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Bando accesso scuole di specializzazione: flash mob dei giovani medici

NAPOLI: “Senza medici restano solo i miracoli”, questo lo slogan all’ombra del quale i giovani medici di Napoli questa mattina, lunedì 21 aprile 2015, hanno marciato dai Policlinici “Federico II” e “SUN” fino al sagrato del Duomo di Napoli, giungendo al cospetto del Santo Patrono incamiciati e armati di striscioni e megafoni, inscenando una protesta davvero singolare.

“Chiedere che qualcuno, e il Ministro in particolare, si preoccupi seriamente del nostro futuro e della nostra formazione ormai è diventato come chiedere una grazia” dichiarano i rappresentanti del SIGM (Società Italiana Giovani medici), che ha provveduto all’organizzazione della protesta in collaborazione con il comitato Aspiranti Specializzandi. Il cuore della questione è relativo ai notevoli disagi che stanno accompagnando l’emanazione del secondo bando nazionale per l’accesso alle Scuole di Specializzazione Mediche. Il 2014 è stato un anno che doveva segnare una vera rivoluzione nelle modalità di accesso alle suddette scuole, in quanto per la prima volta si provvedeva ad organizzare un concorso su scala nazionale e non più regionale; tuttavia le criticità che hanno contrassegnato l’organizzazione e lo svolgimento delle prove dell’anno scorso hanno generato numerosissime perplessità circa la serietà e il livello di programmazione con cui il MIUR si preoccupa della formazione futura classe medica. I partecipanti dell’anno scorso hanno aspettato che il bando fosse promulgato per oltre un anno, tra innumerevoli rinvii e proteste; i “numeri” peraltro sono stati quantomeno allarmanti: quasi 12000 partecipanti per appena 5500 contratti messi a disposizione del Ministero. L’esubero è spaventosamente preoccupante e mette in luce la totale assenza di capacità programmatica del Ministero dell’Università: come è possibile infatti che alla fine di un corso di studi, del quale si difende la bontà del numero chiuso, i ragazzi, ormai medici professionisti, si ritrovino a dover aspettare un tempo così lungo per poi ritrovarsi di fronte ad un simile imbuto che garantirà a meno della metà di loro la naturale prosecuzione della loro formazione? Se non bastavano gli errori in fase di programmazione, a completare il quadro sono sopraggiunte ulteriori criticità nella fase di svolgimento del concorso: un’estrema eterogeneità dei sistemi di sorveglianza nelle varie (troppe!) sedi concorsuali identificate dal Ministero fino ad arrivare al più grossolano scambio delle domande previste per i concorrenti di Scuole di Area Medica con quelle ideate invece per coloro che provavano ad accedere ad aree concernenti la Medicina dei Servizi. Se l’anno passato la fretta con cui era stata condotta la riforma concorsuale, comunque storica per il nostro Paese, poteva in parte giustificare tutta questa approssimazione, quest’anno ci saremmo aspettati un livello di attenzione alla questione nettamente superiore. Purtroppo invece lo scenario è spaventosamente simile a quello pregresso: l’emanazione del bando, inizialmente prevista per il 28 febbraio 2015, ha già subito un primo slittamento, identificando come nuova scadenza il 30 aprile. Ad oggi tutto tace. Non si conosce il numero di contratti di formazione che il Ministero intenderà riservare ai giovani professionisti, né il modo in cui ha eventualmente ritenuto di risolvere le contraddizioni della fase organizzativa. Le soluzioni e i solleciti inoltrati al Ministro dalle organizzazioni che oggi sono scese in piazza non sono mai state prese in seria considerazione. I medici continuano ad aspettare che qualcuno scandisca le date del proprio futuro, con l’angoscia di chi, dopo aver portato a termine i propri studi tra mille sacrifici,è consapevole di star sprecando tempo prezioso per una disorganizzazione ingiustificata e impensabile per un Paese che voglia mettere i propri giovani al pari di quelli di tutta Europa. Per tutte queste ragioni i giovani medici sono scesi in strada a Napoli e in contemporanea nelle altre città d’Italia inscenando un flash-mob che è proseguito con la lettura del giuramento di Ippocrate a voce univoca. Oggi i giovani Medici sono al cospetto di San Gennaro, ma sia loro che il Ministro sanno che la soluzione più probabile, andando di questo passo, non è certo una grazia ma l’espatrio verso Paesi in cui i professionisti sono trattati più dignitosamente. Che facciamo, ce ne andiamo…?

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