SOMMA VESUVIANA. Un processo che stenta a decollare, quello che vede imputate due maestre in servizio presso la scuola dell’Infanzia del I° Circolo Didattico “Raffaele Arfè” di Somma Vesuviana, che devono rispondere del reato di maltrattamenti, e una delle due anche di percosse. Stamattina al tribunale di Nola (Aula 5 giudice Raffaele Muzzica) una nuova udienza per le due insegnanti difese da Alfonso Di Palma e Antonio Abete, e l’altra da Luigi Spadafora e Concetta Ambrosio) una residente a Somma Vesuviana, l’altra a Scisciano, entrambe furono sottoposte a misure cautelari che le sospesero dal servizio. Ora però entrambe sono rientrate a lavoro nuovamente a contatto con i piccoli. La prima udienza preliminare si era tenuta lo scorso anno poi, per un difetto di notifica ad uno dei difensori delle imputate si è dovuta celebrare una nuova udienza preliminare davanti alla dottoressa Valentino la quale ha rinviato di nuovo al dibattimento primo giudice monocratico Raffaella De Maio che ha celebrato in udienza il 17 gennaio 2023 ed una successiva udienza di questa mattina, anche lei ha dovuto rinviare ad altro ruolo e quindi al giudice Raffaele Muzzica che questa mattina ha celebrato udienza, ma si è dovuto nuovamente rinviare perchè il giudice sarà trasferito ad altro incarico e quindi è stato assegnato a un nuovo giudice. Il nuovo giudice assegnato è però incompatibile avendo seguito lo scorso anno la parte relativa al rinvio a giudizio, ciò significa che a settembre ci sarà una nuova assegnazione e, dunque, un nuovo rinvio. I tempi della giustizia si allungano notevolmente, ma questo non dovrebbe impedire che si faccia chiarezza su quanto accaduto nel 2019 e portato alla luce, in seguito alle denunce delle famiglie, dai carabinieri della Stazione di Somma Vesuviana. I militari svolsero l’inchiesta in modo delicato e preciso per non turbare ulteriormente i piccoli, ma allo scopo di verificare quanto realmente accadeva al chiuso delle aule.
Picchiavano i bimbi dell’asilo di Somma Vesuviana, al via il processo per due maestre
Il desiderio delle famiglie, che si sono costituite parte civile e che sono tutelate entrambe dall’avvocato Ciro Del Grosso, è che sia fatta giustizia su quanto subito dai loro piccoli. Resta da capire come mai l’ufficio scolastico regionale, o chi ne abbia le specifiche competenze, non abbia pensato sia meglio sospendere le due maestre tenuto conto delle misure che gli furono applicate e che sono al momento ancora sotto processo per delle accuse molto gravi considerata l’età delle vittime.

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