Nel Teatro Grande del Parco Archeologico degli Scavi di Pompei va di scena uno dei classici più amati del mondo antico: il Satyricon di Petronio. Appuntamento da giovedì 4 a sabato 6 alle ore 21:00 per la prima assoluta dello spettacolo teatrale.
Abbiamo un po’ tutti la sensazione di stare vivendo un periodo di impasse, di decadenza e di transizione verso qualcosa di sconosciuto. Da quando sono crollate le ideologie e le utopie che hanno segnato e insanguinato il Novecento sembra essere venuta meno la direzione storica da seguire e, non essendo chiara la méta, sembra non ci sia altra strada che girare a vuoto.
Per questo ho chiesto a Francesco Piccolo di scrivere un testo che, ispirandosi al Satyricon di Petronio – che della decadenza dell’impero romano fece un ritratto memorabile – tentasse di raccontare la nostra decadenza, cercando di coglierne la peculiarità. Con una felicissima intuizione Francesco ha individuato nell’impoverimento linguistico il tratto che sta segnando la nostra epoca e lo ha fatto diventare materiale drammaturgico.
È sotto gli occhi di tutti che siamo ormai intrappolati dentro un linguaggio che, quanto più viene ripetuto, tanto più si svuota di significato.
I luoghi comuni ci rassicurano, ci anestetizzano, ma nello stesso tempo ci allontanano dai fatti, dalle questioni, dalle persone. “Le parole” sosteneva Heidegger “non sono strumenti per esprimere il pensiero, al contrario sono condizioni per poter pensare” e se le parole si ripetono senza senso, allora anche il pensiero resta fermo, gira a vuoto.
Ma le parole che abbiamo a disposizione sono il frutto dell’epoca che viviamo, non viceversa, la cultura dei singoli individui può fare ben poco se all’orizzonte non c’è un linguaggio comune che permetta di immaginare nuove forme, nuovi pensieri, nuove energie che rimettano in gioco il cammino di ciascuno.
I tempi sono poveri e gli individui ne sono vittime, travolti e impoveriti da una valanga che sembra inarrestabile. Siamo smarriti. Cercare di raccontare, attraverso il senso del ridicolo, la pena, il dolore, ma anche la tenerezza e il profondo senso di umanità che si nasconde dietro questo smarrimento è la sfida che mi pongo con questo spettacolo.
Nel 66 d.C moriva Petronio Arbitro, maestro di buon gusto alla corte di Nerone, perchè travolto dalla repressione di una congiura alla quale sembra non avesse partecipato. Tradizionalmente si attribuisce a lui il romanzo noto come Satyricon, pervenutoci in forma frammentaria e noto al grande pubblico soprattutto per la geniale (e libera) rilettura di Federico Fellini.
Un mix di sorprendenti brandelli narrativi, tra sesso, strani riti, naufragi, risse, speculazioni d’arte, truffe ben congegnate e licantropi, tra i quali spicca qualche porzione più ampia come la celeberrima, scintillante Cena di Trimalcione.
Andrea De Rosa lo trasforma in teatro affidandosi alla penna di Francesco Piccolo che così descrive il suo approccio alla riscrittura: «La decadenza di Roma, l’opulenza disperata, la corruzione, il mecenatismo un po’ burino. Le feste, le cene. Tutto questo è stato già raccontato da Petronio ed è però ancora tutto da raccontare.
Provare a riscrivere e rendere contemporaneo il Satyricon, usando i tic linguistici della mondanità decadente di oggi, è sia elettrizzante sia in qualche modo naturale. Insomma, bisogna provarci.»
POMPEII THEATRUM MUNDI 2019
Teatro Grande di Pompei
4, 5 e 6 luglio | ore 21.00
SATYRICON
di Francesco Piccolo ispirato a Petronio
regia Andrea De Rosa
con
Noemi Apuzzo (Fortunata), Alessandra Borgia (La signora disperata)
Francesca Cutolo (La donna delle canzoni), Michelangelo Dalisi (L’intellettuale)
Flavio Francucci (Encolpio), Antonino Iuorio (Trimalcione)
Serena Mazzei (La ragazza anoressica), Lorenzo Parrotto (Ascilto)
Anna Redi (L’attrice impegnata), Andrea Volpetti (Gitone)
scene e costumi Simone Mannino
disegno luci Pasquale Mari
sound designer G.U.P. Alcaro
produzione
Teatro Stabile Napoli-Teatro Nazionale
Teatro di Roma-Teatro Nazionale
Fondazione Campania dei Festival–Napoli Teatro Festival Italia
prima assoluta

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