

@foto Luciano Romano

Ed è proprio quì che inizia la trama dell’opera rossiniana, il conte d’Almaviva si innamora della bella Rosina alla quale dedica sotto al suo balcone una serenata. Ma la dolce e vulcanica giovane vive “sotto chiave” dal suo tutore, don Bartolo un medico anziano, avaro e irascibile. L’uomo ha intenzione di sposare la sua “pupilla” per impossessarsi dell’eredità. Nonostante i controlli pressanti del vecchio medico, Rosina riesce a creare un “feeling” con il conte innamorato, che a sua volta però si finge Lindoro, un giovane studente squattrinato. Lui vuole che lei lo ami a prescindere dal suo titolo. La giovane ricambia il sentimento ma le è impossibile fuggire dalle grinfie di don Bartolo.

@foto Luciano Romano

Ad aiutare i due giovani innamorati ci pensa però Figaro, un barbiere tuttofare, risolutivo che suggerisce al conte uno stratagemma per entrare nella casa-prigione di Rosina.

@foto Luciano Romano

Almaviva si traveste prima da soldato ubriaco e poi da don Alonso, finto aiutante di don Basilio, “ruffiano” e consigliere di don Bartolo. Il vecchio medico però è molto sospettoso e nonostante riesca a capire quasi tutti gli stratagemmi della coppia, su suggerimento del finto maestro musica, decide di calunniare il giovane innamorato al fine di screditarlo agli occhi della ragazza. Qui una delle arie più famose della lirica “La calunnia è un venticello”. La bugia viene smentita dallo stesso conte e finalmente i due innamorati con l’aiuto dell’astuto barbiere riusciranno a sposarsi.

@foto Luciano Romano
@ foto Luciano Romano

A festeggiarli un oceanico bagno di fiori. Colori andalusi, suoni iberici che si fondono con quelli classici di fine ‘700 ormai sulla strada del tramonto. L’opera stessa, infatti, è espressione del mutamento storico di quegli anni. Non più pienamente classica e non ancora romantica, l’epoca in cui è ambientata l’opera di Rossini richiama il secolo dei lumi con il suono del clavicembalo e si attualizza con nacchere e chitarre. Bravissimi i protagonisti, Figaro è interpretato dal noto baritono italiano Davide Luciano, il conte d’Almaviva da Xabier Anaduaga giovane tenore spagnolo classe 1995. La bella Rosina è interpretata dal soprano inglese Jessica Pratt. Formidabile Carlo Lepore nel ruolo di don Bartolo.

@foto Luciano Romano

Bravissimi gli altri artisti: Riccardo Fassi (don Basilio), Daniela Cappiello (Berta), Clemente Antonio Daliotti (Fiorello), Armando De Ceccon (Ambrogio), Giuseppe Scarico (ufficiale), Salvatore Totaro (notaio). Impeccabili gli orchestrali diretti dal maestro Riccardo Frizza. Il successo per la prima di ieri sera è solo uno dei risultati finali dell’instancabile e proficuo lavoro del direttore artistico Stèphane Lissner, gli applausi del pubblico confermano che al San Carlo di Napoli si sta lavorando meravigliosamente e il periodo buio della pandemia, almeno nel teatro borbonico, è solo un lontano ricordo.

Le foto sono a cura di Luciano Romano

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