Napoli – La Tracciabilità certa e non cartacea dei rifiuti, che costituisce ancora oggi la mai repressa truffa del “giro bolla” inventata dai camorristi casalesi, e soprattutto dei rifiuti speciali industriali e tossici, è da sempre il punto essenziale per la concreta tutela della salute pubblica dal danno alla salute pubblica provocato dallo scorretto smaltimento di ormai decine di milioni di tonnellate di rifiuti industriali in buona parte altamente tossici prodotti in regime di evasione fiscale e quindi smaltiti illegalmente in tutta Italia, non solo in Campania.
I Medici dell’Ambiente di Napoli prendono quindi atto con grande soddisfazione che questo sia oggi posta come prima richiesta al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa anche da parte di tutti i Gestori dei rifiuti di Italia in questi giorni riuniti a Napoli.
“Abbiamo quindi sempre avuto ragione – ha dichiarato Antonio Marfella, Presidente di Isde Napoli – e indirizzato correttamente l’opinione pubblica non solo sulla tragica situazione epidemiologica campana, ma soprattutto sulla causa sinora non affrontata di cosi grave danno: la mancata tracciabilità e il corretto smaltimento dei rifiuti speciali, industriali e tossici, e non solo di quelli urbani”
La tracciabilità dei rifiuti è stata sempre la richiesta, prima che come Medici dell’Ambiente di Napoli, abbiamo posto sin dall’inizio del nostro impegno a tutela della salute pubblica. Dal 20 giugno 2013 a Caivano al Ministro Orlando, per poi proseguire presso il Parlamento Europeo nel luglio 2013, nelle audizioni al Parlamento Italiano nel settembre del 2013 e ancora in una serie di articoli di livello nazionale per tutti gli anni a seguire (2013- 2018), sino ad arrivare a richiederlo tra i primi punti all’atto dell’insediamento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa (2018) (documentazione allegata)
“I rifiuti speciali e tossici – ammonisce Marfella – scorrettamente smaltiti senza tracciabilità alcuna e senza impianti, sono un gravissimo vulnus alla salute pubblica, confermato ormai da tutti i dati epidemiologici nazionali e regionali”.
Gli ultimi dati presentati nei giorni scorsi certificano, ad esempio, che si muore di meno nei quartieri Fuorigrotta – Bagnoli rispetto ai quartieri Miano – Scampia. “Ma sin dal 2012, i dati prodotti da noi insieme al Comune di Napoli (ANGIR) certificano in questi quartieri l’eccesso di mesoteliomi (scorretto smaltimento dell’amianto!) e di cancro della vescica (fabbriche “a nero” di scarpe borse e vestiti e scorretto smaltimento dei tricloro e tetracloroetilene).
FIG.1
La deprivazione economica nelle nostre terre si accompagna indissolubilmente al degrado ambientale e quindi ci si ammala e si muore di più non solo dove si è più poveri e più giovani, ma anche dove esiste ben il 70 % di verde pubblico cittadino (che, nel degrado, in parte è destinato ad essere occupato da discariche di rifiuti anche tossici – vedi Chiaiano! – e dai roghi tossici di Terra dei Fuochi, con danno certo alla salute pubblica dei cittadini ivi residenti).
La tracciabilità dei rifiuti pertanto, non è soltanto un necessario strumento per la semplificazione delle attività delle imprese che gestiscono i rifiuti in Italia, ma è il primo baluardo indispensabile e sinora completamente ignorato a tutela della salute pubblica contro lo scorretto smaltimento dei rifiuti nelle zone e nei territori più poveri non solo della Campania, ma dell’intera Italia.
“E’ ora che si giunga a soluzioni rapide, concrete e semplici, non solo per la migliore gestione dei rifiuti, ma soprattutto per la più efficace tutela della salute pubblica . Questa è vera Prevenzione Primaria”. ASSOCIAZIONE ISDE MEDICI DELL’AMBIENTE SEZIONI DI NAPOLI E ‘NOLA-ACERRA’ Dr Antonio Marfella (Presidente ISDE NAPOLI), Dr Luigi Costanzo, Dr Gennaro Esposito (Presidente sub-sezione ISDE Nola-Acerra).

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