giovedì 3 Ottobre 2024
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Lavoro a Torre Annunziata: I Sindacati minacciano il Ricorso in Procura

Contratto d’area e collocamento, il doppio scippo di Castellammare e Boscoreale 

In un clima di crescente preoccupazione per il futuro lavorativo a Torre Annunziata, i sindacati si sono riuniti nei giorni scorsi con il sindaco Corrado Cuccurullo per affrontare  questioni cruciali riguardanti l’occupazione. Al centro del dibattito, il nuovo parco commerciale Maximall Pompei, un progetto che ha beneficiato di circa 40 milioni di finanziamenti pubblici, e la necessità di chiarire le modalità di assunzione dei 127 dipendenti previsti a carico della società che ha costruito e che gestirà la struttura.

La CIGL, CISL e UIL hanno espresso il loro disappunto per quello che definiscono un “doppio scippo” e una regia politica che toglie al comune oplontino la gestione diretta delle questioni riguardanti il lavoro: l’assegnazione del Responsabile Unico del Contratto d’Area passata a suo tempo al comune di Castellammare di Stabia ma anche il centro per l’impiego, che doveva tornare a Torre Annunziata, sembra destinato a Boscoreale.

I sindacati non si sono limitati a esprimere preoccupazione. Hanno richiesto un incontro con l’assessore regionale Marchiello, la IrgenRE, la società responsabile del Maximall e il Responsabile Unico del Contratto d’Area per ottenere chiarezza sugli impegni presi,  minacciando azioni legali qualora non vengano rispettati gli obblighi di assunzione per i disoccupati torresi. Al contempo, insistono sul ritorno del centro per l’impiego a Torre Annunziata, preferibilmente in un luogo simbolico come Palazzo Fienga, laddove la camorra ha costretto alla chiusura molte attività imprenditoriale degli imprenditori che ha causato l’aumento della disoccupazione.

Il sindaco Cuccurullo ha dichiarato la sua disponibilità a sostenere i sindacati nella loro battaglia per il diritto al lavoro dei cittadini di Torre Annunziata. Questo impegno riguarda  in particolar modo coloro che sono usciti dal bacino occupazionale a seguito della crisi industriale degli anni ’80, che portò prima a un aumento della cassa integrazione e, dopo, della disoccupazione. Proprio per affrontare questa situazione, fu creato il contratto d’area Torrese – Stabiese, uno strumento legislativo che ha facilitato la reindustrializzazione dell’area. La legge dei primi anni 90 prevedeva il reinserimento della forza lavoro in cambio di consistenti finanziamenti nazionali alle imprese che si insediavano nel territorio.

Bisognerà vedere se il sostegno dell’amministrazione comunale di Torre Annunziata si tradurrà in azione concrete. I disoccupati torresi attendono con ansia risposte e azioni decisive per garantire che le opportunità di lavoro non sfuggano dalle mani della città. La spada di Damocle del ricorso alla Procura da parte dei sindacati pende sul Responsabile unico del Contratto d’area e sul Ministero dello Sviluppo Economico, rei di non aver gestire in modo equo e trasparente le risorse e le opportunità e di non aver adempito agli obblighi di legge sul monitoraggio delle attività.

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