domenica 18 Maggio 2025
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“Muntagne e stu core te”, la storia del Tre della Croce FOTO

di Rosa Auriemma

Il 3 maggio o 3 della croce si sono conclusi i festeggiamenti in onore della montagna e della Madonna con i canti delle paranze, cominciati come da tradizione il sabato dei fuochi, il primo sabato dopo la Pasqua, che quest’anno è caduto il 26 aprile.
Anticamente i poeti componevano i versi in vernacolo dei canti popolari intonati e musicati dalle paranze che si recavano sulla vetta dove accendevano fuochi per onorare la Montagna e la Madonna. Tra questi il poeta Vesuviano Gino Auriemma, autore dell’inno sommese “Muntagna e stu core” musicata dal Maestro Enrico Cecere.
Gino Auriemma (Luigi Francesco Ferdinando) avvocato, poeta e politico antifascista dedicò la sua vita ai suoi ideali e alla poesia, nei suoi versi e scritti ci ha lasciato la descrizione e la testimonianza della città di Somma Vesuviana, della sua storia, della sua gente e dei loro sentimenti.
I suoi versi del Poeta vesuviano ancora oggi, risuonano tra i sentieri del Monte Somma come una preghiera: “Muntagne e stu core te voglio assaje bene, me lieve r’e pene […]”. Sono impressi nella memoria di chi lo ricorda e sulla lapide che fa da preludio alla salita sulla vetta, dando il benvenuto alle paranze e ai devoti alla Madonna, alla tradizione e alla montagna, all’amore.

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