di Lucia Miranda
Ottaviano. “Non dimentichiamo che le emozioni sono i grandi capitani della nostra vita e che obbediamo a loro senza saperlo. Il maestro è innanzitutto fiducia, sostegno, complicità, supporto e conforto”

Queste le parole che attraverso i propri canali social la scuola di Musica “Ferruccio Busoni” condivide con i suoi allievi. Situata in un paese alle pendici del Vesuvio, Ottaviano precisamente a San Gennarello, questa scuola di musica rappresenta una bellissima realtà del territorio. Un luogo dove bambini, ragazzi e adulti, possono coltivare con gioia le loro passioni in un ambiente accogliente, sereno ma soprattutto gioioso.
A darci il benvenuto con garbo ed eleganza è Fabio Ciola: direttore e responsabile delle discipline musicali.
Subito dopo ci raggiunge sua moglie Giusy Damaso, è lei ad occuparsi di tutta l’attività amministrativa e gestionale. Ci sorprende con il suo sorriso e la sua dolcezza, lo stesso che accompagna i volti dei tanti bambini che in quel momento sono a lezione.
“Ci prendiamo cura della loro crescita didattica ma, in primis, delle loro emozioni”, spiega Giusy,
“Li incoraggiamo, li sosteniamo, parliamo loro con tenerezza. Lasciamo che la gentilezza sul nostro volto sia nei loro occhi,nei sorrisi,nel calore del nostro operato. Non diamo solo nozioni
ma anche soprattutto il cuore”.
Ci tengono a presentarci subito il loro team di lavoro: insegnanti specializzati per la crescita didattica e professionale di allievi di tutte le età. Più che un team ci troviamo davanti una grande famiglia dove la parola d’ordine è professionalità e dolcezza.
Ci sediamo e proviamo a conoscerci un po’ di più.
“Come nasce la voglia di creare una scuola di musica?”
Fabio ci racconta:
“Sin da bambino ogni momento di gioco o svago era sempre legato alla musica. A 5 anni ho ricevuto le prime lezioni e da allora ho coltivato con amore questo grande interesse.
Dove c’era un microfono in qualsiasi evento, in famiglia o altrove, ero lì a sognare di costruire la mia vita attraverso questa passione.
Crescendo ho frequentato il conservatorio e da lì, pian piano con il tempo, a cavallo con il termine degli studi ho iniziato con le mie prime lezioni”
“Con i primi risparmi con sacrificio sono riuscito a mettere in opera il mio primo piccolo studio sempre qui a San Gennarello, io da solo con il mio primo collaboratore. Man mano con costanza si andava a delineare il progetto che ho sempre desiderato e sperato. Ora con soddisfazione so di aver realizzato quel sogno che avevo da bambino”
Qual è la filosofia didattica alla base dei vostri insegnamenti?
Giusy:
La nostra filosofia didattica si fonda sull’idea che la musica sia un linguaggio universale e un percorso di crescita personale, non solo una materia di studio. L’obiettivo è formare musicisti completi, capaci di esprimere la propria individualità e di comunicare emozioni attraverso il suono.
Fabio:
Crediamo che ogni studente sia unico e, per questo, l’approccio didattico viene personalizzato in base alle sue inclinazioni e ai suoi obiettivi.
Oltre allo studio del repertorio classico, incoraggiamo l’improvvisazione, la composizione e l’esplorazione di diversi generi musicali.
Durante la nostra chiacchierata ci stupisce la serietà e allo stesso modo la serenità che in quel momento regna in tutta la scuola. I ragazzi qui si sentono a casa ed è la stessa sensazione che abbiamo anche noi.
Quali sono le aspettative e gli obiettivi principali delle persone che si iscrivono qui?
E voi vi ponete degli obiettivi personali?
Fabio:
Le persone che si iscrivono alla nostra scuola hanno obiettivi diversi: alcuni mirano a una carriera professionale, altri vogliono semplicemente imparare a suonare per passione o per arricchimento personale.
Giusy:
Da parte nostra, ci poniamo l’obiettivo di essere per loro una guida costante, fornendo non solo competenze tecniche ma anche ispirazione e supporto.
Qual è il valore che la musica, intesa come disciplina, può portare nella formazione completa di un ragazzo/a
Fabio:
La musica può aggiungere un valore straordinario alla formazione didattica di un ragazzo in quanto è uno strumento potente per lo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale.
Studiare musica attiva e rafforza diverse aree del cervello e permette ai ragazzi di esprimere le proprie emozioni e di elaborarle in modo sano e costruttivo.
Giusy:
Inoltre far parte di un’orchestra, di un coro o di un gruppo musicale insegna ai ragazzi a lavorare in squadra. Imparano ad ascoltarsi a vicenda, a rispettare i tempi degli altri e a contribuire a un obiettivo comune.
Quali sono gli strumenti e i percorsi formativi offerti dalla vostra scuola?
Fabio:
La nostra scuola fornisce vari percorsi e ogni anno cerchiamo di arricchire la nostra offerta formativa ed aggiornarci per essere sempre al passo con i tempi.
Ci sono corsi di:
-Canto lirico e moderno
-Pianoforte e tastiera
-Chitarra classica acustica ed elettrica
-Batteria e percussioni
-Violino e Violoncello
-Basso elettrico
-Clarinetto
-Sassofono
-Tromba
-Teoria solfeggio e armonia
-Home recording
-Corso dj
-Laboratorio di musicoterapia
-Propedeutica musicale per bambini di 4/5 anni
-Preparazione per licei musicali e ammissione al conservatorio”
Decidiamo poi di riservare una domanda anche agli allievi che sono lí. Loro i veri testimoni di questa realtà.
Ci raggiunge per primo Asia e le chiediamo:
Cosa rappresenta per te questa scuola di musica?
“La porta qui è sempre aperta”, “Questa, lo sai, è casa tua”.
Ho perso il conto di tutte le volte in cui mi sono sentita dire queste parole, che talvolta risuonano nella mia testa, così semplici ma così sentite, piene di amore e di affetto: ciò che una famiglia ti dà e che conta più di tutto al mondo.
Arrivai qui con il timore che si prova quando tutto è totalmente nuovo. Ero appena adolescente: ancora un po’ bambina, indecifrabile e un tutt’uno con ansie, insicurezze e complessi. Ma fin da subito mi sono sentita accolta, parte di qualcosa di bello, perché c’è un concetto sul quale si ripone particolare attenzione in questa scuola, che va oltre l’insegnamento della tecnica, o la lettura delle note: trasmettere l’importanza delle emozioni. Il maestro Fabio insiste tantissimo su questo aspetto…e come biasimarlo, d’altronde? La musica è un’arte, dispensatrice di emotività, che trova la sua piena espressione nell’unicità di coloro che viaggiano con la propria mente e creano qualcosa di irripetibile. È un incentivo per sentirsi liberi di esternare il proprio essere. È un linguaggio universale, che evoca una molteplicità di sentimenti, spesso stimolando l’empatia, e non si limita solo alle parole, perché anche i ritmi, le melodie, le armonie, sono cruciali. È poesia, bellezza, amore. Unisce le persone, creando un senso di comunità, e diventa qualcosa di inspiegabilmente prodigioso. È asilo nei momenti peggiori.
Ed è questo che per me è diventata questa scuola: un appoggio, una presenza costante, che ha incoraggiato la mia crescita, che mi ha strappato sorrisi, concedendomi leggerezza in momenti in cui la mente vagava nei pensieri, mi ha spronata quando volevo abbandonare il canto, che mi accompagna fin da quando ero piccola, che considero come una valvola di sfogo e attraverso il quale riesco a manifestare ciò che sento.
Arriva poi Marta.
Cosa rappresenta per te questa scuola di musica?
Marta:
“Anche se non frequento la scuola da moltissimo tempo, sento di appartenervi da una vita. Non solo mi sono trovata benissimo a livello didattico, ma ho anche incontrato persone speciali, sia insegnanti che compagni, che rendono le ore passate a scuola ancora più produttive e divertenti. Questa scuola è diventata il mio posto sicuro dove posso essere me stessa e dove ad ogni lezione cresco sia come musicista che come persona, sono felice di averla scelta e di sentirmi parte di qualcosa di bello e autentico”
Ci raggiunge poco dopo anche Francesca
Francesca:
“La scuola di musica del maestro Fabio in poco tempo è diventata una vera e propria casa per me, dove ho incontrato maestri che mi hanno spronato a dare del mio meglio in ogni circostanza e che mi hanno dato l’opportunità di vivere numerose esperienze che porterò sempre nel cuore. Inoltre, ho trovato anche degli amici che hanno reso le prove dei vari spettacoli delle ore piacevoli da passare insieme, dove non solo si impara costantemente, ma si costruisce un legame profondo come una vera e propria famiglia”
I loro occhi trasmettono un’emozione reale, sentita. Anche noi siamo emozionati. Quell’emozione lascia poi spazio ad un contagioso sorriso.
Decidiamo di salutarci così.
È stato un viaggio fantastico.
Abbiamo potuto raccontare un mondo che in parte conoscevamo, e che avevamo voglia di farvi conoscere, ma questo viaggio in fondo ci ha fatto comprendere che certe cose bisogna viverle per assaporarle davvero.
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