SOMMA VESUVIANA. In città, sui social e nei gruppi Whatsapp si è creata una assurda “caccia alle streghe”, del tutto fuori luogo, pericolosa e che andava scongiurata con ogni mezzo. Una caccia nata da due scelte dell’amministrazione comunale. La prima quella del sindaco Salvatore Di Sarno di fare in diretta Facebook il nome di tutte le strade in cui risulta esserci un contagiato, “dimenticando” però quella in cui vive una persona legata al mondo politico locale. «Non posso dire i nomi ma vi indicherò le strade”, ha detto il sindaco alle migliaia di persone che lo seguivano in diretta, “dove questi casi si sono via via succeduti, mi raccomando agli abitanti di quelle zone di fare attenzione un po’ di più”.
La seconda quella di due esponenti di punta dell’amministrazione comunale, guidata sempre da Di Sarno, che hanno permesso che due loro messaggi diventassero di dominio pubblico. Due messaggi, il primo dura circa 56 secondi la risposta altri 50. In queste conversazioni, nomi, cognomi, professioni e foto (almeno in un caso) degli 11 contagiati ufficiali dichiarati anche dal primo cittadino, e addirittura uno dei due interlocutori preannuncia altri casi a breve per arrivare ad un numero di 20 persone.
Parole gravi, i nomi dei contagiati dovrebbero essere tutelati dalla legge sulla privacy e non comprendiamo, dunque, perchè se uno dei due autori dei vocali doveva esserne a conoscenza per il lavoro che svolge come mai ha deciso di dare tanti dettagli all’altro che è semplicemente un consigliere comunale.
Cosa ancora più grave, ci chiediamo perchè questi messaggi sono diventati di dominio pubblico e sono passati da cellulare in cellulare attraverso i gruppi Whatsapp? Perchè oggi a Somma decine di persone (per non voler aumentare le stime) conoscono i nomi e le professioni dei contagiati?
Ci auguriamo che la ricerca spasmodica dei nomi termini, ci auguriamo che chi è contagiato guarisca al più presto rispettando l’obbligatoria quarantena, ci auguriamo che un comportamento tanto sciagurato da parte di chi amministra la città non porti alle scene assurde capitate ieri ad Acerra. Dove, dopo un video in cui il sindaco Raffaele Lettieri parlava del contagio di una giovane venuta dalla Lombardia, nella strada in cui vive la ragazza ci sono state rivolte con tanto di barricate e tentativi di aggressione placati solo dall’intervento della polizia.
Chiediamo a tutti: cittadini e amministratori di dimostrare in un momento così difficile per la nostra comunità maggiore sensibilità e, soprattutto, responsabilità.
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