Quali sono le difficoltà che incontra un malato oncologico? Lo abbiamo chiesto a Federico Ascolese, che oltre a condurre una battaglia contro una neoplasia al sistema immunitario, contrasta quotidianamente pregiudizi e tante altre difficoltà. Dipendente di un’azienda e con uno stipendio medio, affronta mensilmente una spesa di circa 700 euro per medicinali, spese di viaggio ed esami diagnostici. Federico non avrebbe diritto neanche al contrassegno dei disabili. Non solo “scartoffie” burocratiche nella dura battaglia che l’uomo sta affrontando, ma anche tanti pregiudizi che purtroppo accompagnano la sua durissima quotidianità, già terribilmente provata dalla malattia. É lui a raccontarci le sue difficoltà, nell’intervista rilasciata al nostro giornale.
Le difficoltà di un paziente oncologico, Ascolese: “Spero in un futuro migliore”
Quali sono le difficoltà che un malato oncologico deve affrontare, oltre quelle fisiche causate dalla malattia?
Le difficoltà sono molteplici, oltre a quelle fisiche che possono essere sia temporanee che persistenti. La prima è il “giudizio” di certe persone, che dinnanzi all’evidenza pensano che questa situazione te la sei creata tu e quindi oltre alle difficoltà che si vivono bisogna scontrarsi anche con l’ignoranza di certe persone. Fortunatamente la maggioranza delle persone sono intelligenti. C’è molta cattiveria gratuita.
Come sta affrontando le conseguenze socio-economiche causate dalla malattia?
Le conseguenze sono impattanti, fortunatamente ho un lavoro. Posso dire con tutta trasparenza che il mio stipendio può essere tranquillamente equiparato a quello di un dipendente comunale. Una parte cospicua del mio stipendio, anche più della metà, ogni mese lo spendo tra ticket, acquisto di vitamine, integratori ed esami diagnostici privati. Purtroppo sia nel pubblico che nel convenzionato i tempi di attesa sono troppo lunghi. Poi ci sono anche le spese di viaggio che devo sostenere per recarmi al II Policlinico di Napoli o altrove. Una mole impressionante di spese. Personalmente, più o meno con fatica, riesco a farmene carico. La domanda che mi pongo e che dovremmo porci tutti: “chi non ha un lavoro come riesce a sostenere simili spese su base mensile?”
Si sente supportato dalle Istituzioni?
Il supporto è parziale, da un punto di vista medico gli oncologi del secondo Policlinico di Napoli sono persone eccezionali, talvolta fanno un lavoro che va anche oltre le loro possibilità. Ma per il resto delle istituzioni posso tranquillamente dire di no. Non esistono percorsi mirati, come ad esempio un concreto sostegno psicologico. Ma anche la politica latita. Ho cercato di contattare senza successo vari esponenti politici, anche parlamentari di qualsiasi colore politico per rappresentare le mie difficoltà, quelle che tra l’altro vivono tutte le persone che versano in una situazione simile alla mia.
Ha chiesto delle agevolazioni fiscali?
Bella domanda! Il punto non è se faccio o meno richiesta. Pur potendo attivare le procedure previste dalla legge 80/06 (legge per i malati oncologici), potrei anche ottenere un riconoscimento di invalidità civile alto, ma per lo Stato e l’INPS avendo un lavoro e quindi un reddito, supererei i massimali (già di per sé bassi) per ottenere sussidi o agevolazioni fiscali. Basta fare una ricerca, anche online, dei massimali per rendersi conto di come siano bassi. Alla fine si avrebbe un riconoscimento di “facciata” ma che nei fatti sarebbe monco. Ma anche altre richieste, come il contrassegno per i parcheggi riservati, mi verrebbero precluse. Ho incontrato una persona che come me fa le chemio, ha il contrassegno non per la patologia oncologica ma perché ha una parziale paralisi al corpo. C’è bisogno di una profonda rivisitazione delle normative sui riconoscimenti economici alle persone con patologie oncologiche per superare tali anomalie.
Da malato oncologico, secondo lei cosa deve essere migliorato nel sistema sanitario e nelle politiche sociali?
Innanzitutto i percorsi assistenziali psicologici, nel mio caso sono costretto a rivolgermi privatamente. Poi sicuramente i tetti di spesa mensili, è impensabile che un malato oncologico deve effettuare le analisi del sangue ai primi del mese e poi se servono anche successivamente bisogna pagare. Bisogna abbreviare i tempi di attesa per gli esami diagnostici, oggi decisamente troppo lunghi. Purtroppo questi sono i problemi che affrontano le tante le persone che come me vivono una situazione del genere.
Quali sono le sue speranze per il futuro?
Molteplici! La prima è di poter superare questo momento difficile e potercela fare, anche se ci vuole tempo. Poi nutro la speranza che in futuro le persone affette da malattie oncologiche possano avere tutto il supporto necessario dalle istituzioni e non siano costrette al “fai da te”. In ultimo vorrei che i reparti che frequento possano “spopolarsi”, soprattutto di ragazzi e ragazze. Questa la speranza più bella per me.






