Home Cronaca “Diventare poetessa e poi morire”. Commovente storia di Lella La Coriciera

“Diventare poetessa e poi morire”. Commovente storia di Lella La Coriciera

Tra il 25 e il 26 ottobre del 1954 una terribile alluvione investì la Campania. I giornali dell’epoca parlano di una grande catastrofe, un’enorme quantità di acqua che inondò i quartieri di tante città e provocò danni immensi tra frane, voragini, crolli di strutture, case, ponti, e stravolse anche l’aspetto delle coste salernitane a causa dei detriti trascinati dai fiumi in piena. A parte i danni materiali ci furono soprattutto tanti fra morti e dispersi, In tutto 318 vittime, 250 feriti, e circa 5.500 senzatetto.

Dopo quella inondazione si avviò la macchina della solidarietà, da ogni parte d’Italia e dall’estero.

In particolare alla Rai giunse una lettera, di una bambina:

“Cara RAI, sono molto malata da oltre un anno. I miei genitori hanno speso tutto quello che avevano per guarirmi. Ed io non ho nulla da offrire per i bambini di Salerno. Offro solo questa mia poesia”.

Si trattava della poesia di una giovanissima scrittrice, la piccola Raffaella La Crociera, una tredicenne romana che ai tempi della tragedia salernitana era costretta a letto da una grave malattia. Raffaella aveva saputo della terribile alluvione ascoltando la radio e decise di partecipare alla raccolta fondi lanciata dalla Rai per aiutare i salernitani. L’unica cosa che possedeva Raffaella, però, era il suo estro poetico. La sua famiglia, infatti, per affrontare le costose cure a cui la ragazza era sottoposta per la malattia, aveva speso tutto, per cui, l’unico modo per contribuire fu l’invio di una poesia da lei composta, “Er zinale”, che in dialetto romanesco indica del tipico grembiule scolastico indossato dagli scolaretti.

La sua poesia piacque talmente ma soprattutto commosse i vertici Rai che decisero di mettere all’asta la sua poesia. Fu letta durante la trasmissione Campo de’ Fiori avviando una vera gara di solidarietà da parte di tantissimi radioascoltatori che avanzavano la propria offerta pur di aggiudicarsi quella poesia scaturita dalla sensibilità di una bambina

La sua piccola poesia in dialetto rivela una grande sensibilità artistica, ma si legge anche il grande rimorso della piccola per aver dovuto abbandonare troppo presto il suo grembiule di scuola a causa della grave malattia.

CI fu un picco di offerte, ma vinse la contessa Cenci Bolognetti dalla Svizzera, erede della omonima famiglia romana, che per l’acquisto simbolico della poesia di Raffaella offrì ben mezzo milione di lire, una cifra, davvero enorme per quei tempi.

La notizia dell’asta della poesia di Raffaella e poi la prematura morte della piccola ebbe un rimbalzo mediatico importante, tra le firma autorevoli troviamo anche Orana Fallaci che scrisse della piccola Raffaella su “L’europeo”, la sagace giornalista descrisse il momento in cui Raffaella apprese la notizia della catastrofe salernitana, la decisione di inviare la poesia, ma anche la gioia per tutte le offerte giunte, raccontati alla giornalista dalla viva voce dei genitori di Raffaella. La bambina ebbe la gioia di sapere via radio che avrebbe presto ricevuto una bambola in dono da un giocattolaio salernitano come premio-ricompensa per il suo gesto. Ma purtroppo Raffaella non l’ha mai vista, poiché morì il giorno in cui arrivò la bambola a casa, il 2 novembre, qualche giorno dopo la tragedia salernitana e appena 2 giorni dopo la trasmissione che mise all’asta la sua poesia.

La Fallaci la descrive cosi:” Pochi episodi in questo autunno romano denso di avvenimenti frivoli e gravi hanno commosso quanto la stoia di Lella, la poetessa bambina morta il 2 novembre, due giorni dopo essere diventata famosa. Raffaella La Crociera non era una fanciulla qualsiasi, Era una creatura dolcissima dotata di una intelligenza straordinaria”.

E sempre nell’articolo vi riportiamo una commovente frase che la piccola Raffaella disse al padre prima di morire.

“Papà ti dirò avevo chiesto una grazia: diventare poetessa e poi morire. Ora lo sono e sento già spuntare le ali”.

La piccola poetessa  Raffaella La Crociera non vide neanche altri riconoscimenti. Ad un anno dalla sua morte, fu assegnato a Raffaella La Crociera il “premio bontà” di Livio Tempesta consegnato alla famiglia e ben due scuole elementari, una a Roma e una a Salerno, sono intitolate alla piccola poetessa. Ma il suo ricordo si fa presente soprattutto nel monumento funebre a lei dedicato e riposto nel Campo degli eroi di Verano, un’area dove riposano i resti mortali di eroi, pittori, scultori, musicisti, politici poeti e sindacalisti. Qui, nella scultura di un artista genovese, Silvio Miraglia, Raffaella rivive in marmo bianco, una mano nel suo grande cuore e un libro nell’altra.

 

 

Er Zinale

 

Giranno distratta pe casa,

tra tanta robba sfusa,

ha trovato: ah! come er tempo vola,

er zinale de scola.

Nero, sguarcito,

Un pò vecchio e rattoppato,

è rimasto l’amico der tempo passato.

Lo guarda e come se gnente fusse

a quell’occhioni

spunteno li lucciconi,

e se rivede studente

allegra e sbarazzina

tanto grande, ma bambina.

Lo guarda e come un’eco risente

quelle voci sommesse: Presente!

Li singhiozzi, li pianti,

li mormorii fra li banchi,

e senti…senti…

pure li suggerimenti.

Tutto rivede e fra quer che resta,

c’è la cara sora maestra.

Sospira l’ècchese studente, perché sa

che a scola sua non ce potrà riannà.

Lei cià artri Professori, poverina.

Lei cià li Professori de medicina.

 

 

 

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