Home Cronaca Morte agente, sindacato Polizia: “Aiutateci a non morire”

Morte agente, sindacato Polizia: “Aiutateci a non morire”

Agenti di polizia sul luogo dell'incidente tra un'auto della polizia e l'auto dei rapinatori che gli agenti hanno tentato di bloccare a Napoli, 27 aprile 2020 ANSA / CIRO FUSCO

NAPOLI. Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa del Sindacato Polizia Nuova: “Ancora una vittima del dovere che non doveva morire”.

Un’altra vita in divisa è stata spenta, spenta sempre per le stesse responsabilità di chi non doveva permettere ai “soliti delinquenti” di essere in strada e potere liberamente delinquere sapendo che la Giustizia in Italia è prossima a dissolversi completamente. Un’altra vita, al pari di quelle di Giovanni Falcone e la sua Scorta, di Paolo Borsellino e dei tantissimi eroi la cui memoria viene continuamente e totalmente calpestata da Governi che non sanno come portare avanti la Repubblica Italiana e, come per le scarcerazioni eccellenti, sembrano timorosi di intraprendere iniziative atte a combattere micro e macro criminalità. I “carnefici”, i Boss, chiunque calpesta la Legge, che ammazza gente innocente, che vìola tutti i diritti della gente onesta, sanno che saranno tutelati piu’ della gente onesta e che beneficeranno, come sempre, delle solite illimitate libertà perché l’Italia è, ormai allo sbando totale dove lo Stato è diventato il fantasma di se stesso. Sono anni che stiamo protestando per la certezza della pena e del triplicare il minimo edittale delle pene, ma i Governi sembrano assediati dalla paura e dal terrore, di tutto e di tutti, sempre pronti a piegarsi davanti a chi delle Leggi e della vita umana se ne fa beffe.  Oggi piangiamo un’altra vita spenta da chi sa che in Italia si puo’ delinquere liberamente senza mai pagare lo scotto delle proprie azioni. Tutto prevedibile, sempre la solita storia, ma i Governi anzichè accogliere le nostre richieste preferiscono che ci sia sempre il morto, che non puo’ difendersi e la cui memoria verrà, come al solito, calpestata e derisa. Governi che si limitano ai soliti comunicati di cordoglio, alle solite passerelle politiche, alle solite solidarietà ma, nei fatti, ne sono l’autore materiale, il mandante, con la propria immobilità e la loro immensa paura. Da quando Salvatore D’addario fu ammazzato, lanciammo il monito, ad oggi nulla è cambiato se non l’aumento delle vite in divisa spente, ed oggi è toccato a Pasquale Apicella ma sappiamo che ce ne saranno tanti altri di Pasquale Apicella, senza tutele, senza regole di ingaggio e senza gli strumenti normativi utili a poter svolgere il proprio lavoro al meglio e  i loro carnefici saranno sempre liberi di potere tornare ad  ammazzare senza soste.

 

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