mercoledì 15 Gennaio 2025
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Torre Annunziata in allarme: il dramma di Calenzano risuona in un’Italia minacciata dai rischi industriali

Sono 974 siti ad “elevato rischio industriale”, 79 in Campania, 36 in provincia di Napoli. Le città chiedono la delocalizzazione degli impianti pericolosi per proteggere il futuro

L’esplosione delle cisterne Eni nel comune di Calenzano, in provincia di Firenze, ha colpito duramente il territorio italiano, portando con sé la tragica perdita di cinque vite umane, fra cui quella di un autotrasportatore di origine napoletana.  Alla disperazione delle famiglie delle vittime e di quelle dei 26 feriti si aggiunge il grido di allarme per un intero paese dove la sicurezza sul lavoro è spesso sacrificata sull’altare del profitto.

In un’Italia dove l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) identifica 974 siti ad “elevato rischio industriale”, la tragedia di Calenzano riaccende i riflettori su una realtà preoccupante. Di questi siti, 468 sono classificati come a “soglia inferiore” e 502 a “soglia superiore”, una distinzione basata sulla quantità di sostanze pericolose presenti. In Campania sono presenti 79 siti a rischio, il 46% è concentrato in Provincia di Napoli.

A Torre Annunziata, il sito di stoccaggio di idrocarburi presente sul porto, classificato a soglia inferiore, ha sempre rappresentato per i cittadini una minaccia incombente. La sua posizione a ridosso del centro cittadino e in una zona con potenziali ambizioni turistiche rende il rischio ancora più tangibile. Le richieste di espansione delle cisterne sollevarono molte preoccupazioni nella popolazione e sono state bloccate solo dalle pressioni delle manifestazioni popolari. Tuttavia, il permesso di costruire non è mai stato revocato, e il comitato popolare continua a chiedere la delocalizzazione delle cisterne per garantire la sicurezza dei cittadini e permettere uno sviluppo turistico senza ostacoli.

Il dramma di Firenze è un avvertimento che non può essere ignorato. Ogni impianto industriale è un possibile scenario di disastro se non vengono dedicate risorse sufficienti per garantirne una sicurezza senza alcun rischio. Il numero di morti bianche in Italia, che nel 2024 si avvicina a mille, è un chiaro indicatore di una crisi che richiede interventi urgenti. Rischio e pericolo non devono più essere accostati alle parole industria e lavoro.

È fondamentale che la sicurezza sul lavoro diventi una priorità indiscutibile e che la dislocazione dei siti industriali pericolosi, indipendentemente dal grado di rischio, sia veramente presa in considerazione, a maggior ragione in contesti urbani come quello di Torre Annunziata. La comunità ha diritto a vivere senza la continua apprensione di un disastro imminente, e le istituzioni devono rispondere con misure concrete e decisive per evitare che simili tragedie si ripetano.

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