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Castello di Caravita, in onore di Caruso, canzoni e poesie

 

 

 

Sabato, 20 novembre 2021, a Sirignano (AV), nella stupenda cornice del Castello di Caravita, si è svolta una splendida serata, dal titolo “Note per Caruso” per celebrare il centenario della morte del grande Enrico Caruso, ad opera di Stefania Russo e Theo B. Di Giovanni, con la FF Production e il patrocinio del comune di Sirignano.

Durante i saluti istituzionali, il sindaco Raffaele Colucci ha parlato della storia del Castello di Sirignano, edificato nel 1884, su resti normanni, dal principe Giuseppe Caravita, fu luogo di ritrovo di importanti letterati dell’epoca e del grande Enrico Caruso; il sindaco si è soffermato su episodi della vita del principe Caravita e del tenore Caruso, suo carissimo amico, che spesso era suo ospite.

L’evento lirico ha visto protagonisti tre giovani artisti: due cantanti lirici, Matthew Lamberti e Laurapia Panarella, accompagnati al pianoforte dal talentuoso pianista Lorenzo Savarese. Tanti sono stati i brani interpretati con grande maestria, suscitando nel pubblico meraviglia ed emozioni per la straordinaria performance dei giovani cantanti. La poetessa Stefania Russo, ha condotto la serata con professionalità e una carica di umanità tale da coinvolgere i presenti; non sono mancati momenti di improvvisazione e di commozione, alternati a momenti di genuina ilarità.

Le canzoni sono state intervallate dalle declamazioni delle poesie degli illustri poeti presenti: Adele Denza, con la poesia “Aspetto che il vento mi porti il tuo profumo”, Daniela Forcos con “Aiutami ad amarti” e Alfonso Gargano con “Il pianoforte”, Stefania Russo “Fermati un solo istante”. Theo B. Di Giovanni con il suo monologo improvvisato, “Biglietto di andata e ritorno in prima classe” accompagnato dalle note del pianista, ha lasciato  tutti stupiti, sia per la maestosa  interpretazione che per il testo, svelando ai presenti pensieri intrisi di sofferenza e  al tempo stesso di liberazione,  raccontando di un periodo molto delicato e sofferto della sua vita.

Theo, Scalzo 44, in arte, è stato definito Vate, i suoi versi, che meritano di essere letti con cura e attenzione, perché non è solo poesia, ma ben altro, è appunto profezia dell’epoca che stiamo vivendo, ed egli ne ha dato tutta la possibile dimostrazione; i suoi testi hanno fatto il giro del mondo, dall’America Latina, alla Bielorussia, alla Russia, alla Macedonia, Ucraina, Crimea, Moldavia, Romania e Cina. È doveroso riconoscere qualità sempre più rare che il Vate riesce con sapienza simbolica ad elargire ad animi senzienti.  Nonostante si parli di spiritualità, di nuove dottrine del corpo e della anima, in questo periodo storico avaro di riflessione, dopo 83 anni dalla morte del grande Gabriele D’Annunzio, non si parla più di poeta-profeta; eppure ci sono poeti, come Theo per l’appunto, che attraverso i loro versi ci conducono nel disvelamento del futuro, dimostrabile non per caso, ma come causa che tenta di invitare l’uomo a comprendere un Oltre che è manifestazione del divino.

La serata si è conclusa con la premiazione dei partecipanti, tra gli applausi del pubblico e l’atmosfera ricca di emozioni. Si ringrazia la poetessa Stefania Russo per l’organizzazione dell’evento, curato con destrezza, nei minimi particolari, e per la sua innata propensione alla divulgazione di eventi culturali di cui si fa promotrice.

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