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A Torre Annunziata una Catena umana in un Ponte che unisce in ricordo delle vittime di femminicidio

Una catena umana, come il nome dell’associazione “Catena Rosa” che ha organizzato l’iniziativa in ricordo dell’ennesima vittima di femminicidio Anna Scala, che ha coinvolto numerosi cittadini sul litorale di Torre Annunziata, ma anche un ponte che unisce il Comune oplontino con Vico Equense, laddove era nata la donna ammazzata dall’ex compagno, peraltro denunciato più volte.

E proprio dal Comune della penisola sorrentina è giunta una delegazione di donne che ha stretto un patto di impegno comune con l’associazione oplontina – una delle prime nate sul territorio vesuviano – che vanta al suo attivo anche la presentazione di una proposta di legge sul femminicidio.

Esprime soddisfazione per la partecipazione la presidente di Catena Rosa Ada Ferri che è convinta che “solo con una grande svolta culturale possiamo abbattere la cultura maschilista che in questi giorni sta riempendo le cronache. Non è solo la morte di Anna e i femminicidi che si susseguono, ma gli stupri, quelli di gruppo, le sentenze scandalose di assoluzione, una ragazza esposta su un buffet a mò di pasticcino”.

“Abbiamo bisogno” continua Ada Ferri “di promuovere educazione ai sentimenti e ad una sessualità non morbosa. Noi non ci fermiamo e resta ferma la nostra domanda: perché il carnefice di Anna era a piede libero dopo due denunce?”

Alla manifestazione era presente anche Ilaria Perrelli – da un anno Presidente della Consulta Regionale femminile della Campania – e impegnata da sempre su questi temi: “L’omicidio di Anna Scala è l’ultimo caso di violenza al Parco Verde di Caivano, vittime due tredicenni abusate da un branco di conterranei, indicano due nervi scoperti sul terreno della prevenzione e della protezione. Anna era una donna coraggiosa che non è stata protetta. Occorre rafforzare la rete di protezione con investimenti strutturali per il centro antiviolenza e le case rifugio.”

“C’è bisogno di maggior sostegno e coordinamento – propone la presidente della consulta – quando la donna viene presa in carico. Occorre una formazione a tutti i livelli, a partire dalle forze dell’ordine, dagli operatori della giustizia, dai PM, avvocati, periti, psicologi e tutte le figure che intervengono in un percorso processuale per avere le chiavi di lettura adeguate a valutare i rischi che corre la donna”.

“Per la prevenzione c’è bisogno di una rivolta culturale – continua Perelli – occorre introdurre una materia scolastica rivolta all’educazione ai sentimenti e all’affettività, per costruire relazioni basate sul rispetto, perché le norme, anche se più severe, non bastano a scardinare una cultura patriarcale, pregiudizi e stereotipi.” E aggiunge: “Era importante dare una risposta – conclude Ilaria Perrelli – perché questa estate è stata drammatica, e grazie ad iniziative come quelle organizzate da Catena Rosa di Torre Annunziata possiamo gridare tutta la nostra rabbia”.

La manifestazione si è conclusa con un mazzo di fiori depositato in mare da Rossella Cavaliere, giovanissima Presidente della commissione pari opportunità di Vico Equense, per Anna.

Ponti che uniscono, catene che rinsaldano, la strada è lunga ma solo attraverso la forza e l’impegno della solidarietà e risorse e finanziamenti al sostegno dell’educazione, della formazione e nella cura e della salvaguardia delle donne, potrà essere sconfitto la primitiva concezione del maschio che vorrebbe avere il controllo esclusivo delle donne.

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