SANT’ANASTASIA. Sul giubbino bianco che indossava il giorno del delitto macchie di sangue suo misto a quelle della vittima: Aniello Maione.
Ecco una delle prove che ha portato stamattina all’arresto di Claudio Spinosa, detto o’ merican, 36 anni, vicino di casa del 77enne accoltellato a morte il 27 gennaio scorso nel cimitero di Sant’Anastasia. Su di lui si erano concentrate fin da subito le indagini dei carabinieri della locale Stazione e del Nucleo Operativo della Compagnia di Castello di Cisterna. Da quel vicino, con cui Maione aveva discusso più di una volta, i carabinieri c’erano subito andati e dalla sua abitazione (che divideva con i genitori e la figlia adolescente) avevano prelevato gli abiti che indossava quel giorno, una tuta e un bomber bianco con cappuccio, le scarpe e le lenzuola su cui poi aveva riposato. Lo avevano interrogato a lungo così come avevano fatto con i suoi familiari. Era emerso che tra lui e Maione non scorreva buon sangue, anzi. Ad ottobre del 2013 vi era stato un primo violento litigio interrotto soltanto dall’arrivo di altri vicini e parenti, pare per un gesto volgare compiuto dal 77enne che avrebbe, stando a quanto raccontano gli Spinosa, sputato contro una sorella di Claudio. In seguito a quell’episodio un altro violento alterco si era verificato davanti al bar del quartiere Capodivilla, in quel’occasione il giovane aveva aggredito prima a parole e poi con dei pugni alla schiena l’anziano mandandolo in ospedale. ma quest’ultimo, per paura, non aveva riferito ai medici il vero motivo delle sue ferite parlando invece di una caduta. Alla scena, però, avevano assistito alcuni avventori del bar e Maione lo aveva poi raccontato anche ai suoi familiari. Spinosa aveva raccontato ai carabinieri che il giorno del delitto si era andato a fare un tatuaggio e che poi era stato al cimitero a far visita alle tombe di suo fratello e di un nipote. L’orario lo stesso in cui nel luogo sacro era presente Maione, che era solito andare spesso a far visita ai suoi familiari defunti e sempre intorno alle 15. Poco prima del ritrovamento del corpo la vittima aveva parlato con alcuni operai intenti a ristrutturare alcune cappelle, dopo appena 15 minuti era stato trovato morente da due donne. Poco il tempo, quindi, in cui l’assassino aveva potuto agire colpendolo alle spalle. In quegli stessi attimi altri testimoni collocano Spinosa sul posto e poi lo vedono allontanarsi velocemente a bordo della sua auto parcheggiata all’esterno. Il sangue, la presenza sul luogo del delitto, il movente legato ai continui litigi, le dichiarazioni dei familiari di Spinosa che per coprirlo cambiano più volte versione sulla sua presenza in casa all’ora dell’omicidio hanno convinto il gip Paola Borrelli a disporre l’arresto.
Sostieni la Provinciaonline
Il nostro giornale è libero da influenze commerciali e politiche e così vogliamo restare. Voi con il vostro piccolo aiuto economico ci permettete di mantenere la nostra indipendenza e libertà. Un piccolo o grande aiuto che permetterà alla Provinciaonline di continuare ad informarvi su quello che tanti non vogliono dirvi. Clicca qui e aiutaci ad informare ⬇️.