giovedì 1 Maggio 2025
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Padre Giacinto, Fiorito: “Continueremo la sua opera”

Sant’Anastasia. Riceviamo e pubblichiamo lettera di Fabio Fiorito per il GLISS – Gruppo Laico Interdiocesano del Sabato Sera.

Il nostro Padre Giacinto per oltre 25 anni ha seguito e accompagnato il nostro Gruppo “GLISS” Gruppo Laico Interdiocesano dedicandosi pienamente alla conversione delle anime… Nonostante i vari trasferimenti da Madonna dell’Arco (NA) a San Domenico Maggiore (NA) e a Cercemaggiore in provincia di Campobasso, il Gruppo lo ha sempre sostenuto e seguito ma soprattutto lui,. Oltre a tante iniziative e interessi per il bene comune, aveva a cuore tre progetti d’Amore, perché l’Amore è stato sempre l’ardore e il fine di ogni suo pensiero, di ogni sua azione, di ogni sua battaglia per la fedeltà a Cristo e in nome di Cristo. Non solo con la preghiera, ma con vigorose e, nel contempo, amorevoli opposizioni si batteva contro l’aborto e per il battesimo ai nascituri. E la forza ardimentosa delle sue convinzioni gli fece dar vita ad un primo libro, che però non fu approvato dalla sua Provincia dei Domenicani che, senza nessun riscontro di vericidità delle sue affermazioni o chiarimenti, gli proibì di divulgarlo.  Il nostro caro Padre Giacinto si mise in discussione per capire quale fossero le mancanze nei suoi scritti per cui non erano accettati, e, insieme, contattammo in Vaticano, il Cardinale domenicano Georges Marie Martin Cottier che, interessato, ci accolse a casa sua in Vaticano.  Fu molto colpito dai pensieri del Padre e ci spinse ad andare avanti con delle correzioni e indicandoci di contattare subito il nostro Papa Francesco all’epoca Cardinale Jorge Mario Bergoglio,  che dall’Argentina ci inviò una sua lettera dove trovava molto interessante a livello pastorale il libro.  Presentammo la seconda edizione con le modifiche suggerite ma avemmo il secondo no dalla provincia dei Domenicani.  Per obbedienza Padre Giacinto ci disse di fermarci.  Ma ora il Gruppo sente di portare avanti la pubblicazione chiaramente dopo aver acquisito il parere del nuovo Provinciale Padre Francesco Ricci perché il suo pensiero, la sua pastorale operativa possano essere tramandate alle nuove generazioni attuali e dei tempi a venire, per non disperdere quel messaggio di amore incondizionato, di cura educativa, di guida illuminante di cui hanno bisogno i giovani in questo momento di buio morale e, pertanto, di disorientamento. La sua vita straordinaria, vissuta nell’umiltà che è congeniale ai grandi sapienti, ma al tempo stesso ai veri apostoli del Cristo vivente, è stata costellata di esperienze in cui, spaziando da vari ruoli di valorizzazione dei suoi meriti pastorali che lo hanno visto a guida di tante comunità domenicane fino ai massimi vertici, per volontà di Dio, perché a Lui affidato, a quello di teologo, di scrittore, di giornalista, di docente, di educatore, a quello di “umano balsamo” di tante anime affaticate, nonché di trascinatore di giovani all’entusiasmo per un’esistenza di senso e di valore, il massimo divisore comune era lo spirito di servizio sommo, sviscerato.  E perciò il Signore, sapendo che mai si sarebbe pavoneggiato, si è compiaciuto del compiacimento inesistente, nullo di Padre Giacinto per il fare carriera, per sentirsi “uno che conta”….., baciandolo sulla fronte e donandogli, quale Figlio prediletto, il suggello di “guida illuminante”, non di capo cui si deve obbedienza, ma araldo di pace e di giustizia. Padre Giacinto Maria Cataldo, nasce a Chiusano San Domenico (AV) il 22 agosto 1929, Dottore in Pedagogia, abilitato in Filosofia, Scienze dell’Educazione e Storia. Giornalista e pubblicista, ha insegnato Religione, Storia, Filosofa e Scienze Umane in vari Licei ed Istituti Tecnici campani.  Innamorato della gioventù, e pienamente convinto che il potere rivoluzionario del messaggio di Cristo s’incarni proprio nei giovani che vanno educati ad essere rivoluzionari attraverso la sorgente infinita dell’Amore Divino e lo scudo della fede e della morale per essere certi di cambiare questo mondo, Padre Giacinto ha saputo coniugare, intessendole e innestandole con la forza dell’Amore e della compenetrazione empatica in chi ha bisogno di tenerezza e di conforto, le tre forme di Teologia che meglio consacrano l’essere, il sentire e l’agire di questo Padre domenicano dalla titanica figura morale, e ne perpetuano l’indelebile ricordo:

 

  1. la Teologia della concretezza spirituale, non escatologica, ma concretizzazione che si respirava dell’Amore di Cristo, quello vivo, tangibile, attraverso l’Amore incondizionato per l’altro compenetrandosi nelle esigenze dell’altro tanto da divenire l’altro, un tutt’uno in cui le identità convergono verso una stessa meta: l’umanità divinizzata.

E così l’amore per i giovani  e la sua vocazione forte di “trascinatore a Cristo con Cristo” come educatore lo ha spinto a tante iniziative in cui i ragazzi erano i protagonisti, come “la Festa degli Innamorati dell’Amore” e difatti ogni 14 febbraio a San Valentino gli allievi dell’Istituto “Ilaria Alpi- Carlo Levi” di Scampia si recavano a Madonna dell’Arco e sia il Santuario, sia la Sala Convegni divenivano templi vivi di religiosità frammista  a spiritualità e ad una fresca, genuina filosofia emozionale che con la purezza del cuore i ragazzi esprimevano attraverso le loro riflessioni, i sentimenti, le passioni su tutte le forme di amore universale che ci radicano alla fede in Cristo e ad una vita di valori che va vissuta in quest’ottica per assicurarsi la felicità qui in terra e nei cieli. Lo stesso identico Amore che travalica i confini della finitezza, come teologia dell’incarnazione con il primato della grazia per la vita nascente, lo ha insegnato a noi per i bambini mai nati, i condannati all’aborto, che dovevano essere tutti battezzati, i bambini ammalati e le anime abbandonate del purgatorio per cui distribuiva tante preghiere per ricordarci che la preghiera in comunione con gli altri é la condizione preliminare della vera e definitiva liberazione;

 

  1. la Teologia della concretezza sociale e relazionale per cui Padre Giacinto era convinto che essere fedeli seguaci di Cristo e della Madonna voleva dire battersi per l’impegno sociale a favore della comunità territoriale e per questo si è battuto perché fosse realizzata l’apertura dello svincolo a Madonna dell’Arco della 268 dove per tanto tempo abbiamo fatto diverse petizioni e denunce … Ma grazie a Dio, ora l’apertura dello svincolo è quasi pronta… sarebbe bello intitolarlo a lui… lo merita.

La sua attenzione somma era rivolta agli ultimi, ai diseredati sociali, quell’attenzione che non gli faceva mai perdere il contatto umano, edificante con chi era stato abbandonato dalla giustizia sociale, per cui spesso “pungolava” i responsabili delle istituzioni. Così come gli sfiduciati, chi aveva perso il coraggio di lottare per le traversie delle personali vicende esistenziali, erano i prediletti con cui trascorreva ore e ore senza orologio e senza cronometro …. ad ascoltare, a confortare, a spingere all’azione. Quando le porte e i cancelli a tarda sera si chiudevano, Padre Giacinto continuava ad essere al suo posto, lì, sempre, per ricevere chiunque in quel momento avesse bisogno di aiuto sincero e fattivo. E questo era lo spirito di empatia che diffondeva nello storico Gruppo del Sabato sera, e anche per questo fu avversato, visti i tanti proseliti che richiamava a sé solo con gesti di amorevolezza e amorevole condivisione, interessandosi delle anime delle persone per portarle a Gesù;

 

  1. la Teologia della concretezza educativa con simboli permanenti che testimoniassero che il Cristianesimo nel corso dei secoli ha annoverato tanti esempi viventi del Cristo vivo e che contrastare guerre, lotte intestine tra persone di diversa cultura, di diversa estrazione sociale, fosse possibile con modelli reali di convivenza pacifica e collaborazione in nome del bene comune.

E così propose, nei giardini retrostanti il Santuario, l’erezione della statua di Bruno Hussar, un grande padre domenicano che fondò in Israele il villaggio Nevé Shalom, in cui ancor oggi convivono in completo spirito di collaborazione ed integrazione Ebrei e Palestinesi, formando nuove famiglie e nuovi ceppi etnici, come Cristo avrebbe voluto. E anche in questo fu contrastato.  Ma ci siamo noi ora che, quale retaggio del messaggio di autentica, straordinaria fede in Dio e nell’uomo di Padre Giacinto, realizzeremo tutti i suoi progetti educativi non ancora realizzati, così come che riposi, a pieno merito, accanto a padre Mariano Nazzaro, con cui ha condiviso la grandezza morale e pastorale dell’essere domenicano di somma, concreta statura teologica e sociale. Noi metteremo in atto il cospicuo patrimonio di eredità etica e spirituale che ci ha lasciato per sempre nei nostri cuori, nelle nostre anime.  E nessuno non potrà mai dimenticarlo.

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