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Covid. In arrivo nuove regole per la quarantena

tamponi

Dagli Usa le autorità sanitarie hanno dimezzato la quarantena consigliata per le persone contagiate da covid purchè asintomatiche (da 10 a 5 giorni). E queste regole sono riviste anche dall’Italia.

A dettare la nuova linea dei Cdc, i prestigiosi Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, con sede ad Atlanta, sono stati gli studi clinici che certificano la minore gravità della malattia. Ma un peso non indifferente, se non decisivo, lo hanno avuto gli effetti della pandemia sull’economia: la carenza di personale sui voli ha mandato a soqquadro i piani di viaggio natalizio di milioni di persone in tutto il mondo, ed ora il timore è che siano minacciati anche altri settori come l’assistenza sanitaria, i ristoranti e la vendita al dettaglio; anche perché l’impennata di casi potrebbe essere solo all’inizio. Del resto, secondo la principale agenzia sanitaria statunitense la decisione è “giustificata dalla scienza”, perché i tempi di incubazione di Omicron sono mediamente più brevi.

Hanno deciso anche che chi avuto un contatto con qualcuno positivo al covid deve fare 5 giorni di quarantena se è vaccinato e nessun isolamento in caso abbia fatto anche il richiamo.

In Italia, ancora ieri mattina l’orientamento delle autorità sanitarie era quello di procedere con cautela, anche perché circola ancora – e largamente – la ‘vecchia’ variante Delta, ma poi in serata si è deciso di rompere gli indugi e di convocare il Comitato tecnico scientifico chiamato a fare chiarezza sulla materia e a indirizzare, come sempre, le scelte del decisore politico.

In realtà – e anche questo ha il sapore del dejà vu – la comunità scientifica resta abbastanza divisa. E per un Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie Infettive dell’Ospedale San Martino di Genova, che chiede di “togliere del tutto” la quarantena per i contatti (ovviamente vaccinati) di positivi, per evitare di bloccare il Paese quando i contagi arriveranno a 100 mila al giorno, c’è un Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma, che parla senza mezzi termini di “errore” e “aumento del rischio che persone contagiate possano diffondere ulteriormente il virus”.

La certezza – come detto – è che i tempi di incubazione di Omicron sono mediamente ridotti ma ancora non si hanno dati certi sul numero di quanti finiscono in ospedale dopo aver contratto questa variante. È possibile che domani sul tavolo del Comitato arrivino dati più ‘freschi’, e che si arrivi subito, o comunque a cavallo della fine dell’anno, a fissare con una circolare del ministero della Salute la nuova disciplina.

Il pressing dei presidenti di Regione negli ultimi giorni si è fatto fortissimo, da più parti si fa notare come un incremento esponenziale dei nuovi casi – largamente atteso vista la maggiore contagiosità della nuova variante covid Omicron – potrebbe costringere a casa milioni di ‘contatti’ del tutto asintomatici, con conseguenze pratiche dirette sulla vita quotidiana degli italiani. “La parola spetta alla scienza, ma appare sensato ridurre quarantena e isolamento”, ha ammesso il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.

L’ipotesi più gettonata è che si elimini la quarantena per chi ha già ricevuto la dose booster e che si riduca (a 4 o 5 giorni) la quarantena per chi ha ‘soltanto’ due dosi. Si eviterebbero danni all’economia e ai servizi essenziali, si ‘premierebbe’ chi si è vaccinato e si darebbe un’ulteriore ‘spintarella’ almeno agli indecisi e ai titubanti tra i sei milioni di no vax. L’obbligo vaccinale? Di quello per ora non si parla. Ma i numeri presto potrebbero modificare l’agenda del governo anche a quella pagina.

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