San Giorgio. Lavoratori della Teseo 8 mesi senza stipendio, la rabbia dell’ex vicesindaco Marino

San Giorgio a Cremano. I lavoratori della Teseo allo stremo, otto mesi senza stipendio. L’ex vicesindaco Marino: “Costretti a protestare per rivendicare il proprio stipendio”.

Brutta estate è quella che si presenta per più di cento dipendenti della cooperativa Teseo, che si occupa di assistenza sociale domiciliare ( h24) e scolastica di San Giorgio a Cremano, che da ben otto mesi sono senza stipendio. Stamane fuori la casa comunale c’è stata una protesta pacifica di un gruppo ristretto di cooperatori e hanno espresso tutta la loro disperazione affiggendo anche un manifesto con su scritto: ” Adesso non ce la facciamo più. Sono otto mesi di stipendi arretrati. Viviamo in situazioni familiari gravissime. Vogliamo i nostri stipendi. Basta con le parole, dignità e rispetto per chi lavora. Stiamo lavorando con dignità con persone meno fortunate di noi. C’è solo interesse politico- sindacale”. Parole scritte su un volantino che rimbombano tra i cittadini sangiorgesi e le coscienze di chi non riesce a risolvere il problema di tanti lavoratori, che non riescono più a sostenere le loro famiglie. I dipendenti della cooperativa, che aspettano da quasi un anno di essere pagati, sono davvero allo stremo delle forze e nonostante tutto continuano a lavorare cercando di non far venir meno i servizi assistenziali. Dalla parte dei lavoratori si schiera l’ex vicesindaco nonchè ex assessore alle politiche sociali dell’amministrazione Zinno, Giovanni Marino che spiega in un post su Facebook la situazione : ” Ad agosto andai via. Due fronti avevo aperto: le spese eccessive del settore contenzioso fino a dover scrivere in Prefettura per avere atti a me dovuti e le fatture Teseo, errate, gonfiate che rendevano precari gli storici servizi sociali penalizzando utenti e lavoratori.
Oggi il segretario generale censura l’operato dell’avvocatura comunale e i lavoratori della Teseo sotto una pioggia estiva rivendicano otto mesi di stipendi arretrati.
Fronti aperti dai quali non mi sottraggo nell’interesse della mia comunità, della verità, della trasparenza”. Poi ci spiega tutta la sua amarezza per la difficile situazione: “La mia tristezza è vedere i lavoratori non supportati dai sindacati, costretti a protestare per rivendicare il proprio stipendio. Altra tristezza è vedere, ad una anno esatto dalle mie dimissioni, il fallimento totale delle politiche sociali”.

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